Equo compenso, il governo ritiri la delibera nata dall’accordo sindacato giornalisti ed editori
L’accordo siglato dagli editori e dalla Fnsi è fortemente iniquo, e palesemnete anticostituzionale . Dopo la giusta legge sull’equo compenso, l’accordo siglato stabilisce tariffe minime per autonomi e precari che offendono la dignità dei lavoratori e il diritto all’informazione.
La legge sull’equo compenso prevede l’attuazione – per tutti i giornalisti con contratti atipici – dell’articolo 36 della Costituzione, che recita: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantita’ e qualita’ del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a se’ e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”. Le tariffe stabilite nell’accordo vanno nella direzione contraria e sanciscono una condizione di precarietà inaccettabile.
I freelance e gli atipici rappresentano la maggioranza assoluta dei giornalisti attivi. Sono il cuore dell’informazione italiana, tra i meno pagati al mondo, si pagano di tasca propria le necessarie spese del lavoro di inchiesta, lavorano spesso in condizioni di ricattabilità. E l’accordo non fa altro che ribadirlo.
Chiediamo al sottosegretario con delega l’Editoria di ritirare la delibera nata dall’accordo tra il sindacato dei giornalisti e gli editori, perché anticostituzionale e contraria ai principi della legge sull’equo compenso.