La dichiarazione di voto di Sel: Non abbiate più il coraggio di chiamarla buona scuola, le vostre menzogne sono finite
La dichiarazione di voto per Sinistra Ecologia Libertà di Loredana De Petris.
Signor Presidente, i senatori di SEL e la stragrande maggioranza dei senatori e colleghi del Gruppo Misto, che in questo dibattito hanno portato con passione il loro contributo, voteranno non solo contro la fiducia a questo Governo – questo, per quanto ci riguarda, era assolutamente scontato – ma anche contro questo disegno di legge, che noi riteniamo un disegno di legge pessimo, un disegno di legge che ancora una volta creerà una grande frattura tra la politica e i cittadini. Si tratta di un disegno di legge che non si è voluto discutere all’interno della Commissione, di un disegno di legge che non si è voluto arricchire e confrontare con il mondo della scuola.
In tutti i modi, in tutte le forme ha fatto sentire la sua voce e ha cercato di dare il suo contributo. Ci ha detto in tutti i modi: fermatevi; apriamo una grande consultazione. Cercate, lavorate perché ci sia il contributo del mondo della scuola.
In Commissione non si è voluto discutere. Si sono trovate mille scuse, trucchi e trucchetti per mettere in scena il solito copione. Per carità, siamo abituati: come dico sempre io, una fiducia alla settimana non ce la toglie nessuno. Ma questa volta avete veramente esagerato. Avete messo in scena non solo il solito copione, ma il problema vero è che il percorso sulla cosiddetta riforma della buona scuola Renzi l’aveva iniziato – vorrei ricordarlo – già nel periodo delle primarie. In quel periodo cominciava a parlare della buona scuola indicandola come priorità. E avete suscitato aspettative; avete indicato al Paese la possibilità finalmente di poter fare una riforma seria. La sceneggiata è iniziata con il documento pubblicato su cui si aprivano le consultazioni. Il documento che poi è stato trasposto nel disegno di legge era molto diverso.
Quando sono iniziate le critiche – se la Ministra sta a sentire – quando il mondo della scuola, gli insegnanti e gli studenti hanno avuto in mano il disegno di legge, una volta che era iniziato il suo percorso in Parlamento ed erano iniziate le audizioni e ci sono stati tentativi di fare delle proposte diverse, immediatamente il presidente Renzi ha messo in atto il solito meccanismo. Ha cominciato tranquillamente, come se niente fosse, a denigrare il mondo della scuola.
Il meccanismo di propaganda messo in atto è stato quello di cominciare a dire che gli insegnanti si volevano sottrarre a qualsiasi tipo di valutazione e che non volevano essere giudicati. Si è cominciato a dire, quando si sono posti i problemi seri sulla stabilizzazione, sulla questione delle assunzioni, che, in realtà, non si doveva fare assistenzialismo. Si è tentato di mettere gli uni contro gli altri. Si è tentato e si è cercato – per questo si è propagandato lo strumento di fiducia – in maniera del tutto strumentale di dire che era l’unico modo per far passare le assunzioni. In realtà, voi non soltanto avete messo in atto strumenti di propaganda, che sono stato sbugiardati in tutti questi giorni e in queste ore, ma vi siete completamente disinteressati – questa è la cosa più grave – delle esigenze vere della scuola. Negli ultimi 20 anni la scuola è stata afflitta da varie riforme, ma tutti questi tentativi di maldestre riforme cosa hanno provocato? Una svalutazione della figura sociale dell’insegnante, una precarizzazione che non ha eguali in Europa, una svalutazione degli stipendi e una riduzione delle risorse costante alla scuola. Quindi, invece di affrontare questi problemi, avete messo in atto un progetto che non soltanto non risponde a questi problemi, ma purtroppo, ahimè, li aggrava per sempre.
Veniamo adesso a tutte le bugie che avete detto. Sul piano assunzionale ci siamo sgolati nel dire di affrontarlo ricorrendo allo stralcio, con un piano serio, di buon senso e pluriennale, così finalmente da sanare e chiudere definitivamente la stagione di precariato di questi ultimi vent’anni. Voi avete invece prodotto un piano assunzionale che, come sapete meglio di me, non risponde alle esigenze vere della scuola, perché tutte le quote di nuovi assunzioni previste in questo disegno di legge non basteranno nemmeno a coprire l’esigenza di posti consolidati. E tutti gli altri? Tutti gli altri che lasciate fuori? Tutti quelli che, secondo i vari Governi che si sono succeduti, si sono inventati vari titoli abilitativi? Tutti quelli a cui avete fatto prendere il TFA e il PAS? Tutti gli abilitati di seconda fascia? Tutti gli altri che, in questi anni, hanno garantito che la scuola italiana andasse avanti, che hanno insegnato, che si sono presi una o due lauree e che hanno fatto la formazione a spese loro? Tutti questi fuori. Tutti questi devono rifare un altro concorso, come se non fossero bastati tutti gli anni di formazione, i titoli abilitativi ed i processi selettivi a cui si sono dovuti sottoporre, sacrificando e anche pagando. Ripeto, lo hanno fatto anche pagando e spesso con grandi sacrifici.
Di questo a voi non importa nulla. Siete solo pronti a dire che dovevate propagandare le 100.000 assunzioni, che sapete perfettamente che non copriranno affatto le esigenze vere per far funzionare la scuola. Questo è quanto avvenuto sul piano delle assunzioni. Vi siete imbarcati. Noi cosa vi diciamo? Siamo persone di buon senso e affrontiamo questo nodo e facciamo un piano, sanando finalmente la piaga del precariato. No, la Buona scuola che cosa fa? Signor Presidente, la Buona scuola, invece di affrontare i nodi veri e le sfide del futuro e dell’innovazione per la nostra scuola e per preparare davvero le future generazioni, che cosa fa? Si inventano procedimenti e gerarchizzazioni. Ieri ho sentito il senatore Martini dire che è andato a vedere delle sperimentazioni innovative sulla chiamata diretta (magari potrebbe dirlo anche a noi). Non vorrei si fosse magari recato in qualche università a Roma, con qualche rettore di altri tempi che la chiamata diretta la faceva molto con i suoi parenti per quanto riguardava le docenze. Purtroppo, la chiamata diretta – lo dico ai compagni del Partito Democratico – nasconde un’idea chiara della società gerarchizzata. Si tratta di una società in cui un preside, con un colloquio, dovrebbe fare la selezione e scegliere. Voi capite perfettamente a che cosa si va incontro: clientelismo e poca trasparenza. La nostra preoccupazione è la costruzione di scuole di serie A e scuole di serie B. Tutt’altro di quello che avete scritto. Questo meccanismo e molte altre misure contenute nel disegno di legge produrranno disuguaglianze sociali.
Mi sono soffermata sui problemi di costituzionalità. La libertà di insegnamento (si tratta delle parole scritte nella maglietta che indosso) viene messa in discussione con l’idea della chiamata diretta. Voi volete una scuola gerarchizzata, ma questa non sarà una scuola che potrà affrontare le sfide del futuro, bensì una scuola che, purtroppo, metterà in discussione quello che era il sogno dei nostri Padri costituenti e, per tanto tempo, lo strumento anche di avanzamento sociale.
Questa notte, mentre ascoltavo il dibattito in Assemblea, pensavo che probabilmente per ognuno di noi ci sono stati dei professori che hanno avuto davvero un ruolo importante e che ci hanno accompagnato negli anni del liceo e nella nostra esperienza scolastica. Penso ai miei professori, a due o tre in particolare, alla loro dedizione e alla loro capacità: io sono quello che sono, come molti qui dentro, anche per la grande capacità di questi professori. La scuola ha bisogno di collegialità, la scuola è comunità e il rapporto tra docente e discente è complesso, ma tutto questo non l’avete voluto affrontare.
Eppure avevamo delle proposte – penso anche a quelle della senatrice Mussini, che vedo qui presente – era stata depositato la legge di iniziativa popolare, la cosiddetta LIP. Abbiamo messo in campo tutta la nostra buona volontà, ma ancora una volta avete voluto dare uno schiaffo a noi e a questa Assemblea. La cosa più importante è però lo schiaffo che avete dato al mondo della scuola. Invece di rivalutare il ruolo degli insegnanti, ancora una volta li volete destinare all’umiliazione. Il mondo della scuola, però, non ve lo perdonerà. Lo dico al Partito Democratico: non si può essere stati all’opposizione e aver combattuto alcune scelte scellerate e oggi fare peggio di prima. Questo non vi sarà concesso: il mondo della scuola ve lo ha già detto e non vi lascerà in pace. Continueremo a combattere, non ci rassegniamo e troveremo insieme, con gli insegnanti, con i docenti, con tutto il mondo della scuola, il modo per andare avanti e cancellare questa vergogna di disegno di legge sulla scuola. Non abbiate più il coraggio di chiamarla buona scuola: le vostre menzogne sono finite.