La Monsanto non venderà più sementi Ogm in Italia dopo il caso Friuli. Un successo anche grazie a Sel
La Monsanto ha deciso,in via definitiva, di non commercializzare più semi ogm in Italia proprio a partire dal “caso Friuli”. La decisione arriva dopo le interrogazioni e le azioni portate avanti anche da Sinistra Ecologia Libertà.
In prima linea nella battaglia per impedire l’introduzione di sementi Ogm nelle filiere della produzione italiana due parlamentari di Sinistra Ecologia Libertà, Franco Bordo e Serena Pellegrini. Lo scorso 20 giugno una interpellanza presentata dai deputati aveva spinto il governo ad agire affinchè fossero rispettate le procedure, la legalità e le disposizioni che vietano la coltivazione di prodotti geneticamente modificati nel nostro Paese e in particolare in Friuli Venezia Giulia. «Finalmente Governo e Magistratura si sono attivati per il rispetto della legalità e di ciò siamo soddisfatti» avevano commentato i due parlamentari di Sel.
Erano stati proprio i due rappresentanti di Sel a far finire sui tavoli sul tavolo delle Procure della Repubblica di Pordenone e Udine due esposti per chiedere se erano ravvisabili delle ipotesi di reato nelle semine di mais Ogm avvenute nei mesi scorsi nelle campagne di Vivaro, Mereto di Tomba e Colloredo di Montalbano. Campi di mais che il 21 luglio scorso sono stati distrutti proprio su ordine delle due procure coinvolte.
«Che la Monsanto abbia deciso di non vendere più semi ogm è un buon segno che sprona tutti ad accelerare le richieste alla Regione ed alle categorie agro-alimentari di filiere free, di progetti precisi e specifici in tal senso, a chiedere scadenze e a fare verifiche che ciò accada; di chiedere, inoltre, al Governo, che presiede il semestre europeo, di assumere definitivamente le decisioni necessarie ad allontanare in via definitiva gli Ogm dal nostro paese», così si è espresso Emilio Gottardo di Legambiente FVG. «E evidente, ha commentato Cristina Micheloni di AIAB FVG, che senza il caso Friuli, la Monsanto non avrebbe “mollato” e questo non può che confermare il fatto che la battaglia che abbiamo condotto è stata giusta e importante».
L’abbandono della vendita delle sementi transgeniche è un primo risultato che deve rafforzare la scelta delle Regioni e dello Stato italiani e degli altri Stati europei, di restare fuori dal mondo delle sementi transgeniche, aprendo all’agricoltura biologica e alle tecniche di selezione naturali ed assistite, costruendo filiere alimentari Ogm free, assicurando l’assenza di componenti transgenici anche nei prodotti finali.
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Piero – Sel valpellice (TO)
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