Gargano, Vendola: subito piano straordinario per messa in sicurezza Territorio. Questà è la vera grande opera
«I politici non sono degli scienziati, ma hanno bisogno di connettere i luoghi della politica e del governo ai luoghi della conoscenza, dello specialismo e dei saperi. Siamo di fronte, ogni giorno e sempre di più, a problemi complessi e non ci sono risposte semplici a fatti straordinariamente complicati; ci sono risposte competenti, che consentono di guadagnare l’orizzonte del cambiamento». Lo ha dichiarato il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola intervenendo questa mattina, presso l’Aula Magna del Politecnico di Bari, alla cerimonia inaugurale del 34esimo Convegno nazionale di Idraulica e costruzioni idrauliche.
«Oggi – ha spiegato il Presidente Vendola – il mondo e in modo particolare l’Italia e’ chiamata ad un salto culturale importante. Quello che abbiamo visto sul Gargano, la quantita’ di pioggia che normalmente cade in un anno precipitata in soli quattro giorni, ci dice inequivocabilmente che la mutazione climatica non e’ un’invenzione dei salotti letterari. Sta cambiando tutto: cambia il clima e cambia la natura e dobbiamo abituarci a convivere e ad essere preparati ad eventi meteorologici estremi».
Inoltre, secondo Vendola «non e’ possibile immaginare che se in un anno mediamente ci sono danni per tre miliardi di euro, causati dagli eventi metereologici estremi, ogni anno ci sono interventi di riparazione per soli trecento milioni. Questa è la dimostrazione del fatto che un piano straordinario di messa in sicurezza del territorio, di riassetto idrogeologico, di cura delle coste e’ la più grande opera pubblica di cui ha bisogno il nostro Paese».
C’è poi una terza questione affrontata dal Presidente della Regione Puglia durante i lavori del convegno. «Stop al cemento. Non si può maledire il cielo, quando e’ il cemento che blocca il decorso naturale dei corsi d’acqua. Il sovraccarico di urbanizzazione che vi è in alcuni territori delicati e’ la causa del disastro. Penso che anche questo, in un’Italia che nel tempo si è abituata ai condoni e alle sanatorie, debba spingerci ad un cambio di mentalità. Il territorio non è una docile preda per le stagioni di caccia dei cementificatori. Il territorio e’ il luogo della nostra vita: va curato, conosciuto e amato».
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claudio
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claudio