Ilva, decreto governo svela che siamo ancora al punto di partenza
Siamo all’ennesimo decreto sull’Ilva di Taranto, ogni governo sforna decreti che sembrano essere come delle pozioni magiche, che dovrebbero risolvere i problemi complessi del piu’ grande impianto siderurgico d’ Europa. Credo che il merito di questo decreto sia quello di svelare che siamo alla casella di partenza: 2 anni persi, un piano ambientale anche molto ambizioso, ma largamente da realizzare e da cantierizzare. E i problemi rinviati di governo in governo, di decreto in decreto.
I soldi dei Riva sono soldi sequestrati, possono essere utilizzati? E se sono confiscati e vengono utilizzati configurano l’ipotesi di aiuto di Stato? Qualcuno in 3 governi di larghe intese ha parlato con Bruxelles? Ancora, cosa si ritiene di fare relativamente ad una produzione che se non riparte con finanziamenti adeguati rischia lo schianto?
Stiamo nella condizione di svendere l’Ilva? E quale imprenditore straniero, per quanto facoltoso, può comprarsi una fabbrica che ha inglobato anche alcune migliaia di cause di risarcimento? Ci sono molte domande che dicono che bisognerebbe sedersi ed affrontare anche con competenza tecnico-giuridica un problema che invece è stato affrontato dal governo Monti, dal governo Letta e ahimè rischia di essere affrontato anche dal governo Renzi con improvvisazione, superficialità, e sciatteria.
Commenti
-
francesco
-
Roberto
-
battistino
-
battistino