Sei in: Home › Attualità › Notizie › Iraq, le commissioni difesa di Camera e Senato: sì all’invio di armi. Il no di Sel: serve contingente Onu e corridoi umanitari
Mercoledì, 20 agosto 2014

Iraq, le commissioni difesa di Camera e Senato: sì all’invio di armi. Il no di Sel: serve contingente Onu e corridoi umanitari

profughi iraq

Mentre il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, è a Bagdad per la sua missione lampo in Iraq, a Roma le commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato hanno approvato la risoluzione della maggioranza (a prima firma di Giorgio Tonini del Pd) per la fornitura di armi al governo iracheno.   Bocciate le altre due mozioni, quelle di M5S e Sel, contrarie all’invio di armamenti ai peshmerga.

«Un contingente Onu a protezione dei civili con funzioni di ‘Peace Enforcement’ a guida europea e l’apertura di una conferenza di pace sul Medioriente che coinvolga tutti gli attori della regione e partire dall’Iran e dall’Arabia Saudita». E’ la proposta avanzata da Sinistra Ecologia Libertà con gli onn.li Erasmo Palazzotto e Donatella Duranti, capogruppo in commissione Esteri e Difesa della Camera dei Deputati al termine dell’informativa delle Ministre Mogherini e Pinotti sulla situazione in Iraq e la fornitura di armi alle milizie Peshmerga.

«Non possiamo pensare di non assumerci le nostre responsabilità sulla situazione in Iraq – continuano gli esponenti di Sel – non possiamo delegare ad altri il compito di proteggere le popolazioni civili da una minaccia che abbiamo contribuito a creare, con le scelte compiute verso l’Iraq negli ultimi 15 anni dai governo che si sono succeduti nel nostro Paese. Riteniamo inoltre incredibile che il Governo assuma decisioni di questo tipo senza che il Parlamento nella sua interezza ne abbia discusso – concludono i deputati di Sel – Scelte di questo tipo riguardano il ruolo del nostro paese alla guida dell’Unione Europea sullo scenario globale e non possono essere liquidate in una riunione di commissione».

la mozione presentata da Sel 

 

Commenti

  • Leopoldo

    Fin quando l’occidente rimarrà prigioniero del retaggio delle antiche crociate e continuerà a guardare a tutta l’area del medio oriente come l’orto di casa sua, dove piantare o spiantare alberi, non considerando di avere a che fare con culture e tradizioni millenarie rimaste ferme nel tempo come reazione alle ingerenze e interferenze dell’occidente colonialista, che oltre allo sfruttamento intensivo delle risorse naturali ha sempre cercato di occidentalizzare gli stili di vita di quell’area, non possiamo che aspettarci che quanto sta accadendo durerà all’infinito. Se l’occidente non si impegna interamente, seriamente ed energicamente a redimere la questione palestinese, costringendo Israele a riconoscere la piena legittimità di uno stato al popolo della Palestina, non sarà affatto credibile di fronte a queste ultime missioni intraprese, poiché già adesso dimostra chiaramente di avere una visione unilaterale della situazione mediorientale.

  • Claudio

    Errore
    gravissimo.

    NON SI ABBANDONANO GLI INERMI AL MASSACRO JIADISTA O DI QUALUNQUE ALTRA BANDA DI
    ASSASSINI, IN ATTESA CHE LA BUROCRAZIA EUROPEA O ONU SI METTA (forse) D’ACCORDO,
    PER LA CREAZIONE DI UN QUALUNQUE DISPOSITIVO DI DIFESA (che avrebbe comunque,
    oltre a quelli politici anche oggettivi tempi tecnici).
    Quanti cristiani, yazidi, sciiti, ecc. dovrebbero ancora scomparire dalla faccia della
    terra in attesa delle decisioni europee?
    Quanti bambini dovrebbero morire ancora di stenti o di violenza spietata mentre a
    Bruxelles si discute?
    E poi perché negare ai curdi, aggrediti, la possibilità di difendersi
    adeguatamente?
    La difesa immediata e concreta dei civili, con tutti i limiti e le contraddizioni che
    può avere la fornitura di armi ai curdi, non ostacola una iniziativa di pace
    nella regione; semmai gli ostacoli derivano da altri fattori, di ordine economico,
    strategico, politico, ecc. ben difficilmente superabili se continua il
    massacro.
    Poter avviare un iniziativa di pace, comunque concepita, mentre i jiadisti uccidono,
    distruggono e spadroneggiano indisturbati in tutta la regione, mi sembra del
    tutto fuori della realtà, il che non vuol dire che non si debba affrontare una
    buona volta l’enorme pasticcio generato in tutto il medio oriente (dalla
    Palestina all’Irak) dagli errori dell’occidente.
    Ma a partire dall’arresto della furia jiadista e del tentativo (concreto) della
    creazione di un califfato sunnita in tutta la regione.
    La sinistra di un tempo non avrebbe mai assunto una posizione così astratta.
    Questa sinistra francamente non la capisco più, pur avendo votato per SEL.

  • dario

    Vorrei capire chi si prende la responsabilità dell primo babino ucciso con le armi fornite dal nostro governo.

  • Andrea

    Vorrei anche citare un piccolo articolo, l’11°, della nostra bistrattata e troppe volte dimenticata Costituzione Italiana: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa
    alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle
    controversie internazionali…”. Questo provvedimento è incostituzionale! E poi che scenari si svilupperanno? Io sono favorevole ad uno stato laico kurdo (Kurdistan), ma i turchi saranno d’accordo? Aspetto il giorno i cui i kurdi con le armi date anche da noi italiani cominceranno a sparare contro i soldati turchi per l’indipendenza (cosa di cui sono comunque favorevole). Bello scenario destabilizzante! Renzi e i suoi “ministri” sono sempre più assimilabili a degli imbecilli. Bene ha fatto SEL a votare contro l’armamento!

  • Paolo

    Concordo pienamente, possibile che a sinistra non ci sia una serie riflessione sull’uso della forza?

  • Maurizio

    Quindi Andrea, dovremmo rimanere a guardare massacrare civili solo perché non sono sunniti? Sperare in “forze di interposizione” dell’ONU, che visti i tempi biblici, ci metterebbero mesi? E poi, alle forze di interposizione, diciamo che possono o non possono sparare? Non stiamo attaccando nessuna nazione, stiamo dando armi a un paese alleato per difendersi da terroristi. Stiamo dando armi a curdi e esercito iracheno, non stiamo attaccando uno stato sovrano. E infine: vuoi giustamente uno stato per i curdi. Chi dovrebbe farlo quello stato, se non i curdi stessi? Forse la loro azione in questo frangente darà loro più potere contrattuale per richiedere maggiore autonomia e perché no, indipendenza. Oppure, da bravi paternalisti quali siamo noi occidentali, andiamo noi a disegnare con penna e riga i nuovi confini? Ripudiare la guerra, evitare la violenza, è giusto e sacrosanto. Ma non per questo possiamo pensare di vivere in un mondo bellissimo dove tutto si risolve con tavoli e negoziati. Di fronte a criminali di siffatta risma, non credo che sia possibile intavolare un discorso e farli arrivare a più miti consigli. L’uso della forza, in questo caso, mi sembra l’unica soluzione. Come lo è nelle guerre di liberazione, nelle resistenze ai fascismi e così via. Dovremmo emanciparci da questo pacifismo “senza se e senza ma”, che a me sa tanto di isolazionismo e porta inevitabilmente a lavarcene le mani di tutto quello che accade fuori casa nostra.

  • Antonino Blunno

    Mentre Roma si discute, Sagunto viene espugnata.
    Questa è la situazione e a questo bisogna rispondere. Non domani, ma oggi.

  • mario

    parlate di contingente onu e corridoi umanitari, questa è la vostra risposta alternativa all’invio tempestivo della armi per fermare il massacro ? ma perchè compagni troviamo sempre il modo di farci del male e di perderci in tante chiacchere? Basta con i teorici del nulla!!!!!!!!!!!!!

  • palmieri Gino

    ritengo sia giusta la posizione dei parlamentari di sel sulla situazione in iraq

  • Andrea

    Il fatto è che bisognerebbe guardare meno televisione sensazionalistica e leggere gli approfondimenti dei quotidiani (anche on-line). Fornire armi ad un popolo seppure oppresso come quello dei kurdi vuol dire mettere a rischio la vita delle due italiane sequestrate in Siria e assumersi le responsabilità di un nuovo conflitto, con immancabili ripercussioni sui civili kurdi, da parte della Turchia che li considera comunque dei “terroristi” (Il Kurdistan è in parte in Iraq e in parte in Turchia). Infine armiamo questi per disarmare l’IS quando era stata a suo tempo armata dagli americani perché anti-Assad: ipocrisia galoppante. Quando non si ha chiaro il quadro geopolitico del medioriente, è meglio fermarsi un attimino e respirare, anziché lasciarsi andare a facili conclusioni messe in bocca dalla superficialità della TV.