Italicum, passa l’emendamento “canguro” che tagli emndamenti e dibattito. De Petris: ora Forza Italia è parte integrante del governo
Il Senato ha approvato l’emendamento Esposito che recepisce l’Italicum 2. I voti a favore sono stati 175, 110 i voti contrari e due astenuti. Il vice presidente del Senato Roberto Calderoli ha quindi specificato che a seguito della votazione, sono preclusi 35mila emendamenti sui 47mila presentati.
L’Aula del Senato aveva precedentemente bocciato entrambi gli emendamenti Gotor alla legge elettorale. Il primo emendamento a essere respinto – hanno votato contro 170 senatori, a favore 116 (tra cui M56), 5 gli astenuti – è stato quello volto a introdurre una proporzione del 70 e 30% tra eletti e nominati. Il Senato ha bocciato anche la seconda proposta con 168 no, 3 astensioni, mentre 108 senatori hanno votato a favore.
«Oggi è stata scritta una delle pagine in assoluto peggiori nella storia del Parlamento italiano. Oggi una nuova maggioranza, della quale fa parte a pieno titolo Forza Italia, ha approvato una falso emendamento, quello del senatore del Pd Esposito, studiato apposta per ‘fregare’ chi avrebbe voluto modificare in alcuni punti chiave questa pessima legge elettorale».
Lo afferma la senatrice di SEL Loredana De Petris, presidente del Gruppo Misto di Palazzo Madama, che prosegue: «Far passare una legge fondamentale come quella elettorale con trucchi e trucchetti è semplicemente indecoroso. Sarebbe stato molto più onesto porre la questione di fiducia sul maxiemendamento che riscrive l’Italicum. Così, almeno Fi avrebbe votato la fiducia e sarebbe stato chiaro – conclude la presidente De Petris – che il partito di Berlusconi è parte integrante della nuova maggioranza, ed è anzi il principale alleato del Pd».
la dichiarazione di voto per Sel della senatrice De Petris:
Signora Presidente,
ieri, nel mio intervento ho già esposto – credo con estrema chiarezza – che cosa penso di questo pseudo emendamento. In sostanza, ritengo – e voglio ribadirlo in questa sede – che esso sia in realtà un ordine del giorno, che non doveva quindi essere assolutamente reso ammissibile dalla Presidenza. E, per la verità, mi spiace siano stati portati precedenti che non hanno alcun rilievo rispetto ad una legge elettorale.
Dico anche che peraltro sarebbe opportuno valutare proprio l’effetto che questo pseudo emendamento produrrà: ossia rendere preclusa una serie di altri emendamenti. Ormai non siamo più alla tecnica emendativa, ma qui siamo semplicemente all’utilizzo spregiudicato di volgari trucchi. La Presidenza, nel momento stesso in cui mette in votazione quell’emendamento, dovrebbe fare l’elenco dettagliato di tutti quelli che sarebbero preclusi qualora esso fosse approvato.
Tutti coloro che hanno presentato emendamenti, e quindi anche l’Aula, devono avere la conoscenza esatta di quale effetto si avrà. Il senatore Sposetti le ha rivolto l’invito a ritirare moltissimi emendamenti, invocando il dialogo e dicendo che su una legge elettorale non si dovrebbe lavorare in un clima di guerra. È ora evidente che questo emendamento non è un pseudo emendamento difensivo. È un emendamento che mette in campo i trucchi e, se davvero la maggioranza e il Governo avessero voluto fare un ragionamento serio di dialogo, e quindi anche scientifico, sugli effetti – in molti casi la legge elettorale richiede proprio questo – non saremmo qui. Forse saremmo in questa sede con un testo modificato dalla Commissione e con un relatore.
Saremmo qui forse, evidentemente, con una serie di questioni che si potevano affrontare e anche migliorare. Torno a ripetere: si è scelta deliberatamente la guerra, si è scelto ancora una volta di scavalcare e utilizzare tutti i trucchi perché anche quello di venire in Aula senza relatore sappiamo perfettamente che era un trucco. Non si è voluto tenere in considerazione non solo le parole della nostra piccola opposizione ma, come si è visto, neanche le proposte e i ragionamenti che pure provenivano dallo stesso partito di maggioranza.
Io ieri ho proposto al Governo di avere il coraggio di assumersi la responsabilità di questo pseudo emendamento e di mettere il voto di fiducia, anche perché in questo modo si scioglierebbe anche definitivamente e formalmente l’equivoco che accompagna questi mesi il Governo Renzi: finalmente anche Forza Italia voterebbe la fiducia su questo emendamento e formalmente sarebbe sancita in questa Aula la realtà che si è vista con il voto precedente e con le stesse dichiarazioni dell’incontro di ieri. Ci sarebbe un ingresso ufficiale di Forza Italia a tutti gli effetti nella maggioranza. Si sono scelti i trucchi e si è scelta la strada di non fare un lavoro serio in Commissione, com’è accaduto sulla riforma costituzionale. Ciò è avvenuto non perché c’erano tanti emendamenti, ma perché bisognava solo e unicamente venir qui a far ratificare uno dei tanti punti dell’accordo segreto del Nazareno. Io vi ho invitato molte volte a renderci finalmente edotti punto per punto su questo patto: abbiamo passato le vacanze sul decreto fiscale e adesso si porta a compimento la legge elettorale. Forza Italia aderirà e ha aderito a questo pseudo emendamento e credo sarebbe un bene, a questo punto, e un atto di trasparenza quello di renderci edotti tutti. Evidentemente ci sono dei punti politici, ma a quanto pare ci sono altri punti indicibili. Come vedete, avete la sfrontatezza ogni settimana di mettere a frutto i punti dell’accordo stesso.
Ora, in questo clima, si usa l’ennesimo espediente per fare in modo che qua dentro non si possa discutere di tante questioni che sono e rimangono aperte. Il senatore Quagliariello prima ci ha spiegato quante cose sono riusciti portare a casa. Ci ha anche spiegato – gliene do atto per la sua onestà intellettuale – che tutto questo ragionamento sul premio alla lista, su cui peraltro noi non siamo in dissenso, in realt à è un altro trucco. Si vuol dare vita ai listoni, ai patti federativi e, quindi, cito questo esempio per dire che si stanno facendo una serie di passi che produrranno degli effetti su cui non c’è stato modo neanche di discutere in modo approfondito e che cambieranno oppure cristallizzeranno oppure ratificheranno i cambiamenti politici e di maggioranza avvenuti in queste ore e nell’ultimo mese.
Vengo al merito dell’emendamento, che pone una serie di principi.
Questi principi non sono solo il fatto che l’esito, come ha spiegato il collega Fornaro in modo efficacissimo, sarà quello che, alla fine di tutta questa operazione e a compimento (speriamo di no) delle riforme costituzionali e della legge elettorale che proponete, avremo una percentuale minima di persone – donne e uomini – che saranno effettivamente scelti dai cittadini. Quindi, l’effetto sulla disaffezione dal voto sarà – ancora una volta – devastante.
Torno a ripetere che non è che voi siete disattenti. Io ormai mi sono assolutamente convinta che questo è esattamente quello che volete: esattamente voi teorizzate e mettete in campo gli strumenti perché questo sia effettivamente il destino della democrazia del nostro Paese, dove alla fine andrà a votare soltanto una minoranza del Paese. Accadrà come si verifica un po’ negli Stati Uniti, dove i marginali, i poveri e coloro che stanno ai margini della società e che hanno problemi sociali devono essere esclusi totalmente anche dalla cittadinanza. Questo è – evidentemente – lo scopo politico-istituzionale. State consacrando un’idea di democrazia che è esattamente la tomba della democrazia parlamentare: una democrazia di investitura. L’unica cosa che lasciate ai cittadini è quella di poter investire del potere un leader.
Con questa legge elettorale, senza assumervi la responsabilità di inserirla in una riforma costituzionale, inserite, di fatto, come ha detto il senatore Quagliariello, l’elezione diretta del premier senza i contrappesi. Si tratta così – appunto – di una democrazia di investitura: l’unica cosa che potranno fare i cittadini.
Ci sono poi molte incongruenze in questi principi: lo dico perché queste questioni, che noi ripetutamente abbiamo posto, meritavano e meritano la possibilità di essere discusse e approfondite da un Parlamento. Siamo ad un punto di svolta con riferimento alla democrazia parlamentare. Già quest’Aula e l’intero Parlamento sono stati ridotti nelle condizioni in cui sono stati ridotti e possono solo obbedire e votare, ma certamente non discutere. Ma non è soltanto questo: voi vi state accingendo, per effetto del combinato disposto con la riforma costituzionale, a decretare di fatto la fine della democrazia parlamentare.
Per questo motivo, non solo voteremo contro, ma – continuo a ripetere, Presidente – chiedo formalmente di fare l’elenco di tutti gli emendamenti che risulteranno preclusi qualora questo emendamento venisse approvato.
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