Una maledetta lingua di sangue che appare sulle strade calabresi,lucane e pugliesi, da ormai tanti,troppi anni. Petrika Marza, 27 anni, Elena Romila 39 anni, Rosa Sgrò, 42 anni, sull’ autostrada Sa-RC, allo svincolo di Sant’Onofrio, partiti dalla Piana di Gioia Tauro, trovano la morte.

Andavano a raccogliere le fragole, così come, prima di loro, tante e tanti altri andavano a raccogliere gli agrumi, i pomodori, le olive, l’uva. Dolore, Pietà,Solidarietà,Vicinanza, ma anche tanta e tanta Rabbia è quello che provo in questo momento.

La triste storia del Caporalato sembra non avere mai fine!!

Una storia da sempre controversa, contestata,giustificata, a seconda degli interessi degli attori locali, che ci parla di povertà,sfruttamento, emigrazione, affrancamento dal bisogno e non di rado dignitoso rifugio per tenere lontano la tentazione di vendere il proprio corpo .

Di fronte a queste immani tragedie si accendono i riflettori, i media vengono vergati da parole altisonanti, da promesse, da assicurazioni, per poi ,il giorno dopo, spegnersi e riaccendersi al futuro ed ineludibile evento di morte.

Petrika ed Elena, rumene,residenti a Rosarno, alle luci di un’alba maledetta hanno visto cancellati i loro sogni: la ricerca del Pane in terra straniera. Sogni che abbiamo reiteratamente condiviso anche noi : in terra d’Argentina, negli States, in Germania, in Belgio, nel Nord Italia; sogni, che, purtroppo, sono ritornati ad agitare il sonno dei nostri giovani.

Rosa,invece, ha il torto di aver ceduto ad un colpo di sonno, stremata dalla fatica di essere moglie e madre di tre giovani figli e il cui lavoro era indispensabile per tirare avanti.

Calabria: madre e matrigna, vittima e carnefice. Quando i suoi figli si sveglieranno da un letargo che sembra non aver mai fine? quando si riapproprieranno dei propri diritti, della propria vita?

Quando il seme della speranza troverà zolle fertili per germogliare?

Mario Melfi
Coordinatore Sel Calabria