Il passaggio di Tsipras a Bologna lascia il segno anche nel Pd
Bufera a Bologna su una dirigente del Pd (cuperliana) in piazza Maggiore lunedì sera con la lista Tsipras. I renziani vanno all’attacco invocando l’espulsione dal partito e un forte imbarazzo si avverte tra i leader della mozione Cuperlo: un “imbarazzo doppio” perche’ a quanto pare la dirigente in questione aveva addirittura preso la parola al summit romano con Gianni Cuperlo che coincise con l’apertura della campagna elettorale di Matteo Renzi a Torino.
La dirigente in questione è Micol Tuzi, pedagogista del Comune e sindacalista Cgil: “Arrampicata su per una impalcatura di San Petronio- scriveva lunedì sera su Facebook- mi sento sul tetto del mondo. Piazza Maggiore, la mia piazza Maggiore, da anni non era coì piena e rossa”. L’entusiasmo di Tuzi, che ha postato varie foto della serata, non è passato inosservato. A sollevare il caso, pur senza far nomi, è stata la consigliera comunale Raffaella Santi Casali. “Io sono sempre stata eretica quindi non mi turbo, ma i compagni ortodossi che ogni tanto invocano espulsioni e probiviri, cosa dicono di una cuperliana di ferro dirigente del Pd che inneggia a Tsipras e tutto il resto è troika?”, dice citando appunto un post di Tuzi. Durissima la chiosa di un altro renziano doc, Piergiorgio Licciardello, presidente del Pd di Bologna. “Il sostegno a liste alternative al Pd è incompatibile con la permanenza nel Pd- è la sentenza”.
«Mi assumo piena responsabilità delle mie azioni e ne rivendico l’autonomia. Libertà di opinione e di espressione, secondo Costituzione». E’ la replica di Micol Tuzi. “Ale’: per essere stata in piazza con Tsipras ed aver postato le bellissime foto di quella sera sono diventata ‘il caso’ nel Pd bolognese e c’è addirittura chi sollecita la mia espulsione”, si stupisce su Facebook. “A tanto siamo arrivati?”. Tuzi sottolinea che “essere membro di un’assemblea elettiva di emanazione congressuale è cosa un po’ diversa che essere una dirigente di partito. Non sono una dirigente del Pd, ma una donna che, forse ingenuamente, è ancora una iscritta e vuole credere che la sua ‘d’ stia a significare democratico. E che, forse altrettanto ingenuamente, continua a credere nel significato di questa appartenenza”.
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