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Martedì, 14 ottobre 2014

Greenpeace occupa una piattaforma Eni: no allo Sblocca Italia, no allo sblocca trivelle!

trivelle

Contro lo Sblocca Italia anche l’organizzazione ambientalista Greenpeace. Prima dell’alba, una decina di attivisti, a bordo di gommoni e con l’appoggio della nave Rainbow Warrior, ha scalato la piattaforma offshore Prezioso di ENI Mediterranea Idrocarburi, nel Canale di Sicilia, al largo della costa di Licata (Agrigento) aprendo uno striscione di 120 m2 nel quale è raffigurato il presidente del Consiglio Matteo Renzi che promette “Più trivelle per tutti”, accompagnato dalla richiesta di Greenpeace “Stop Fossil, Go Renewable”.

Greenpeace spiega che la sua azione «è rivolta contro il decreto “Sblocca Italia” (Dl 133/2014), che promuove una deregulation selvaggia delle attività di ricerca ed estrazione di idrocarburi a mare e rischia di tradursi in un vero e proprio “Sblocca trivelle”. Il governo Renzi vuole dare il via libera allo sfruttamento delle scarse riserve di petrolio presenti sotto i nostri fondali. Eppure l’Italia dovrebbe essere impegnata – avendo la Presidenza di turno del Consiglio Ue – a guidare l’Unione verso obiettivi più ambiziosi di difesa del clima, puntando con decisione su fonti rinnovabili ed efficienza energetica e consegnando al passato le fonti fossili».

Non lontano dalla piattaforma “conquistata” dal blitz di Greenpeace, Eni ne vorrebbe costruire un’altra con 2 pozzi esplorativi, 6 pozzi di produzione, alcuni a sole 11-12 miglia nautiche dalla costa, e i relativi oleodotti. Si tratta del progetto “Offshore Ibleo” che ha già una Valutazione d’impatto ambientale positiva, un provvedimento contestato da Greenpeace, da una larga coalizione di associazioni e dalle 5 amministrazioni locali interessate dal progetto che hanno promosso un ricorso presso il Tar del Lazio.

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