Due gradi all’ora “X”
“L’ anidride carbonica rimane in atmosfera per molti centinaia di anni e negli oceani per molto più tempo. Le emissioni di CO2 del passato, del presente e del futuro hanno un impatto cumulativo sia sul riscaldamento globale sia sull’acidificazione dell’oceano. Le leggi della fisica non sono negoziabili”. Questo sostiene Mr Jarraud segretario generale del WMO “World Meteorological Organization”.
Oggi, 9 settembre, è stato pubblicato a Ginevra il rapporto “The State of Greenhouse Gases in the Atmosphere Based on Global Observations through 2013” sulle emissioni di gas climalteranti con focus particolare sul livello di acidificazione dell’oceano. L’anidride carbonica, il metano e l’ossido di diazoto, che sommati insieme al diclorodifluorometano e al triclorofluorometano costituiscono ancora oggi circa il 96% dei gas effetto serra presenti in atmosfera, rimangono sempre gli osservati speciali dagli esperti e studiosi di clima.
L’organizzazione metereologica mondiale prendendo come “anno base” l’anno 1750, ossia un anno convenzionale indicante la condizione mondiale di pre- industrializzazione, sottolinea come negli ultimi 263 anni i livelli di CO2, CH4, N2O, siano rispettivamente aumentati del 142%, del 253% e del 121%, e che dal 2003 al 2013 siano aumentati di circa di 2.07 ppm(parti per milione), di 3.08 ppm e di 0.89 ppm ogni anno.
La combustione di carburanti fossili, la produzione di cemento, l’incessante deforestazione (aumentata secondo l’agenzia spaziale brasiliana nell’area amazzonica di circa un terzo nell’ultimo anno) fanno si che l’attività umana sia risultata essere responsabile dell’emissione del 45% della CO2 presente nello stesso periodo 2003-2013 in atmosfera. La biosfera terrestre e gli oceani assorbono maggiormente queste emissioni ed è per questo che oggi risultano avere un incremento consistente del livello di acidificazione sotto forma di acido carbonico (H2CO3), di idrogenocarbonato (HCO3) e ioni di idrogeno (H+).
I tassi di acidificazione dell’oceano non vengono ricondotti a dati precedenti in un arco di verifica degli ultimi 300 milioni di anni e si stima che i valori assunti nel periodo in esame siano destinati ad aumentare ancora e più rapidamente a causa, tra l’altro, dello scioglimento dei ghiacci dell’Artico.
Tali rilevazioni fatte dagli esperti dall’“International Ocean Carbon Coordination Project (IOCCP) of the Intergovernmental Oceanographic Commission of the United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization (IOC-UNESCO)”, in collaborazione con il “Scientific Committee on Oceanic Research (SCOR)” e l’“Ocean Acidification International Coordination Centre (OA-ICC) of the International Atomic Energy Agency (IAEA)” vedono a rischio numerosissimi organismi viventi marini con relative modificazioni e perdita di biodiversità.
L’ora “X” di drammaticità nell’orologio della terra è incombente e scatterà tra 2 gradi centigradi. La concentrazione attuale di CO2eq, generata e ancora accresciuta dalle attività umane (nel 2013 è stata pari a 396 parti per milione con un incremento di 2.9 ppm in più rispetto al 2012), deve essere rallentata e neutralizzata per evitare di raggiungere il limite ormai non così lontano quantificato a circa 450 ppm dell’ora “X”. Sebbene nello scorso marzo l’IPCC sottolineasse con grande vigore le preoccupazioni per gli eventi estremi che si erano verificati un po’ in tutti i continenti la stessa organizzazione sottolineava che per molte specie viventi sulla terra l’ora “X” era già scattata e per molte scatterà anche solo con l’aumento delle temperature di un grado.
Le criticità che la perdita e le modificazioni della biodiversità marina (con la calcificazione di coralli, alghe, molluschi e alcune specie di plancton) e terrestre per la maggiore pressione su di esse della CO2 comporteranno negli ecosistemi, lo scioglimento di 45.700 chilometri quadrati medi (-17.700 miglia quadrate) al giorno dell’Artico, la crescente desertificazione dovuta alle attività umane, il verificarsi sempre più frequente di eventi atmosferici estremi, metteranno sempre più a rischio non solo il sistema natura ma anche lo stesso sistema antropogenico. Un immediato intervento da parte di tutti non può più attendere.
“Il bollettino dei gas effetto serra prevede una base scientifica per gli amministratori. Noi abbiamo le conoscenze e gli strumenti per un’azione che provi a contenere l’aumento della temperatura entro i 2 ° C per dare al nostro pianeta una possibilità e per dare ai nostri figli e nipoti un futuro. Appellarsi all’ignoranza non può più essere una scusa per non agire” Mr. Jarraud.
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Andrea
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mirko