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Mercoledì, 7 gennaio 2015

Il postino passerà quando può

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La Legge di Stabilità, approvata dalla maggioranza PD-NCD in via definitiva alla Camera, contiene varie misure inique e insufficienti per produrre sviluppo e lavoro.

Ma vi sono anche delle scelte proprio negative, e tra queste c’è quella che possiamo definire “la pietra tombale” sull’efficienza del servizio postale, tema che riscontra parecchio interesse da parte dei cittadini che sovente ricevono la posta con forte ritardo o non la ricevono affatto.

Il Governo Renzi infatti, al comma 277 della Legge di Stabilità, autorizza Poste Italiane a ridurre la qualità e l’efficienza del servizio postale.

Con poche semplici parole, il Governo ha deciso la distruzione della certezza del servizio postale che, così facendo, soltanto a parole rimane un “servizio universale”; nella legge infatti si dice che per “…assicurare la sostenibilità dell’onere del servizio postale…. il Contratto di Programma può prevedere l’introduzione di misure di razionalizzazione del servizio e di rimodulazione della frequenza settimanale di raccolta e recapito sull’intero territorio nazionale”.

In parole povere le Poste potranno decidere di passare ogni tot, per prelevare o consegnare la corrispondenza, magari ogni 15 giorni o una volta al mese, nelle zone,comuni o quartieri, in cui è meno “conveniente” passare.

Questa decisione non è detto che non penalizzerà anche le grandi città ma si ripercuoterà certamente sui centri piccoli e medi, dove i volumi di posta sono minori, e quindi il servizio sarà molto meno frequente.

Quindi, proprio le località che sono già in una situazione di penuria di servizi si vedranno ulteriormente contratto anche il servizio postale, e non potranno più neppure protestare se una lettera gli arriva dopo un mese,visto che le Poste sono autorizzate a ritenere che quella è la tempistica giusta per la sostenibilità economica del servizio.

Avremo utenti, cittadini e imprese,di serie A e B, questa volta non più per un disservizio ma per legge.

Un bel “pacco” di Natale per da parte del Governo e della sua maggioranza parlamentare, che al posto di preoccuparsi di far funzionare bene i servizi pubblici, li va a smantellare.

 

Commenti

  • Ermes Zattoni

    IL gioco è sempre quello: l’europa prevede, nel suo libro bianco, di garantire ad ogni cittadino il recapito della corrispondenza ad un costo accettabile in tutto il territorio nazionale per almeno 5 giorni alla settimana. Il primo tentativo è stato, usando anche il piacere che la cosa poteva fare ai portalettere, di ridurre i giorni di recapito da 6 a 5; e questo significa rimanere ancora nei parametri europei se il servizio fosse svolto correttamente, ma anche ridurre 5000 posti di lavoro e ridurre il tempo di consegna – ma soprattutto di movimentazione della posta – nella giornata del sabato.
    Oggi si vuole proporre che le zone di recapito si riducano ancora (6-8.000 unità) proponendo che nei posti dove c’è meno gente si lavori a giorni alterni. Insomma, un postino ha una zona fissa di 4 ore e due zone da recapitare a giorni alterni di 3 ore e 40 per 5 giorni alla settimana. Taglio di posti di lavoro, peggioramento della qualità del servizio, difficoltà nelle consegne importanti e nelle corrispondenze non indirizzate. Tutto questo contro le direttive europee. Occorre battersi in euriopa per il mantenimento di un servizio decente e sociale a tutti i cittadini, e denunciare questo governo che vuole usare le grandi aziende private controllate dallo stato (le poste in questo caso) per fare cassa riducendo i posti di lavoro. Se a questo si aggiunge che il personale per sostituire ferie, malattie, maternità ed infortuni non esiste più e già da oggi si potrebbe denunciare l’Azienda (e non i lavoratori costretti a correre come dei dannati) per interruzione di pubblico servizio poichè non garantiscono gli standard di recapito che dovrebbero effettuare per aver ricevuto dallo stato la gestione del “servizio universale”.
    Occorrerebbe cominciare ad organizzare iniziative del genere, magari assieme alle associazioni dei consumatori, per difendere servizio, posti di lavoro e diritti dei cittadini.
    Si aggiunga inoltre che la cosa proposta arriverebbe a colpire i territori marginali, di campagna, di collina e di montagna, rendendo sempre più invivibile la scelta del rimanere a vivere e lavorare nei posti che bisognerebbe presidiare per difendere l’ecologia del sistema, il terreno e le acque che portano al degrado dei centri e delle città. Anceh dal punto di vista ecologico l’abbandono delle periferie è proprio una corsa verso la morte dell’umanità, attraverso la distruzione del proprio vivere civile.

  • Leopoldo

    Una volta il postino bussava tre volte, adesso vengono tre postini ma non bussa nessuno! A volte la posta la si trova appoggiata sui muretti. Ricevere una missiva è diventato un opzional, al punto che alla banca di cui sono cliente ho dovuto dire di non inviarmi più l’estratto conto trimestrale perché, oltre al notevole ritardo con cui mi arriva, a volte non mi arriva proprio, restando con la preoccupazione del fatto che dati sensibili possano finire in mani sbagliate. Questi sono gli effetti delle liberalizzazioni dei servizi!