Internet day, l’università e la ricerca italiana rischiano di festeggiare ben poco
Le istituzioni hanno ricordato a Pisa la prima connessione alla rete Internet, garantita attraverso il lavoro dell’allora CNUCE (Centro Nazionale Universitario di Calcolo Elettronico) del Consiglio Nazionale delle Ricerche: un motivo di legittimo orgoglio per la storia della ricerca scientifica italiana e pisana in particolar modo. Da ARPAnet, la rete costituita nel 1969 dal dipartimento della Difesa degli Stati Uniti d’America ed embrione dell’attuale Internet, erano passati ormai diversi anni. Già nella nostra città, attraverso studi scientifici all’avanguardia in Europa, la Calcolatrice Elettronica Pisana e quel primo corso di laurea in Scienze dell’Informazione aprivano la strada alle attuali generazioni di ricercatori. Ricercatori capaci ancor oggi di ottenere successi straordinari in ogni campo – basti pensare alla vicenda della onde gravitazionali – ma che subiscono la piaga della precarietà e del definanziamento costante. Il tutto mentre il governo parla di “valutazione” e “merito” senza consentire a Università ed Enti di Ricerca di disporre d’appropriati finanziamenti, finanche per il funzionamento ordinario. Ancora oggi il governo non afferma una politica complessiva per la ricerca di base e quel diritto agli studi che è strumento principale sia del successo formativo che di pari opportunità per gli studenti di più debole provenienza socio-economica.
Ecco perché è assurdo e inconcepibile che il presidente del Consiglio si permetta di bollare come “incomprensibili” le contestazioni svoltesi davanti alla sede pisana del CNR, sede dei festeggiamenti istituzionali.
L’università e la ricerca italiana rischiano di festeggiare ben poco, infatti, se non è restituita loro una cornice di dignità, se non si permette a un cittadino “capace e meritevole seppur privo di mezzi” di divenire quel ricercatore che proseguirà la nostra straordinaria tradizione di studi. Altrettanto assurdo parlare di “incomprensione” se il Presidente del Consiglio non rammenta le disuguaglianze che il suo governo e la sua maggioranza hanno incrementato nel corso degli ultimi anni, attraverso provvedimenti come il Jobs Act o il taglio alle spese sociali degli Enti Locali.
“Incomprensibile”, per davvero, la gestione della piazza, con le sue cariche “a freddo” e senza ragioni d’immediato pericolo per l’ordine pubblico, tanto che un giornalista di Repubblica pare sia stato colpito da un manganello. “Incomprensibile” il dispiegamento massiccio di forze dell’ordine. “Incomprensibile” che non ci sia stato l’interesse a confrontarsi con le ragioni dei manifestanti, fra cui numerosi piccoli risparmiatori di banca Etruria.
“Incomprensibile”, per noi che crediamo nella bravura e nell’impegno delle nostre comunità accademiche e di ricerca, che oggi si costruisca un palcoscenico per il governo senza una sana e doverosa centralità quotidiana dei diritti e dei saperi. Questo, si, è incomprensibile.
*Coordinatore SEL Pisa città
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Francesco