La mia proposta per Sel Roma: un segretario cittadino scelto dagli iscritti
La comunità politica di Sel Roma è una comunità politica circoscritta ma vivace, attenta, sensibile. Le dimissioni del suo attuale segretario Maurizio Zammataro si inseriscono in un quadro complicato, particolare. Per il panorama politico generale da un lato e per la realtà quotidiana che vive una città in grande difficoltà politica verso i propri cittadini e verso il Paese. Dopo le dimissioni del vicesindaco Luigi Nieri, una persona molto stimata nel nostro partito, oggi restano dubbi e incertezze che rischiano di mettere in ombra l’ottimo lavoro svolto dai nostri bravi amministratori nei municipi, a costo di grandi fatiche, e che sono oggi messi in scacco dalla ventilata ipotesi di un appoggio esterno politico che per chi è nelle maggioranze municipali rischia di non avere senso.
Questa comunità politica ha bisogno di ritrovarsi in un afflato di orgoglio, di partecipazione e confronto pubblico. Per chiedere, come penso io, ad Ignazio Marino di rilanciare un’azione politica e amministrativa che vada nella direzione di saper coniugare il valore della legalità con quello della giustizia sociale, della vicinanza ai cittadini. Quale miglior occasione per un confronto pubblico su questi temi, che sottragga la discussione sul partito romano e le sue future scelte ai luoghi chiusi della politica, ai corridoi, alle telefonate, e lo restituisca non soltanto a tutti i suoi iscritti ma ai simpatizzanti, alla città, se non quello appunto di un confronto diretto fra candidati al ruolo di coordinatore con programmi, sensibilità politiche e biografie diverse? Lo Statuto di Sel promuove forme di partecipazione e consultazione fra gli iscritti: e quando se non ora, se non in questa circostanza?
Ieri con un gruppo di amministratori e militanti abbiamo mandato una richiesta al coordinatore nazionale in questo senso. Io oggi la ribadisco anche a Nichi Vendola, che della partecipazione ha fatto la cifra della sua carriera politica. “Bisogna fare in fretta”, dicono alcuni. Sono d’accordo. Diamoci 48 ore per la raccolta delle candidature e 4 giorni di tempo per farle girare fra i compagni. Al settimo giorno, da qui ad una settimana esatta, ci riuniamo in una plenaria di tutti gli iscritti di Roma in cui i diversi candidati rispondono alle domande di un moderatore sul loro programma, la visione di città. Alla fine del confronto urne aperte e si vota. Io penso che sia una grande occasione per il nostro partito, un bel segnale di vitalità, che davvero non possiamo permetterci di perdere.
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