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Mercoledì, 8 ottobre 2014

Lo strano algoritmo del governo che cancella i diritti dei lavoratori per far ripartire la crescita

cantiere

Per il Governo Renzi i lavoratori assurgono a capro espiatorio del sistema. Cancellare i loro diritti sembrerebbe l’algoritmo per far ripartire il mondo del lavoro. Strana cura, quella che – invece di debellare la malattia – vuole aggravare le condizioni dei malati.

Un suicidio ogni due giorni e mezzo: nell’anno 2013 sono state complessivamente 149 le persone che si sono tolte la vita per motivazioni economiche, secondo i dati resi noti a marzo da Link Lab. Che sviluppo è quello che affronta la disoccupazione con nuovi strumenti per licenziare contro ogni regola del diritto e del comune buon senso? Che pone al centro del sistema l’arretramento dei diritti e l’ideologia della precarizzazione, abbassando ulteriormente la qualità del poco lavoro rimasto in questo Paese? Fino ad oggi i contratti atipici non hanno prodotto un solo posto in più, ma hanno dato un fortissimo contributo allo scardinamento del lavoro stabile”.

Con SEL da tempo stiamo denunciando questa situazione, molto prima che arrivasse il Jobs Act, con le nostre attività al fianco dei territori e delle sempre più diffuse e frequenti proteste dei lavoratori, ma soprattutto stiamo mettendo in evidenza tutti i limiti delle politiche per il lavoro promosse dall’attuale e dal precedente Governo, rilanciando la nostra proposta del reddito minimo garantito per reagire a questa riforma senza qualità, che non inverte il corso di un’economia in crisi, non porta aiuto alla parte più sofferente del Paese, non crea posti di lavoro e non ha alcun segno di equità. Anzi riaccende lotta di classe, questa volta dei poteri forti contro i deboli, doppiamente inermi senza riferimenti politici e in totale solitudine. In questa lotta io sono partigiano: mi schiero sempre dalla parte dei deboli, con profondo senso delle istituzioni.

 

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