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Mercoledì, 26 febbraio 2014

Lavoro, Sel: un Green New Deal per creare 1,5milioni di posti

Gallin Airaudo Migliore

«Creare 1 milione e mezzo di posti di lavoro in tre anni, impegnando circa 17 miliardi, con lo Stato che diventa datore di lavoro di ultima istanza». È questo l’obiettivo della proposta di legge, già depositata, di Sel sul lavoro e presentata a Montecitorio.

Come spiega Giorgio Airaudo «la priorità di questo paese è il lavoro, che è una cosa molto concreta che richiede risposte precise. Se ci si affida al mercato e agli incentivi è impossibile risolvere il problema della disoccupazione», sottolinea l’ex sindacalista Fiom in conferenza stampa insieme a Luciano Gallino «che ci ha ispirati nella nostra proposta» e al capogruppo Gennaro Migliore.

Un piano straordinario per il lavoro, che dovrà essere discusso “nel percorso parlamentare del Jobs act di Matteo Renzi”: così Sinistra ecologia libertà prova a inserirsi, dall’opposizione, nel dibattito sulle prime misure economiche annunciate dal nuovo presidente del Consiglio.

“Serve un New deal ispirato a quello rooseveltiano – ha detto Airaudo – e noi pensiamo che lo Stato possa diventare datore di lavoro di ultima istanza”. Per farlo, gli interventi vanno concentrati, secondo Gallino, «nei settori ad alta intensità di lavoro» quindi il risanamento delle scuole, la ristrutturazione degli ospedali e la manutenzione del territorio per contrastare il dissesto idrogeologico.

«Uno choc positivo per l’economia che però dovrà avere effetti benefici anche sull’ambiente e non devastarlo», ha precisato Migliore. Anche la competitività delle imprese italiane non verrebbe intaccata dall’impegno pubblico: «Non si può affidare al mercato – ha puntualizzato il capogruppo di Sel – quello che il mercato non vuole e non può fare». La copertura dell’investimento triennale, ha spiegato ancora Airaudo, dovrebbe venire dall’uso «dei fondi della Cassa depositi e prestiti, anche attraverso l’emissione di obbligazioni, e dai Fondi strutturali europei. Con una responsabilizzazione degli enti locali, attraverso l’allentamento del patto di stabilità interno. Ma attenzione: con una clausola sull’occupazione netta: chi vincesse a livello locale questi appalti dovrebbe non aver licenziato nei 24 mesi precedenti e impegnarsi a non licenziare nei 24 mesi successivi», per evitare escamotage.

La proposta prevede un «new deal per l’Italia che guarda all’Europa», nel testo si parla di un «green new deal italiano contro la recessione e la disoccupazione» da attuare tramite l’istituzione di una Agenzia nazionale per gli anni 2014-2016.

Commenti

  • guido

    Molto bene! Penso sia la prima “offensiva” politica 2014 per trasformare la sinistra in un luogo di partecipazione collettiva e magari stanare il tatticismo politicista che pare pervada buona parte del paese Italia. Una sorta di neo comunitarismo di cui necessitiamo per lavorare culturalmente e cambiare i diritti di cittadinanza e mi permetto di residenza, dato il contributo che anche gli stranieri maltrattati pongono ogni giorno all’attenzione generale. Avanti SEL, la strada é lunga e difficile, ma non impossibile dopo aver attraversato il deserto.

  • Dario

    Molto bene. Un progetto rischioso ma che qualora funzionasse, unito al reddito di cittadinanza, risolverebbe metà dei problemi del paese (l’altra metà è l’evasione: cara Sel, aboliamo il contante!). Non vedo l’ora di leggere la proposta in sé, scritta su carta.

  • redazione

    la puoi trovare nel link che è all’inizio della pagina……

  • Dario

    È incredibile che non me ne sia accorto, scusate, son proprio guercio.

  • Franco Osculati

    ottimo.

  • Valium

    Mi piace. Continuate così!

  • Silvana Bartolini

    mi sembra una buonissima idea…

  • Gemma

    Bene così, proposte concrete che vogliono cambiare il paese mettendo in primo piano il lavoro, non la parola lavoro astrattamente , che usano tutti, ma il ridare speranza ai lavoratori , ai giovani, a chi vuole costruire qualcosa di importante e rivendica il diritto ad un lavoro giusto, non elemosinato, non chinando la testa e perdendo i diritti ma con orgoglio e dignità. Dobbiamo farlo conoscere il più possibile.

  • Duca Gianni

    bla bla bla caro airaudo ti ricordo la fine che hai fatto fare a quelli della De tomaso salvando la pininfarina . in 1000 ti ringraziano

  • alessandro

    ottimo

  • Peppe Parrone

    Bene. Ottimo lavoro. Siamo sulla buona strada. In una situazione di crisi come l’attuale, inutile pensare che il settore privato possa investire tanto da far ritornare la disoccupazione a livelli “normali”. SPETTA ALLO STATO!!! Investire in un piano di LAVORO GARANTITO per poter assumere TUTTI i lavoratori licenziati/cassintegrati pagandoli con un reddito che sta leggermente al di sotto del settore privato per le stesse mansioni. A quel punto avremmo milioni di disoccupati che immediatamente percepiscono un reddito a spese del governo, i quali cominciano a spendere facendo aumentare i consumi, facendo aumentare le vendite alle aziende, rilanciando così il settore privato, facendolo ripartire di conseguenza, con le assunzioni. Ma tutto questo è realizzabile con i vincoli europei da dover rispettare??? Sicuramente no!! Ed ecco dove ci vorrebbero governanti ( altro che Letta ) dalle “palle d’acciaio” per SFORARE il limite del 3% del deficit fino al raggiungimento della PIENA OCCUPAZIONE per un rilancio del settore privato.

  • Alessandro Sperandeo

    Non leggo di Efficienza Energetica, Rinnovabili, Fibra Ottica, Mobilità. Non ci vedo nient’altro che un ennesimo tentativo di tappare dei buchi, o meglio delle voragini, in modo del tutto estemporaneo e privo di una visione virtuosa e realmente rivolta a CREARE MODELLI DI SVILUPPO. Non occorre solo creare lavoro, ma modelli. Così per 2-3 anni si tira avanti, e poi? una volta terminate le poche ristrutturazioni? E poi basta con questo assistenzialismo estremo. Non porta da nessuna parte, perché se droghi il mercato o un settore di incentivi o detrazioni, questo non sarà mai un mercato reale ma finto, destinato a terminare nel momento in cui termina l’assistenza, assistenza tra l’altro generata attingendo alla cassa depositi e prestiti?! Ma la vogliamo piantare con queste cariatidi di 80 anni che si credono unici detentori di verità?
    CREARE MODELLI DI LAVORO E NON POSTI DI LAVORO ASSISTITI DA INCENTIVI!!! SVEGLIAAAAAAAAAAAAAAAAA

  • Dario

    Non credo proprio che la fibra ottica sia l’urgenza del momento. Efficienza energetica e rilancio ecologico sono da sempre nel programma di Sel, che trovi sul sito. Parli di mobilità, cosa intendi di preciso? Il piano di Sel è concreto, realmente attuabile e sostenibile (il maggior limite del programma del M5S, oltre alla mancanza della patrimoniale e della tassazione delle rendite, è l’eccessivo costo di tutti i provvedimenti che vorrebbe attuare, seppur in buona parte giusti) E però esso andrebbe, nel nostro mondo ideale, coniugato col reddito di cittadinanza. Così, se proprio non trovi lavoro, puoi vivere/sopravvivere finché non trovi un impiego da almeno 1000€ al mese. Dovete prendere voi tutti atto che buona parte dei posti di lavoro che abbiamo perso non torneranno, perciò quello che tu chiami assistenzialismo, leitmotiv berlusconiano e della destra in generale, significa in realtà per lo stato assolvere al proprio dovere: noi comunisti/socialisti/socialdemocratici/chiamacicomevuoi riteniamo che lo stato debba intromettersi, in senso positivo, nell’economia e quindi anche nella vita dei cittadini aiutandoli e divenendo punto di riferimento, al contrario dei conservatori liberisti. Ma del resto pure Grillo, persona che con tutti i suoi limiti e difetti dice spesso delle grandi verità, ha detto che la nostra deve divenire una repubblica fondata sul reddito, non sul lavoro (purtroppo). La sinistra italiana, quindi anche Sel da anni porta avanti una battaglia per il reddito di cittadinanza, di almeno 600€ (mi sembra però poco, io dico che 800€ sarebbe la cifra giusta, dando precedenza alle famiglie in cui nessuno dei partner lavora) che, unito alla tracciabilità delle buste paga (altra proposta di Sel) e con sufficienti controlli, eliminerebbe il lavoro nero. La parole “modello di lavoro” in sé ha poco senso. Fatte tutte le cose che ho (ma potrei dire anche “abbiamo”) elencato, bisogna pensare alle medie e piccole imprese, che così proprio non funzionano: bisogna farle unire, non è pensabile che ognuno coltivi il suo orticello, come scriveva Voltaire, nel senso che se le imprese che operano in ambiti simili se non uguali si fondessero avrebbero minori problemi economici (una sola sede ad esempio, sia legale che produttiva, senza dover licenziare operai e lavoratori varî), e così via. Un minimo di sburocratizzazione e il gioco è fatto, hai rilanciato il paese. Magari lo stato potesse anche indirizzare, con precisi limite, le produzioni (è assurdo che le imprese italiane non si buttino in massa su elettronica e informatica).
    Questo è il nostro modello di sviluppo (credo di poter parlare a nome di tutti noi). Il resto, compagno caro, anzi amico, son chiacchiere.

  • alberto ferrari

    L’assemblea del PD a maggioranza assoluta ( un solo contrario e un solo astenuto) ha votato l’adesione al PSE. Un fatto storico che fa chiarezza sulla collocazione europea dei tanti militanti ed elettori del PD. E noi …. siamo lì a pensarci.

  • Filippo Boatti

    Calma, non c’è un solo socialista nel PD (a parte Guglielmo Epifani) e si tratta di un fatto di puro opportunismo politico, con il PD trascinato nel PSE dai neodemocristiani modernisti Renzi e Letta. SEL deve guardare al PSE ma deve soprattutto caratterizzarsi come partito del socialismo democratico (vero). Con la consapevolezza che nel XXI secolo come ha detto Mussi, il socialismo è rosso-verde, e non solo più rosso. Allo sfruttamento del lavoro si aggiunge il problema dello sfruttamento dell’ambiente. SEL ha le carte in regola per sviluppare a pieno questi temi anche se ogni tanto da bravo partito post-moderno entra un po’ in confusione.

  • domenico.imbalzano

    Un piano di lavoro deve venire dal basso e deve riguardare tutto il tessuto sociale specialmente le famiglie bisognose

  • Luigino Garattoni

    Un progetto importante ed interessante, grazie a Luciano Gallino. Servirebbe portarlo alla conoscenza di un mondo piu’ grande di quello di Sel, sopratutto nel mondo del lavoro, di chi cerca lavoro o che il lavoro ha perso. Potrebbe essere il progetto per il lavoro della lista Tsipras ale europee. Teniamo presente che dai prossimi giorni il jobs act avra’ la scena mediatica e poter interloquire con questo progetto sarebbe fondamentale. Proponiamo un dibattito fra Gallino e Taddei resp. economico Pd o con il ministro del lavoro

  • Serenella Fabiani

    parliamo giustamente del LAVORO ma con un occhio attentissimo alla corruzione diffusa , alle tante , tante aree di illegalità e quindi alle mafie che sono pienamente integrate dal nord al sud dell’Italia.

  • EnzoD

    Sperandeo ma vedi di svegliarti tu dal torpore in cui vi ha fatto precipitare i due GURU! Tre anni di lavoro? Ma forse non ti rendi conto di quanto sia devastato il territorio, 50 anni non basteranno per risanarlo. Pensa all’aggressività crescente del clima, a come sono ridotte le golene dei fiumi, alla trascuratezza del patrimonio artistico, ai crolli a Pompei. Intervenire su scuole e ospedali non è una priorità è urgente! Questo è ciò che va fatto SUBITO altrimenti il Tevere, il Po entrano in casa senza chiedere il permesso, neanche a Grillo…

  • Fabio Fontana

    Roosvelt però potè applicare la strategia keynesiana (l’intervento massiccio del governo in tempo di crisi, specialmente con il ricorso alle opere pubbliche) sapendo di dover fronteggiare un periodo transitorio e di durata definibile, con un sistema industriale comunque solido ed una politica coesa; cosa succederebbe in Italia alla fine del triennio di “sussidio allargato”?

  • Alessandro Sperandeo

    La metà delle cose che dice il tuo “partito” sono contenute nel programma del M5S che, prima nessuno mai ha portato in parlamento (o parlatoio).
    Quello che ho scritto, non è “NO AGLI INCENTIVI” ma creare un sistema incentivante che crei modelli di lavoro e non posti di lavoro. I modelli, possono durare nel tempo ed essere integrati nel territorio creando il cosiddetto volano virtuoso e sopravvivono anche dopo il termine degli incentivi. I posti di lavoro assistiti, invece (ahimè ne sono vittima), sono destinati a sparire al termine degli incentivi. Mi sono spiegato meglio? Il Job Act non crea modelli ma posti, pertanto è effimero.

  • Alessandro Sperandeo

    Sul guru etc.. non ti rispondo nemmeno perché dimostri solo di non avere argomenti oltre quelli che ti infilano in testa i tuoi TG. Sul resto, amico mio, ti chiedo di prepararti. 50 anni di lavoro assistito dallo Stato hai presente quanto costa? Non meno di 600 miliardi di euro (attualizzati sono 4 mila miliardi). Io mi occupo di Efficienza Energetica e Rinnovabili ed il Sistema Incentivante (DL di Bersani) che premiava il Fotovoltaico, in 3 anni ha creato 300.000 posti di lavoro diretti ed 1.000.000 indiretto. Vuoi sapere com’è finita? 2012 stop agli incentivi e dopo 1 anno (fine 2013) del 1.300.000 posti creati ne sono rimasti 8.500!!! INFORMATI, SPEGNI LA TV. E come dice la tua cara Boldrini: “USI UN LINGUAGGIO PIU’ CONSONO” AUGURI E A RIVEDER LE STELLE.

  • Alessandro Sperandeo

    Dimenticavo inoltre di dirti, compagno carissimo, che il TERRITORIO E’ DEVASTATO proprio dalle persone che voti.
    ILVA: Chi governa la Puglia ed è indagato con i Riva per disastro ambientale? VENDOLA
    TIRRENO POWER: DE BENEDETTI chi foraggia e da chi è foraggiato? PD (vostro alleato)
    POMPEI: da 30 anni il patrimonio artistico è sotto la tutela del Ministero che ha nominato commissari che stavano in ordine cronologico sotto la bandiera di: DS, Forza Italia, Ulivo, Margherita, PDL, PD. ULTIMO CROLLO STAMATTINA.
    Vado avanti?
    SVEGLIATI O I TUOI FIGLI UN GIORNO NON TI GUARDERANNO NEANCHE IN FACCIA.

  • Armando Corraro

    DI QUALE LAVORO O DI OPPORTUNITÀ VERE PARLIAMO? Oltre a tutti i problemi esistenti relativi alla questione morale, se non si risolve e si regolamenta il problema dei professionisti che, nonostante sono già dipendenti pubblici o privati, possono essere iscritti ai vari ordini professionali e svolgere regolarmente la professione libera, quindi già con un reddito…., si possono fare tutte le petizioni, le sostituzioni, le consulte o tavoli vari, ma non si aprirà nessuna possibilità concreta per le solo e vere libere professioni tecniche e non. In particolare, per poter realmente favorire ed agevolare la vera professione libera, come si potrebbe riscontrare facilmente, per i veri e soli liberi professionisti, è : chiarire e regolamentare la posizione di molti professionisti tecnici che, di fatto, sono dipendenti pubblici, di società o imprese varie, ma posso esercitare la libera professione regolarmente e sono iscritti ai vari ordini professionali, etc.- In alcuni enti pubblici lo possono fare solo attraverso una cosiddetta autorizzazione annuale che, nel 99% dei casi, è sempre concessa. Pertanto, mi chiedo e vi chiedo, chi ha scelto o è stato obbligato dalla propria situazione di fare, solo, la professione libera ha lo stesso potere contrattuale ? Ha le stesse opportunità e possibilità di tali professionisti ? Se non lavora o non viene pagato o viene pagato in ritardo, come spesso succede, da chi e come gli viene garantita la possibilità di sopravvivere? Chi legifera o decide non sa o fa finta di non sapere che molti professionisti o dirigenti tecnici, soprattutto in diversi enti pubblici, danno gli incarichi, nonostante collaborino o spesso abbiano parenti stretti in società di ing. o studi professionali. Spesso a diversi professionisti tecnici dipendenti pubblici, di società o imprese varie, etc., gli vengono conferiti o assumono incarichi professionali di progettazione preliminare/definitiva/esecutiva, consulenze varie e in particolare, gli vengono conferiti incarichi come direttori dei lavori e coordinatori della sicurezza in fase di esecuzione , collaudatori in c.o. , etc.; ma mi chiedo e vi chiedo, salvo che abbiano il dono dell’ubiquità o che i cantieri sono sotto la propria finestra della loro sede di lavoro, o si possono assentare dal lavoro quando vogliono o altro, quando vanno sui cantieri, etc. ? In quali orari ci vanno, affinché possano seguire e controllare la buona e corretta esecuzione dei lavori, etc. (forse solo nei giorni liberi, dopo le ore 17,00, di notte o il sabato!)? Inoltre, considerata la grandezza di molti enti pubblici, molti professionisti liberi, tecnici, etc., dipendenti si trovano a svolgere il ruolo di controllori e controllati, prendono il 2% sulle prestazioni senza sapere come e perché, prendono incentivi per presunti obbiettivi o risultati raggiunti. Inoltre, tutti i dipendenti pubblici , restano nelle stesse sedi ed uffici per tutta la loro carriera o per moltissimi anni e, spessissimo, si creano situazioni poco chiare, potere infinito che genera corruzione ed altro. Pertanto, la questione delle professioni libere tecniche e tutte le altre per essere seriamente affrontata deve essere, al più presto, portata su due distinte posizioni e cioè quella dei dipendenti e quelle dei veri e soli liberi professionisti. Quindi, se non si chiariscono in modo chiaro e si impediscono queste situazioni, di quali liberalizzazione parliamo? di quale reale concorrenza parliamo? di quale reali opportunità per i giovani professionisti liberi parliamo? Vorrei sapere chi e come, realmente, difende i professionisti che svolgono la sola libera professione? Mi auguro che i vari soggetti istituzionali, ai vari livelli, possano dare qualche risposta, augurandoci che non siano tutti liberi professioni dipendenti pubblici e dirigenti , nonché dipendenti di società, etc.-

  • Antonietta

    Ottimo Luciano Gallino è riuscito a smuovere qualche coscienza sulla necessità di piani di Job garantee oppure anche detti politiche Keynesiane (stato come prestatore di ultima istanza) Si benissimo, peccato che i facili entusiasmi di un articolo non siano appoggiati da azioni più concrete e fruttuose della semplice presentazione di una proposta ad Parlamento e ad Governo che NON hanno nessuna intenzione di “spendere” a favore dei cittadini, ma solo di “Riformare” il mercato del lavoro, proponendo, ma che dico, imponendo l’abbassamento dei salari. Quando si sente parlare di “costo del lavoro” sappiate che si parla dei nostri salari e dei nostri diritti (varie tutele ) che “costano”. Bene siete ancora convinti che con 4 parole scritte in una proposta presentata in Parlamento si potrà cambiare il corso della storia?
    pensate che davvero che l’Europa dei Mercati ci farà scegliere come spendere i soldi dei fondi strutturali ? leggetevi questo e capirete molto di più e forse capirete che qui c’ bisogno di fare una vera rivoluzione…nel concetto di europa… e questa rivoluzione richiederà sangue, altro che voti (purtroppo)