Italia ultima nei paesi Ocse per occupazione giovanile: 52,8%. Airaudo: anche l’Ocse tra i gufi?
Ci sono oltre 35 milioni di giovani tra i 16 e i 29 anni nei Paesi Ocse che non lavorano né sono inseriti in un percorso di formazione, i cosidetti Neet – neither employed nor in education or training. È la rilevazione condotta dall’Ocse nel rapporto su Competenze e occupabilità dei giovani. I numeri sono particolarmente elevati nei Pasi dell’Europa meridionale, sottolinea l’Ocse, che sono stati maggiormente colpiti dalla crisi.
Ma il dato più triste ci riguarda: l’Italia è l’ultimo paese dell’area Ocse per occupazione giovanile. Appena il 52,8% dei giovani tra i 25 e i 29 anni ha un’occupazione, contro una media pari nell’area al 73,7%. Penultima e terzultima in classifica sono rispettivamente Spagna (58,1%) e Slovacchia (66,9%). Il paese con la maggior percentuale di giovani occupati è invece l’Olanda (81,7%), seguita da Austria (81,4%) e Giappone (81,2%). In Europa peggio dell’Italia solo la Grecia che però non è inclusa nella classifica Ocse.
In numeri significa che ci sono oltre 35 milioni di giovani tra i 16 e i 29 anni nei Paesi Ocse che non lavorano né sono inseriti in un percorso di formazione. Circa 20 milioni di questi Neet “non sono inseriti nel sistema scolastico e formativo e non cercano lavoro”. “Si corre quindi il rischio – dichiara ancora l’Ocse – che questi possano essere ‘dimenticati’ nell’ambito delle opportunità offerte dai sistemi formativi, sociali e del mercato del lavoro del loro Paese”.
«Ora anche l’Ocse gufa contro Renzi? Ma la realtà è ben diversa e la verità è che questo governo le ha bucate tutte: da garanzia giovani al jobs act. E se la crisi mette in ginocchio la nostra occupazione giovanile e quella adulta non se la passa bene il dato piu’ drammatico sono i giovani che non studiano e non lavorano. Un vero e proprio disastro Italia». E’ il commento del responsabile lavoro di Sel on. Giorgio Airaudo.
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Peppe Parrone