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Martedì, 23 giugno 2015

L’inizio di un lungo lavoro in cui beni comuni e ambiente riprendono il posto che gli spetta

TerraeLiberta

Terra e Libertà, Nutrire il Pianeta senza affamare il futuro. Così abbiamo chiamato l’evento di SEL Lombardia che si è svolto il 21 giugno, occasione di incontro, confronto, costruzione di agenda comune tra associazioni, comitati, piccoli agricoltori, gruppi di acquisto solidale, cittadini impegnati.

Uno spazio che Sel ha voluto mettere a disposizione per costruire e dare gambe a riflessioni condivise, partendo dalla consapevolezza che la politica sembra mille passi indietro rispetto alle urgenze del Pianeta.

Mentre Papa Francesco esorta a salvare la Terra dall’uomo, siamo infatti spettatori di una politica che procede per piccoli passi o addirittura con l’andatura del gambero.

In questo quadro, anche Expo è una grande occasione mancata.

Vissuta dai visitatori cone un grande e bello Luna Park dove il cibo è una commodity e dove è assente ogni riflessione sul consumo critico e responsabile: possibile, ad esempio, che ad Expo nessuno si interroghi sul costo ambientale e di sofferenza animale del consumo di carne?; possibile, ad esempio, che manchi una denuncia sulla lunghezza delle filiere?

Animata dai potenti del mondo senza nessuna cogente responsabilità, se non per l’impegno contro lo spreco di cibo affrontato filantropicamente come il dono del ricco pasciuto verso il povero. Persino la debolissima Carta di Milano, rimane trasparente sullo sfondo.

Abbiamo provato a discutere di stili di vita, di sovranità alimentare, ogm e landgrabbing, di giusto prezzo per i produttori, di come terre marginali come quelle montane o periurbane stanno già ora diventando riserve di biodiversità ed esperimenti avanzati di agricoltura sociale. Di come il consumo di suolo agricolo continua ad essere il fenomeno preminente del nostro territorio.

Lo abbiamo fatto grazie a tantissimi saperi ed esperienze di vera e propria resilienza, contenuti e pensieri che troviamo anche nel manifesto Terra Viva o nell’esperienza dell’Expo dei popoli.

Per noi non può che essere l’inizio di un lungo lavoro in cui beni comuni e ambiente riprendono il posto che gli spetta.

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