Il verminaio dei grandi appalti pubblici è solo in parte scoperchiato
Sono innegabili le enormi responsabilità del Governo nel sistema tentacolare che irretisce e lega con il filo della corruzione i grandi appalti pubblici in tutta Italia: dalla Salerno-Reggio Calabria all’Expo, dall’alta velocità alle autostrade, dalle Alpi alle Piramidi. Sono disseminati in questa vicenda personaggi noti di cui, in più occasioni, abbiamo continuato a denunciare l’operato: Vito Bonsignore, già condannato per tentata corruzione, il presidente della Sat Antonio Bargone, che già abbiamo invitato a riferire in sede di Commissione Lavori pubblici del Senato sulla grave vicenda dell’Autostrada Tirrenica, il dominus totale Incalza, araba fenice riesumata da ogni compagine governativa, Antonio Acerbo, signore dell’Expo, Stefano Perotti, direttore dei lavori della Metro C di Roma e, primus inter pares, il ministro Lupi, di cui troppe volte ormai abbiamo chiesto le dimissioni.
Come è possibile, da parte di un Governo che ribadisce la propria vocazione alla modernizzazione del Paese, riproporre sistematicamente la gestione commissariale che per sua natura sfugge a procedure e controlli? Di certo è evidente un fatto: tutti in questo gioco perverso hanno avuto un ruolo ed ora spetta soltanto alla magistratura fare il suo corso.
Resta però il grimaldello dell’attività preventiva: intervenga con la massima celerità Cantone – ad esempio con un focus sull’autostrada Tirrenica – e si predisponga immediatamente la Commissione di inchiesta specifica su Anas, di cui abbiamo da tempo chiesto la costituzione con un gruppo di senatori. Il presidente Anas riferirà oggi in Commissione sul codice degli appalti, ma urge un lavoro di lungo periodo: un programma di analisi puntuale della situazione, con focus specifici e capillari su tutto il corpus dei Lavori pubblici, per salvare dalla corruzione ciò che resta del tessuto onesto di questo Paese.
Per quanto riguarda il ministro Lupi, invece, alla luce di quanto emerso, non c’è soluzione politica diversa dalle dimissioni: il solo atto dovuto ai cittadini di questo Paese affinché non sia definitivamente minata la fiducia non tanto in questo Governo, bensì nello Stato. Se questo é il cambio di verso di Renzi, é proprio un brutto verso.