Il ministero per l’Ambiente risponde a interrogazione Pellegrino e rassicura le istituzioni locali
Il progetto dell’ elettrodotto Udine – Redipuglia, oggetto della sentenza del Consiglio di Stato del luglio scorso che ha stabilito il vizio del procedimento autorizzatorio a causa dell’illegittimità del parere del Mibact, verrà sottoposto ad una Valutazione di Impatto Ambientale completamente rinnovata.
L’ ha assicurato il sottosegretario del Ministero dell’Ambiente Silvia Velo rispondendo oggi all’interpellanza urgente di Serena Pellegrino ( SI – SEL) vicepresidente della commissione Ambiente a Montecitorio.
Il Ministero, dopo aver chiesto il supporto dell’Avvocatura dello Stato per valutare la portata e le conseguenze della sentenza del Consiglio di Stato, il 17 dicembre scorso ha comunicato a tutte le parti interessate la necessità del rinnovo del procedimento di VIA, al fine di garantire la piena compatibilità ambientale dell’elettrodotto, e dell’acquisizione di un congruo e motivato parere del Mibact basato su nuovo esame del progetto. Visto il tempo trascorso, il ministero ha evidenziato la necessità che il procedimento diretto ad una nuova VIA sia attualizzato, tenendo conto delle vicende sopravvenute e di nuovi vincoli sul contesto attuale.
“Pienamente soddisfatti dalla risposta che rassicura le autonomie locali e i cittadini sul percorso del progetto Terna – dichiara l’on.Pellegrino – tuttavia dobbiamo tenere aperto il dibattito su alcuni argomenti decisivi.
TERNA, società che deve rispondere agli interessi dello Stato e dei suoi territori perché è a capitale pubblico, continua ad alimentare pesanti contenziosi in tutta Italia a causa della sua pervicace presentazione di progetti ad alto impatto ambientale che deturpano il nostro “bel paese”, e zittisce i suoi stessi azionisti, cioè i cittadini, con pubblicità ingannevoli, con lo spauracchio del black out e con il solito ricatto occupazionale.”
“Dobbiamo anche ricordarci a cosa serve la Valutazione di impatto ambientale, che non nasce per cassare la realizzazione delle opere, evitata quindi come fosse la peste da parte dei proponenti, ma per realizzarle secondo i principi costituzionali e le norme vigenti. “
“Ma insomma – ha commentato Pellegrino durante i lavori parlamentari di oggi – sappiamo ancora perseguire l’interesse generale e i precetti costituzionali nel progettare lo sviluppo di un territorio? E’ forse obbligatorio restare impigliati nelle tessiture delle multinazionali o delle società a capitale pubblico?
La Regione Veneto, ad esempio, ha chiesto la sospensione della procedura di VIA dell’elettrodotto di Terna nella media valle del Piave, motivando con la necessità di rivedere il progetto alla luce delle recenti evoluzioni tecnologiche, dell’effettiva domanda di energia e delle nuove modalità di gestione delle reti. La consapevolezza che un intervento così delicato per il territorio debba realizzarsi nel massimo rispetto e con la imprescindibile condivisione delle comunità interessate dall’iter progettuale non è si è invece manifestata nelle iniziative della Regione Friuli Venezia Giulia, tantomeno nel Piano energetico regionale.”