Il Gruppo Azimut-Benetti cresce e licenzia 95 lavoratori? Eccellenza nautica valga anche per i lavoratori
Perché il Gruppo Azimut-Benetti, uno dei colossi della nautica italiana, dichiara una crescita del 10% del fatturato per il 2015 e annuncia il licenziamento di 95 lavoratori, pari al 20% della forza lavoro degli stabilimenti Azimut Yacht di Avigliana (Torino), dopo aver già chiuso l’unità produttiva di Gropparello (Piacenza)? Forse l’azienda intende allinearsi al piano di esternalizzazioni concordato con le aziende appaltatrici? O forse mira a delocalizzare la produzione all’estero?
Ho presentato un’interrogazione al ministro del Lavoro per capire come sia possibile che si mettano a rischio maestranze specializzate in un settore come quello dell’industria nautica, che garantisce i più alti moltiplicatori occupazionali e che finalmente, dopo anni di crisi, come si evince dal rapporto 2014 dell’UCINA (la Confindustria del settore), sta registrando concreti segni di ripresa, con una lieve crescita anche della domanda interna, per tutte le tipologie di imbarcazioni, anche grazie agli interventi di sostegno varati dal Parlamento in questa legislatura per il rilancio della produzione e a difesa dell’occupazione qualificata.
Hanno ancora senso – chiedo al ministro – le politiche di sostegno al comparto se viene a mancare l’impegno delle aziende a tutela dei lavoratori? E’ evidente la necessità di un confronto trasparente degli imprenditori con i lavoratori del settore nautico affinché lo sviluppo del comparto si coniughi strettamente con interventi di riqualificazione territoriale ed occupazionale. Su questo binomio – lavoro/territori – deve puntare il rilancio, che richiede un confronto aperto dal punto di vista politico-economico oltre che di Governo, per vincere la sfida dell’eccellenza e della qualità.