Ilva Genova, tensioni al corteo Fiom in difesa dell’accordo di programma. Ferrara: Renzi intervenga, serve segnale forte
Momenti di alta tensione al corteo dei metalmeccanici Ilva a Genova. Per qualche minuto si è temuta una carica della polizia, poi il clima si è stemperato grazie ad una una funzionaria di polizia che si è tolta il casco e ha stretto la mano alcuni lavoratori, arrivati faccia a faccia con gli agenti in tenuta antisommossa, e che di fronte al gesto della donna hanno deciso di fare un passo indietro.
La Fiom teme che con la vendita di Ilva l’Accordo venga disconosciuto. Con i lavoratori Ilva scioperano anche i dipendenti di altre aziende metalmeccaniche. Il corteo che da Cornigliano vuole raggiungere il centro della città e la prefettura, è stato bloccato da blindati delle forze dell’ordine in Lungomare Canepa, la strada principale di accesso al centro.
Sono almeno 500 i manifestanti che hanno aperto il corteo con lo striscione ‘Pacta servanda sunt’ Ilva Genovà. ‘Vergogna – gridano i lavoratori – il diritto di scioperare per il lavoro viene impedito dalle forze dell’ordine”. In corteo anche mezzi pesanti. In molti gridano “Se non c’e lavoro c’e agitazione”. Il traffico nel ponente cittadino è in tilt.
«Chiediamo al Presidente del Consiglio Matteo Renzi di farsi carico di quanto sta succedendo a Genova in questi minuti e di intervenire immediatamente per dare una risposta ai lavoratori e le lavoratrici dell’Ilva, giunti ormai al terzo giorno di proteste, in un clima di tensione che continua a salire. Occorre dare subito un segnale». Così Sinistra Italiana con il deputato Ciccio Ferrara, componente della commissione Attività Produttive, interviene su quanto sta accadendo a Genova.
«I lavoratori dell’Ilva, prosegue l’esponente di Sinistra Italiana, chiedono una cosa semplice: al tavolo del 4 febbraio al Mise ci sia la presenza di un rappresentante del governo, così da poter avviare una trattativa di merito sull’accordo di programma del 2005, all’interno dell’operazione di vendita del Gruppo Ilva. Il Governo con il suo silenzio non solo si assume la grave responsabilità di sfuggire al confronto ma fa crescere ulteriormente la tensione in città. Se non si interviene subito c’è il rischio di trasformare un problema sociale in una questione di ordine pubblico», conclude Ferrara.
Intanto al Senato ha approvato, in via definitiva, il ddl di conversione in legge del decreto sull’Ilva che prevede la cessione a terzi dell’azienda. Hanno votato a favore 157 senatori, 95 contro e tre si sono astenuti.