Indesit, azienda ristrutturata con fondi pubblici
Una notizia che non sorprende, ma che lascia comunque l’amaro in bocca Un altro pezzo di Made in Italy che va via. Una decisione che lascia l’amaro in bocca e che mostra tutti i limiti di visione delle politiche industriali dei nostri governi, nazionale e regionale.
Dapprima l’annuncio di un numero elevatissimo di esuberi da parte dell’azienda; la successiva apertura di una vertenza complicata d’avanti al Ministero dello Sviluppo Economico, conclusa con l’annuncio di ammortizzatori sociali per i lavoratori in esubero ed investimenti pubblici per l’innovazione del settore degli elettrodomestici, a disposizione della Indesit. In cambio l’azienda si impegnava ad investire sul territorio e a garantire i livelli occupazionali. Oggi la notizia della vendita agli americani.
Di fatto si sono pagati con soldi pubblici i costi della “ristrutturazione aziendale” e del centro di ricerca e sviluppo all’interno dello stabilimento di Fabriano, che hanno sicuramente inciso positivamente sul valore delle azioni vendute dalla famiglia Merloni senza nessuna garanzia del rispetto del piano industriale concordato con il Governo. Attendo di conoscere i dettagli dell’accordo e gli impegni sul piano industriale prima di esprimere un giudizio più approfondito, ma se la vendita della Indesit comporterà un venir meno delle garanzie per il territorio, chiameremo gli attori di questa vicenda alle proprie responsabilità.