La “cura” di Sel
1. Dopo le elezioni europee, le nuove “larghe intese” continentali mostrano la propria sostanziale volontà di continuazione delle politiche liberiste(1) e di rigore alla base della crisi economica e conseguentemente del peggioramento delle condizioni di vita di gran parte dei popoli dell’Europa, insieme al grande sviluppo delle diseguaglianze. In Italia la grande affermazione elettorale del PD ha obiettivamente contenuto le più pericolose tendenze populiste, ma dentro una sostanziale continuità (nonostante il successo della famosa iniziativa sullo sgravio Irpef…) delle linee rigore di economico, originando una fase politica in cui maggiore è la diffcoltà di organizzazione della sinistra politica. Il Governo Renzi fondato sulle “larghe/piccole” intese non offre risposta strutturale alle grandi emergenze sociali, ambientali e democratiche, mostrando piuttosto, con atti e con dichiarazione d’intenti, di aprire prospettive di peggioramento della precarietà e di tagli a vari livelli del sistema di protezione sociale.
2. Il progetto di riforma istituzionale e di legge elettorale, frutto del patto Renzi–Berlusconi, prospetta un sistema in cui al popolo viene chiesto un pronunciamento plebiscitario e non una partecipazione al governo della cosa pubblica e dei beni comuni. Un sistema timidamente affacciatosi all’epoca di Craxi, culturalmente affermato con il ventennio berlusconiano e che ora s’intende far diventare regola istituzionale. La concezione del confronto elettorale non quale momento di composizione delle istanze sociali, culturali ed economiche del paese, ma come “competizione per la vittoria”, primo dei dieci punti proposti da Renzi alle altre forze politiche per il dialogo, sintetizza questo progetto. Il confronto parlamentare (e nel paese!) sulla riforma istituzionale e sulla legge elettorale è fondamentale per impedire il consolidarsi del nuovo modello di “governamentalità”.
3. Insieme ad alcune e positive esperienze elettorali della sinistra sul territorio, il successo del superamento della soglia della lista Tsipras ha mostrato l’esistenza di una potenzialità per una sinistra politica non residuale né massimalista. Tuttavia le prospettive storiche e politiche della stessa sinistra non sono un dato scontato: queste non possono che essere l’espressione di una vera comunanza di passioni e bisogni che parte dai territori e non può essere né l’”atto” di una società civile illuminata che moralmente si sente superiore (qualche volta perseguitata anche dal fantasma di purezza..), né la “federazione” tra soggetti politici (piccoli) precostituiti.
4. Sia un eventuale referendum sulle riforme istituzionali sia, ancor di più, la proposta di referendum avanzato in questi giorni contro le leggi attuative del pareggio di bilancio (sostenuto anche dalla stessa CGIL) possono rappresentare nel prossimo futuro due impegni fondamentali per una possibile inversione della fase politica. La battaglia parlamentare sul primo punto e il lavoro di raccolta delle frme sul secondo, debbono vedere SEL molto impegnata. È solo nel “fuoco delle battaglie” che possiamo ipotizzare futuri nuovi “centro-sinistra”, ancorché oggi questo schema politico non è nell’ordine delle cose, almeno a livello nazionale, dove confermiamo la nostra collocazione all’opposizione.
5. – Alcuni compagne e compagni hanno scelto di abbandonare il gruppo parlamentare della Camera di SEL per confuire direttamente in quello del PD o per dar vita a una componente (LED) del gruppo misto assai vicina al governo. Questo passaggio ha fatto certo importante danno a SEL (anche con il contributo degli organi d’informazione, purtroppo, nel nostro paese, non indipendenti dai grandi gruppi fnanziari e industriali..). Tuttavia SEL ha avuto anche insuffcienze e approssimazioni che hanno contribuito alla caduta della spinta propulsiva e di tanti potenziali consensi. Evitiamo dunque il paradosso, qualche volta presente nella storia della sinistra, che ogni sconftta politica diventi solo un rafforzativo delle proprie idee o dei modi precedenti. Cerchiamo di vedere lucidamente tutto quello che dobbiamo e possiamo cambiare.
6. In ogni caso le nostre diffcoltà – e di converso una nostra rinnovata spinta all’impegno – trovano motivo anche nei forti attacchi che SEL ha subito e sta subendo. Infatti: il superamento del quorum della lista Tsipras rappresenta un potenziale pericolo che la rabbia e l’inquietudine popolare riescano a esprimersi in una forma politica capace di proporre e attuare concrete azioni di governo a vantaggio delle classi popolari e quindi arginare o sconfggere le politiche liberali, come si prospetta in alcuni paesi EU (i); la presenza della nostra autonoma forza politica e della sua rappresentanza istituzionale è un argine alla vittoria assoluta delle politiche economiche neoliberali e per la prospettiva di un nuovo assetto politico del paese (ii); al Senato i numeri della maggioranza delle larghe intese non sono “sicuri” e non sarà facile il raggiungimento dei 2/3 per la riforma istituzionale (iii).
7. È essenziale conciliare in questa fase la “cura” di SEL con la promozione dell’aggregazione di una sinistra plurale e nuova. Come hanno dimostrato diverse alleanze per le elezioni amministrative realizzate sul nostro territorio, i risultati sono spesso migliori laddove è SEL il soggetto attivo di percorso unitario, con un’adeguata valorizzazione dell’ispirazione originaria della stessa SEL. Far prevalere una delle due istanze, o peggio porle in antitesi, non permetterebbe di raggiungere il risultato di una forte sinistra politica con l’ambizione e la capacità di governare il Paese e i sui territori.
1() – anzi, qualche importante ricercatore, legge questi sviluppi sul piano storico, come un’evoluzione delle tradizionali politiche in campo economico sociale del liberalismo (neoliberismo) e segnala l’affermazione di una vera e propria nuova “ragione del mondo” (qualcosa di più di una “visione” o di una “politica”… ) che conforma tutte le pratiche della vita collettiva e individuale, compreso la stessa sfera psichica.
8. Tuttavia il rafforzamento di SEL e l’unità della sinistra hanno senso e prospettiva se non si attardano sul livello organizzativo interno, ma vivono provando ad affrontare più direttamente i temi concreti della vita delle persone: l’impoverimento e la restrizione delle stato sociale, l’abbattimento dei servizi (salute, anziani, scuole,…), l’emergenza abitativa, l’insicurezza del futuro, l’arbitrio crescente e la restrizione della democrazia. Ed inoltre il grande tema, più che attuale, della questione morale. La sinistra che ci serve dovrà dare rappresentanza, ma anche “essere” strumento di aggregazione, anche di “mutuo soccorso”. Questo deve essere lo spirito con il quale sviluppiamo anche l’impegno negli enti locali e nelle alleanza politiche con lo stesso PD, là dove i compagni ne vedono le condizioni positive.
9. La piena fducia di SEL Firenze al Presidente ed al Coordinatore naz SEL non toglie la necessità di una approfondita e seria rifessione sul nostro assetto organizzativo, a partire da un rilancio dei settori di lavoro e da una rinnovata, effcace, azione di coordinamento tra lavori parlamentari e iniziative di partito. È essenziale, inoltre il tema della formazione politica, da sviluppare soprattutto nel territorio.
10. Accogliamo la proposta del coordinatore prov di organizzare un gruppo di lavoro per la partecipazione alle elezioni di secondo livello per il consiglio della Città Metropolitana, questa sorta di nuova provincia, ma senza l’elezione dei cittadini. Obiettivo di questo lavoro è l’elezione di una rappresentanza della sinistra nel Consiglio, da perseguire con il coordinamento degli eletti e delle elette di SEL e dei nostri alleati, con l’accordo politico con altre forze della sinistra e con accordi istituzionali.
11. Si propone ai circoli che ancora non l’avessero fatto di riunire prima della pausa estiva i propri iscritti e i propri simpatizzanti per un’ampia discussione della fase politica a partire dai principi illustrati nel presente documento (anche per quanto possibile con la presenza di una compagna/o del coordinamento, provinciale o regionale, o delle nostre rappresentanti al Parlamento) ed anche alla partecipazione alle iniziative della Lista Tsipras, contribuendo con i nostri orientamenti culturali e politici e sostenere l’impegno dei nuovi compagni eletti in questa diffcilissima fase che vivono gli Enti Locali.
12. L’assemblea federale SEL Firenze chiede alle elette/i nelle istituzioni locali – e quindi autorizzati ad autenticare le frme per i referendum popolari – di rendersi disponibili presso i costituendi comitati referendari e incarica il coordinamento di seguire la raccolta delle frme e la promozione della collaborazione tra i circoli SEL ed i comitati medesimi.
14. L’assemblea ringrazia il coordinatore provinciale Mauro Valiani per il contributo, l’impegno, la passione e il tempo che ha offerto in questi mesi al partito e, su sua proposta, avvia il percorso per l’individuazione di un nuovo gruppo dirigente incaricando la presidenza, in collaborazione con il coordinamento, di portarlo positivamente a termine. La presidenza e il coordinamento uscente, in particolare, dovranno avviare un confronto con i circoli sia per l’emersione di proposte relative alle persone sia per la discussione di modalità organizzative al fne di ripartire il lavoro politico su di un ampio numero di compagne e compagni in grado di lavorare uniti a partire dalle loro differenze.
Documento approvato dall’Assemblea provinciale Sinistra Ecologia Libertà Firenze, 9 luglio 2014