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Martedì, 20 ottobre 2015

Ennesimo schiaffo al governo: la Conferenza delle Regioni approva all’unanimità il documento contro le trivelle

Oil rig at sunset

La Conferenza delle Regioni ha approvato oggi, all’unanimità, il documento sottoscritto il 24 luglio scorso a Termoli dai rappresentanti di sei Regioni italiane (Molise, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Marche e Puglia), riunite per condividere una visione ed una politica comuni sul tema della ricerca e coltivazione di idrocarburi in mare.

“E’ un ulteriore importante accadimento – commenta il Sottosegretario con delega all’Ambiente Mario Mazzocca della Regione Abruzzo – con cui il Governo dovrà confrontarsi. Se il documento di Termoli poteva essere interpretato come una manifestazione di volontà di una parte dell’Italia, con la sottoscrizione dei referendum e l’odierna unanime validazione da parte della Conferenza delle Regioni riteniamo che si sia in presenza di un fatto politico dirompente e dirimente, con il quale il Governo centrale dovrà necessariamente fare i conti».

«Siamo consci – conclude Mazzocca – che l’obiettivo, pur se avvicinatosi progressivamente soprattutto negli ultimi mesi, non è stato ancora raggiunto; non un punto di arrivo, dunque, ma un’ulteriore importante stazione intermedia lungo l’accidentato percorso del perseguimento di un modello di sviluppo finalmente e fattivamente improntato a criteri di reale sostenibilità».

A luglio scorso venne elaborato un documento articolato su sette punti:

  • condivisa preoccupazione per lo sviluppo incontrollato di attività estrattive in zone costiere, oltre che di pregio storico e naturalistico;
  • mantenimento in capo alle Comunità regionali della prerogativa di elaborare le scelte di protezione e valorizzazione delle proprie coste e del mare; 
  • necessità del graduale superamento della attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi in quanto basata sul consumo di fonti energetiche fossili, e contestuale progressivo ricorso a fonti energetiche alternative e rinnovabili;
  • ineludibilià della concertazione con le Comunità regionali del mantenimento di attività estrattive nei tratti di mare prospicienti le coste;
  • urgenza di una Cabina di Regia nazionale fra Regioni costiere e competenti organi dello Stato;
  • centralità della via della condivisione e del dialogo con l’amministrazione centrale e richiesta al Governo dell’immediata apertura di un tavolo di confronto di caratura stabile e duratura;
  • ricorso a tutti i mezzi previsti dall’ordinamento italiano, europeo ed internazionale, qualora non si consentano forme di condivisione e di dialogo.

Per il deputato di Sel Adriano Zaccagnini è «l’ennesimo duro colpo al governo sulla ricerca petrolifera e le trivellazioni in mare. L’approvazione del “Il Manifesto di Termoli”, prosegue l’esponente di Sel, non solo certifica la contrarietà all’attività estrattiva nei mari della nostra Penisola di sei regioni ma impegna le altre Regioni d’Italia a contrastare la strategia del Governo nazionale che punta sull’attività estrattiva dinanzi ai litorali italiani. Il governo prenda atto della volontà delle regioni, riveda l’assurdo progetto di trivellare i nostri mari e cambi la strategia energetica nazionale mettendola sui binari della sostenibilità ambientale», conclude Zaccagnini.

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