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Mercoledì, 27 maggio 2015

Italia ultima nei paesi Ocse per occupazione giovanile: 52,8%. Airaudo: anche l’Ocse tra i gufi?

Cresce la disoccupazione giovanile

Ci sono oltre 35 milioni di giovani tra i 16 e i 29 anni nei Paesi Ocse che non lavorano né sono inseriti in un percorso di formazione, i cosidetti Neet – neither employed nor in education or training. È la rilevazione condotta dall’Ocse nel rapporto su Competenze e occupabilità dei giovani. I numeri sono particolarmente elevati nei Pasi dell’Europa meridionale, sottolinea l’Ocse, che sono stati maggiormente colpiti dalla crisi.

Ma il dato più triste ci riguarda: l’Italia è l’ultimo paese dell’area Ocse per occupazione giovanile. Appena il 52,8% dei giovani tra i 25 e i 29 anni ha un’occupazione, contro una media pari nell’area al 73,7%.  Penultima e terzultima in classifica sono rispettivamente Spagna (58,1%) e Slovacchia (66,9%). Il paese con la maggior percentuale di giovani occupati è invece l’Olanda (81,7%), seguita da Austria (81,4%) e Giappone (81,2%). In Europa peggio dell’Italia solo la Grecia che però non è inclusa nella classifica Ocse.

In numeri significa che ci sono oltre 35 milioni di giovani tra i 16 e i 29 anni nei Paesi Ocse che non lavorano né sono inseriti in un percorso di formazione. Circa 20 milioni di questi Neet “non sono inseriti nel sistema scolastico e formativo e non cercano lavoro”. “Si corre quindi il rischio – dichiara ancora l’Ocse – che questi possano essere ‘dimenticati’ nell’ambito delle opportunità offerte dai sistemi formativi, sociali e del mercato del lavoro del loro Paese”.

«Ora anche l’Ocse gufa contro Renzi? Ma la realtà è ben diversa e la verità è che questo governo le ha bucate tutte: da garanzia giovani al jobs act. E se la crisi mette in ginocchio la nostra occupazione giovanile e quella adulta non se la passa bene il dato piu’ drammatico sono i giovani che non studiano e non lavorano. Un vero e proprio disastro Italia». E’ il commento del responsabile lavoro di Sel on. Giorgio Airaudo.

Commenti

  • Peppe Parrone

    I numeri, le percentuali, i dati catastrofici dell’economia, ormai li conosciamo tutti.
    Da ex iscritto, ma ancora (e non so fino a quando) simpatizzante a SEL, posso chiedere cosa pensano i dirigenti di SEL sulla proposta dei Certificati di Credito Fiscale????
    La proposta dei CCF, elaborata da Biagio Bossone, Marco Cattaneo, Luciano Gallino, Stefano Sylos Labini, ed ancora Maria Luisa Bianco, Massimo Costa, Stefano Lucarelli, Guido Ortona, Tonino Perna.
    Può qualcuno spiegare ad un ignorante di economia come il sottoscritto, come mai proprio le forze che si proclamano di sinistra sono tra i più ostili al progetto dei Certificati di Credito Fiscale???.