La Camera dà il via libera al Jobs Act con 316 si. Sei voto contrari. Sel e minoranza Pd non partecipano al voto
La Camera dei Deputati ha approvato con 316 voti a favore la riforma del lavoro, il cosiddetto “Jobs Act” proposto dal governo Renzi. I voti contrari sono stati solo 6 perché l’opposizione e parte della minoranza del PD non hanno partecipato alla votazione.
I deputati di Sel prima di lasciare l’aula hanno esposto lo Statuto dei Lavoratori listato a lutto per protesta. Nicola Fratoianni coordinatore nazionale e deputato Sel commenta il voto: «Non si cancellano i diritti, non si cancella l’idea di lavoro che è iscritta nella nostra Costituzione. Il Jobs Act non risponde alle necessità del paese, perché non produrrà nemmeno un posto di lavoro in più; al contrario, facilita i licenziamenti. Il Jobs Act mette i lavoratori gli uni contro gli altri, perché instilla l’idea secondo cui ci siano lavoratori iper-garantiti e lavoratori per nulla garantiti. Il Jobs Act toglie tutele e diritti agli uni e agli altri. Continueremo a dare battaglia fuori e dentro il Parlamento».
Il Jobs Act è una legge delega: un testo cioè che pone alcuni principi fondamentali all’interno dei quali il Parlamento delega il governo ad assumere delle decisioni. La legge è già stata approvata dal Senato lo scorso 9 ottobre – con il voto di fiducia, cosa che ha creato discussioni e polemiche – ma è stata modificata alla Camera con un emendamento proposto dal governo e quindi dopo il voto dovrà ritornare all’esame del Senato prima di essere approvata definitivamente.
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Alessandro Favuzza
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Pino Iaco
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