Il presidente del Consiglio europeo Tusk ammette: temo il contagio politico, non quello finanziario
Interviste a raffica oggi a Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo che svela quali sono i timori e le paure dentro l’eurogruppo: non è tanto la possibile conseguenza di una Grexit sull’eurozona, ma il “contagio ideologico”, «l’illusione ideologica che sia possibile cambiare corso all’Europa, che si possa costruire un’alternativa alla visione tradizionale dell’Europa, al discorso sull’austerità».
La crisi greca ha ridato forza ai gruppi politici più radicali, sia di destra che di sinistra, alimentando “un’atmosfera pre-rivoluzionaria” che l’Europa non aveva più sperimentato dal 1968. così il presidente del Consiglio europeo al Financial Times e al francese Le Monde. “Temo molto questo contagio ideologico o politico, non finanziario, di questa crisi greca – ha detto al quotidiano della City – c’è sempre stato lo stesso schema prima delle più grandi tragedie della nostra storia europea, questa alleanza tattica tra i radicali di tutti i fronti. Oggi, certamente, stiamo assistendo allo stesso fenomeno politico”.
Tusk si è detto preoccupato per l’estrema sinistra che oggi sta sostenendo “questa illusione da sinistra radicale secondo cui si possono creare alternative” all’attuale modello economico europeo, rigettando al contempo valori tradizionali dell’Europa quali la “frugalità” e i principi liberali.
Questa retorica dei leader dell’estrema sinistra, associata all’alto tasso di disoccupazione giovanile in diversi Paesi dell’Ue, può rappresentante una combinazione esplosiva: “Per me, l’atmosfera è abbastanza simile a quella dopo il 1968 in Europa.
Posso percepire, forse non un’atmosfera rivoluzionaria, ma qualcosa di simile a una diffusa impazienza. Quando l’impazienza non è più individuale, ma viene percepita a livello sociale, questo è l’inizio delle rivoluzioni”.
Nella foto Tusk con Alexis Tsipras
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