La Camera vota la fiducia e vara il decreto lavoro. Ora passa al Senato. Sel: no al decreto, creerà più precarietà
La Camera ha detto sì alla fiducia posta dal governo sul decreto Lavoro con 344 voti a favore e 184 contrari. Ora l’Assemblea esaminerà gli oltre cento ordini del giorno presentati, per arrivare al voto finale sul provvedimento nella tarda mattinata di domani (la Conferenza dei capigruppo di Montecitorio ha previsto la diretta tv per le dichiarazioni di voto dalle 12). Il decreto dovrà poi affrontare l’esame del Senato e dovrà essere convertito in legge, pena la sua decadenza, entro il 19 maggio.
Sel ha votato no al decreto lavoro. Giorgio Airaudo prendendo la parola nell’Aula della Camera: «Ci proponete nuova flessibilità dicendo che servirà a costruire nuovi posti di lavori ma gli studi empirici dimostrano il contrario». «Quando Renzi ha proposto la svolta gli abbiamo voluto credere con il Jobs Act» ma, ha proseguito Airaudo, Renzi «smentisce sul lavoro la velocità proponendo un decreto e un disegno di legge», non c’è la «cancellazione» delle tante forme contrattuali «che fanno dell’Italia il paese a più alta flessibità» dei paesi europei continentali, «non c’è il contratto a tutele progressive» e c’è una maggiore flessibilità sui contratti a termine e sull’apprendistato che creerà «nuova precarietà».
«Per creare occupazione – ha aggiunto l’esponente di Sel – basterebbe abbassare l’età della pensione e forse il turn over ripartirebbe».
Il testo integrale della dichiarazione di voto per Sel di Giorgio Airaudo