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Venerdì, 13 novembre 2015

L’8 per mille: cambiare la legge

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Quest’anno l’8 per mille dell’Irpef ha visto solo il 45,7% dei contribuenti scegliere una confessione religiosa o lo Stato. La somma da ripartire è stata di 1.263.273.115 euro, una somma imponente.

La Chiesa Cattolica ha fatto, come ogni anno, la parte del leone con l’82,4% delle scelte e e un finanziamento pubblico di 1 miliardo e 38,9 milioni di euro.

Allo Stato il 13,35 delle scelte, e alle altre confessioni religiose le briciole, ma sempre milionarie ( ai Valdesi il 3,2, agli Avventisti lo 0,9, alle Assemblee di Dio lo 0,2, agli Evangelici lo 0,3, alle Comunità Ebraiche lo 0,4).

L’anomalia è che pur in presenza del solo 45,7% dei contribuenti che hanno scelto di finanziare una confessione religiosa, il riparto avviene sul 100% dei fondi disponibili.

Dal 1990 al 2015 la Chiesa Cattolica (o meglio la CEI e l’Istituto Centrale per il sostentamento del clero) ha incassato dallo Stato italiano la somma stratosferica di 19,3 miliardi di euro.

Si tratta di un tesoro che ha contribuito in modo straordinario al rafforzamento economico e finanziario della Chiesa italiana.

Nonostante la pubblicità televisiva della CEI ( 40 milioni di euro spesi per gli spot sulle reti della RAI) mostri che l’8 per mille dell’ Irpef servi a finanziare progetti caritatevoli e di solidarietà, nella realtà “solo il 23% delle somme incassate vengono destinate ai poveri e ai bisognosi”.

Non a caso questo meccanismo è stato qualche giorno fa nel mirino delle critiche della Corte dei Conti che ha chiesto esplicitamente una revisione legislativa dell’8 per mille anche in considerazione dell’onere finanziario non più sostenibile per lo Stato in un momento di grave crisi della finanza pubblica.

Dunque è necessario una riflessione sull’8 per mille per una sua riduzione, e anche per individuare meccanismi di trasparenza nella destinazione finale di questi fondi pubblici che vanno rendicontati in modo rigoroso trattandosi di soldi dei cittadini.

Sarebbe un aiuto allo sforzo straordinario che Papa Francesco sta facendo per affermare una visione della Chiesa vicina ai poveri di ogni latitudine.

C’è ancora chi tradisce la Chiesa per “trenta denari” e concepisce la funzione di “principe della Chiesa” in termini di privilegi e potere.

Ricordiamo tutti le parole di Giovanni su Giuda Iscariota, uno dei discepoli di Cristo, poi passato alla storia come il peggiore dei traditori che si lamentava perché l’olio profumato non era stato venduto per 300 denari da destinare ai poveri. Ma a lui, in realtà, non importava niente dei poveri, perché era un ladro e siccome teneva la cassa, avrebbe rubato quei 300 denari.

Purtroppo nella Chiesa di oggi la lotta tra onesti e ladri continua, come del resto nella società nella vita pubblica italiana. E i ladri non hanno in nessuna considerazione, il disagio dei poveri e degli esclusi, tantomeno la visione di una Chiesa francescana.

Commenti

  • Sante Dell Orco

    Accolgo con notevole simpatia questa riflessione sul meccanismo perverso dell’8 x mille, soprattutto alla luce di quanto con forza sta emergendo in questi giorni,Non si tratta di essere contrari alla volontà di chi vuole elargire del denaro alla sua fede, ma sostituirlo con una situazione fotocopiata dal contributo ai partititi. In questo modo si eviterebbe la grave l’anomalia del riparto dell’intera somma, e soprattutto di costringere i cittadini che non vogliono finanziare nessuna religione di fatto a finanziarla. Sono sicuro che su un terreno del genere non saremmo isolati; se SI deve essere qualcosa di nuovo e bene che si caratterizzi con politiche diverse a tutto campo , senza aver timore della loby favorevole al Vaticano che ad esempio il boicotta dal 1997 l’intesa nei confronti dei testimoni di Geova.

  • http://detestor.blog.com/ Detestor

    Però è anche vero che nessuno è costretto a finanziare una religione: basta impiegare 5 secondi del proprio tempo e barrare la casella adeguata, non mi sembra difficile.

  • Sante Dell Orco

    Mi dispiace ma non è così , nell’artico di Gianni Melilla è spiegato il perverso meccanismo, occorre ricordare chi è l’artefice del nuovo concodato del 1984, Bettino Craxi ! ..il nome rappresenta una garanzia ….

  • http://detestor.blog.com/ Detestor

    A meno che non mi sia sfuggito qualcosa dell’articolo, il meccanismo è semplice: chi indica la destinazione dell’8 per 1000 da il suo 8 per 1000 a chi gli pare, l’8 per 1000 di chi non indica, invece, viene suddiviso a seconda delle indicazioni di chi ha indicato (un po’ come chi non vota che viene governato dal parlamento che hanno votato gli altri). Dunque, basta indicare la destinazione e nessuno darà il vostro 8 per 1000 a chi non volete.

  • Alberto aka Jordi

    Ciao Detestor , credo che volesse dire che anche se dai i soldi allo stato poi finiscono lo stesso alla chiesa cattolica
    Quindi sei per forza costretto a darli ad un’altra confessione per non farli avere a loro

  • http://detestor.blog.com/ Detestor

    Ciao Jordi, grazie per il chiarimento. Però mi sfugge come funziona: se do i soldi allo stato, perché dovrebbero finire alla chiesa cattolica?

  • Alberto aka Jordi

    Lo stato può sempre decidere di spendere quei soldi per ristrutturare chiese e conventi , il che non sarebbe neanche sbagliato nel caso appartenessero ai comuni piuttosto che alle città ( allo stato insomma ) , i problemi insorgono quando vengono spesi per quelle strutture di proprietà del vaticano , come nel caso della ristrutturazione della Pontificia Università Gregoriana
    Diciamo che ci finiscono indirettamente e il vaticano in qualche ammortizza i costi

  • http://detestor.blog.com/ Detestor

    Va bene, ma a quel punto è una decisione dello Stato (giusta o sbagliata che sia) che nulla ha a che vedere con l’8 per 1000. Semmai, per l’appunto, il problema sono i soldi dello Stato che vanno nelle tasche del Vaticano per queste vie.
    Davvero, ogni volta che si parla di 8 per 1000 c’è un sacco di fumo, ma in realtà la cosa è semplice a una maniera disarmante: basta mettere la croce sulla casella giusta e la polemica è finita.