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Mercoledì, 25 novembre 2015

Italia verso Parigi, rapporto di Legambiente: crollo dell’energia rinnovabile

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Dal 2011 al 2014 gli impianti di solare fotovoltaico e eolico installati in Italia non sono diminuiti ma crollati: si passa da 10.663 MegaWatt a 733 MW nel 2014. E le prospettive del 2015 “sono ancora peggiori”. Di conseguenza il rischio è  “un concreto stop allo sviluppo di un settore innovativo, che ha contribuito al 40% circa dei consumi elettrici, garantendo in questi anni la riduzione delle importazioni di fonti fossili, del prezzo dell’energia elettrica e delle emissioni di gas serra”. E ciò risulta “ancora più preoccupante in vista della prossima conferenza sul clima, che si aprirà il 30 Novembre a Parigi, per la credibilità di un Paese europeo, che proprio su questi obiettivi vorrebbe svolgere un ruolo da protagonista per arrivare a un accordo internazionale sul clima”. Nel corso della prima giornata del Forum Qual Energia, Legambiente presenta questi dati in un dossier dal titolo ‘Stop alle rinnovabili in Italia‘ con numeri inediti sul calo della diffusione degli impianti da energia rinnovabile, con una sintesi dei provvedimenti che hanno causato questa situazione e le prospettive positive che invece potrebbero aprirsi con un cambio di marcia delle politiche energetiche nazionali.

Il perché del crollo è facilmente spiegabile. Negli ultimi anni “con impressionante sistematicità”  i Governi Monti, Letta e Renzi sono intervenuti per ridurre drasticamente le possibilità di investimento nelle fonti rinnovabili. Per il solare fotovoltaico – lamenta Legambiente – sono stati cancellati nel 2013 gli incentivi in conto energia, il sistema di incentivi per il solare fotovoltaico, (che in Germania invece sono ancora in vigore) togliendoli perfino per le famiglie e per la sostituzione dei tetti in amianto. Per le altre fonti rinnovabili i tagli sono cominciati nel 2012 e si può sostenere, con difficoltà di smentita, che da allora non vi sia stato un solo provvedimento da parte dei Governi italiani che ne abbia aiutato lo sviluppo.

Il Governo Renzi in questi 20 mesi “si è contraddistinto per un accanimento ancora più accentuato dei suoi predecessori nei confronti delle energie pulite, col decreto ‘Spalma incentivi’- denuncia Legambiente- che è intervenuto in maniera retroattiva sugli incentivi, con nuove tasse per l’autoproduzione da fonti rinnovabili e regole penalizzanti per gli oneri di dispacciamento, giustificate con la non programmabilità delle energie pulite; poi nuovo decreto di incentivi alle rinnovabili non elettriche che, ancora prima di entrare in vigore, ha già determinato uno stop degli investimenti, viste le scelte che prevede”. Ma se i Governi precedenti “potevano ignorare gli effetti di queste politiche”, il Governo Renzi “non può non sapere che con lo stop agli incentivi le installazioni sono crollate del 92%, e che sono stati bloccati persino provvedimenti a costo zero che permetterebbero di aiutare le rinnovabili con la semplificazione delle procedure e il via libera all’autoproduzione e allo scambio della produzione da rinnovabili con la rete”.