Legge Elettorale, Migliore: parlamentari votino la nostra pregiudiziale di costituzionalità
«In commissione ci è stato impedito di partecipare al voto e di annunciare che presenteremo la nostra relazione di minoranza». Lo dichiara Gennaro Migliore, presidente dei deputati di Sinistra Ecologia Libertà. «Dispiace vedere che, in questa teatralizzazione dello scontro, l’effetto, magari non voluto, è quello di ricompattare ciascuno la propria parte. Facendo un favore a chi questa legge la propone. Proprio per evitare che questo accada, facciamo appello a tutti i singoli parlamentari di votare la nostra pregiudiziale di costituzionalità. I punti che lì poniamo non sono non sono la difesa di un piccolo interesse di partito, ma – conclude Migliore – l’affermazione di principi democratici e di rispetto della costituzione».
In una Intervista al quotidiano Il Manifesto, il Capogruppo di Sel spiega i motivi della posizione del partito contro la legge elettorale presentata alla Camera. «È un pannicello caldo in una proposta che ha chiari vizi di costituzionalità, che pregiudicheranno l’applicazione e chissà quanti ricorsi provocherà. Quel 4,5 di sbarramento poteva restare 5: sarebbe stata una cosa più pulita. La sentenza della Consulta parla chiaro: il principale problema è la coesistenza di un alto sbarramento, che nel caso dei partiti fuori dalle coalizione è all’8 per cento, enorme, esiste solo in Turchia; e un premio di maggioranza altrettanto ampio in virtù di meccanismo che toglie il voto a chi non raggiunge il 4,5. Insomma un partito del 15 alleato con tre partiti sotto il 4,5 può andare al ballottaggio, vincere, e arrivare al 53 per cento. È abnorme. E l’elettore di Sei , ad esempio, se non raggiunge lo sbarramento con il suo voto contribuisce a eleggere un parlamentare di un altro partito. È intollerabile». «L’accordo risponde agli interessi immediati di due partiti, senza una visione di sistema», «comprimere la volontà di milioni di cittadini che non vogliono andare in una coalizione alimenterà due fenomeni: l’astensionismo e il voto utile degli incazzati di destra e di sinistra verso Beppe Grillo. Sottovalutano questo fenomeno. E violano principi fondamentali: l’uguaglianza dei voti, la giusta rappresentatività, la non eccessiva disproporzionalità. Insisto: ci sono casi limite emblematici. Per esempio una coalizione che ha il 20 per cento con partiti che non supero lo sbarramento potrebbe andare al ballottaggio, vincere, e non avere nessun parlamentare. Un paradosso». E conclude: «Renzi ha fatto bene a scuotere l’albero e a parlare con tutte le forze, al di là dell’incontro inopportuno con Berlusconi. Ma mi sarei aspettato che cercasse la maggioranza più ampia possibile, non che blindasse l’accordo con Berlusconi. Che ha un vantaggio: gli va bene anche il sistema uscito dalla Consulta. Il Cavaliere sta facendo una partita abile che, a parte qualche briciola, incassa tutto: il salva-Lega, le candidature multiple, le liste bloccate».
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