Israele dopo le bombe prepara l’azione via terra. Sel: fermare l’escalation militare. L’Europa intervenga
Israele ha intensificato le sue attività militari nella Striscia di Gaza, conducendo diversi attacchi aerei nella notte tra lunedì 7 e martedì 8 luglio. I bombardamenti sono stati effettuati in risposta al lancio di decine di razzi da parte di Hamas verso i territori israeliani. In totale per ora, secondo l’agenzia Maan, le vittime sarebbero 11, alle quali vanno aggiunte però le due dell’ultimo attacco. Molti i feriti. Almeno 17, tra cui una donna e due bambini.
I raid sarebbero stati pianificati, secondo quanto riporta la Bbc, in risposta ai razzi sparati dal movimento islamista palestinese Hamas. «Non tratteremo più Hamas con i guanti», ha detto il primo ministro Benyamin Netanyahu riferendosi all’attuale situazione con la Striscia. «Hamas – ha aggiunto – ha scelto di far salire la situazione e pagherà un prezzo pesante per averlo fatto». Pronti all’offensiva su Gaza – Il premier ha dato ordine all’esercito di prepararsi a una possibile offensiva di terra nella Striscia. Lo ha fatto durante un incontro al ministero della Difesa, fa sapere un ufficiale israeliano secondo quanto riporta Haaretz.
Intanto dalle colonne del quotidiano israeliano, il presidente Usa Barack Obama invita le parti a cessare le violenze, definendo quello attuale “un momento pericoloso” per la regione. Usando un linguaggio dalle sfumature emotive Obama aggiunge, come padre, di non riuscire ad immaginare il dolore provato dai familiari dei tre ragazzi israeliani uccisi e allo stesso tempo di essere rimasto molto colpito dall’insensato omicidio dell’adolescente palestinese.
«E’ incredibile la distrazione con cui gran parte dell’opinione pubblica guarda a quanto sta avvenendo in queste ore in Medio Oriente, come se fosse normale routine e non un fatto di una gravità inaudita che rischia di far precipitare quell’area in una fase di ulteriore instabilità». Lo afferma il responsabile nazionale Esteri di Sel Arturo Scotto.
«La radicalizzazione delle posizioni sta portando ad un acuirsi del conflitto che infetterà inevitabilmente anche i paesi limitrofi, a partire dal Libano. Israele deve fermare immediatamente l’escalation militare».
Un’Europa senza politica estera ha lasciato un vuoto nel processo di pace israelo-palestinese. Sel, che nel maggio scorso ha svolto una missione in Israele e Palestina, vuole dare il suo piccolo contributo a riallacciare ponti e domani incontrerà l’Ambasciatore Palestinese in Italia, la signora Mai Alkaila, conclude Arturo Scotto.
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