Le assunzioni non sono per grazia ricevuta
La grancassa della propaganda renziana celebra le cinquantamila assunzioni nella scuola come un fatto epocale, quando invece epocale sarebbe conoscere il destino dei precari su cui la Buona Scuola tace. Le assunzioni sono un fatto positivo, ma è evidente che il gran clamore è utile soprattutto a coprire i limiti di una riforma sbagliata che non affronta nel merito i problemi della nostra scuola e non interviene in maniera significativa su docenti e personale Ata.
Non siamo davanti ad una grazia ricevuta, ma ad un fatto inevitabile dopo la sentenza della Corte di Giustizia europea che ha obbligato l’Italia alle assunzioni. E’ tutta qui la chiave per interpretare questo provvedimento.
Il trionfalismo con cui si saluta un fatto noto è sintomatico dell’impreparazione di tanti esponenti della maggioranza rispetto ai veri problemi della scuola. Anche a regime, saranno decine di migliaia i precari essenziali al funzionamento della scuola pubblica che rimarranno fuori da qualsiasi stabilizzazione. A parte ripetere il ritornello delle cifre e del ‘siamo in tempo’, il ministro Giannini è in grado o non è in grado di fornire dati definitivi e di assumersi la responsabilità di un provvedimento limitato e inadeguato?
La vicenda dei 500 euro per l’aggiornamento è emblematica di come agisce questo Governo. Invece di risolvere il vero problema, ovvero il blocco stipendiale che dura da sette anni, si opta per la soluzione una tantum funzionale alla narrazione renziana, tutta concentrata sul presente e incapace di concepire un’idea di ampio respiro sul futuro della scuola come del Paese. Oggi si celebrano i 50.000 assunti per rinviare la discussione su tutti gli altri precari, ma non basta fare qualcosa, occorre fare bene.
Commenti
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francesco
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