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Martedì, 8 aprile 2014

Fondi strutturali Ue, l’allarme di Sel: «Manca piano nazionale di politica industriale. A rischio 32 miliardi»

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Sinistra Ecologia Libertà lancia l’allarme : sono o no a rischio i 32 miliardi di euro di fondi strutturali previsti per il periodo 2014-2020 dell’Unione Europea? E lo fa con un’interpellanza parlamentare i cui primi firmatari sono l’on. Giulio Marcon e l’on. Annalisa Pannarale, Di Salvo, Bordo, Melilla, Ricciatti, Nardi, Pellegrino, Nicchi.

Il 10 marzo scorso, la Commissione europea ha trasmesso ben 351 osservazioni all’accordo di partenariato inviato a dicembre dal nostro Paese come primo passo per beneficiare delle risorse comunitarie. Osservazioni, in alcuni casi molto dure.

«Per la Commissione Europea – si legge nell’interpellanza di Sel – l’impianto complessivo dello schema di contratto di partenariato tracimerebbe di lacune e incongruenze rispetto ai parametri comunitari e lo schema degli interventi previsti, oltre ad apparire eccessivamente frammentario, risentirebbe della sostanziale assenza dell’affermazione di una regia nazionale. Inoltre, si imputa alle autorità italiane un eccessivo margine d’indeterminatezza sulle motivazioni, gli obiettivi e le tempistiche delle azioni da intraprendere per lo sviluppo ed il rilancio economico del Paese».

Il governo Letta – prosegue Sel – si era già mosso preventivamente per compensare questa fragilità. Prima attraverso il cosidetto Decreto del Fare 2 , mai tradottosi in un vero e proprio provvedimento, e poi con un Ddl collegato alla Legge di Stabilità, anch’esso mai approvato. Si tratta di provvedimenti che pur diversi, contenevano interventi proprio sui punti giudicati carenti dalla Commissione. Provvedimenti che però non sono mai stati attuati e che il governo per il momento non ha ancora pensato di riproporre».

I tempi sono molto stretti. – evidenziano i parlamentari di Sel – Entro il prossimo 20 aprile il governo dovrà inviare una nuova bozza di accordo, in risposta alle osservazioni evidenziate dalla Commissione. Senza un intervento legislativo tempestivo, la fragilità rilevata a marzo rischia di rimanere tale anche ad aprile, complicando la strada dell’accesso ai 32 miliardi di Fondi strutturali e di investimento, a cui fanno il pari altrettanti di cofinanziamento nazionale e quote di cofinanziamento regionale. Per questo, i deputati chiedono “quali iniziative urgenti si intendano assumere al fine di chiarire le ragioni politiche per le quali il citato Programma nazionale di politica di industriale e di sviluppo predisposto e studiato dal Precedente Esecutivo sin dallo scorso settembre non sia stato, ad oggi, varato. “La questione è molto seria, rischia di aprirsi uno scontro con la commissione sull’utilizzo di questi fondi”,

Peraltro il Ministero della Coesione Sociale non c’è più,sostituito da un’Agenzia Nazionale, ma il Presidente del Consiglio, in 45 giorni, non ha ancora dato le deleghe.

Manca quindi un autorità politica che risponda direttamente su questa questione, e si tratta – conclude Sel – di un segnale molto negativo.

 

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