Sei in: Home › Attualità › Notizie › Login, entra e cambia
Martedì, 1 luglio 2014

Login, entra e cambia

tesseramento3

Cari e care,
il filo che tesse le vele della sinistra resiste agli strappi, è più forte dei venti di contrasto che hanno colpito la nostra comunità, e ora dobbiamo irrobustirlo. Con passione e intelligenza perché la nostra storia naviga nel mare tumultuoso di una lunga crisi che immiserisce le nostre vite.

L’approdo non può essere quello disegnato dalle politiche sin qui praticate in Europa e in Italia. Il lavoro che diventa precarietà dell’esistenza, il diritto che scompare dal vocabolario sociale, l’ambiente sconvolto dalla logica predatrice del profitto. La povertà e l’ingiustizia che cresce a dismisura, la ricchezza e il privilegio che elevano una superclasse al dominio di un nuovo ordine. Il senso dell’esistenza della sinistra, della sua funzione politica e sociale, della sua novità e attualità contro ogni predica interessata che la vuole archiviata dalla storia, sta precisamente qui. Ne abbiamo visto la ragione e compreso, al contempo, la difficile scommessa nel momento stesso in cui siamo nati, appena qualche anno fa. Sapevamo, abbiamo sempre saputo, che bisognava costruire sulle macerie e che occorreva il passo lungo di una nuova cultura, come di una nuova politica e di una diversa organizzazione delle forze in campo.

Eppure in questo primo tratto di strada abbiamo dato il senso del nostro percorso. Nel governo locale così chiuso all’angolo dalla politica dei governi centrali; nell’essere parte essenziale di una nuova coscienza dei beni comuni come leva di un modello alternativo di crescita solidale; nell’idea di un’altra Europa come via d’uscita dalla crisi che la divora.

Per questo oggi, in un passaggio per noi così difficile, sappiamo distinguere tra il dolore che ci ferisce per le scelte compiute da alcune compagne e compagni che con noi avevano intrapreso questo cammino e le ragioni di una politica che ci presenta ogni giorno il conto dei suoi nodi irrisolti. Sono tutti qui, davanti a noi, in un campo aperto dal quale non si vede, in Europa come in Italia, alcuna inversione di tendenza. Qualcosa che, in politica, sempre si misura a partire dalla condizione reale delle persone e delle loro vite quotidiane, non dai propositi né dagli annunci. La sinistra che vogliamo è in questo campo aperto, per condurre le proprie battaglie nel segno del cambiamento e della cultura di governo. E in questo campo aperto è la nostra comunità politica. La sua ricchezza umana e morale è il nostro primario punto di forza da cui ripartire.

Nei prossimi mesi l’appuntamento della conferenza di programma diventerà il luogo, condiviso e diffuso, per innovare le nostre proposte, per dare nuova linfa al nostro progetto, per dotarci degli strumenti organizzativi, centrali e territoriali, in grado di realizzarlo. Le nostre sedi, i nostri circoli, dovranno avere voce e iniziativa nel rendere attiva quella partecipazione larga e diretta così debole oggi in tanta parte della pratica politica degli altri partiti. Noi lo possiamo fare con la forza delle nostre iscritte e dei nostri iscritti, con la scelta consapevole di una adesione a Sel che è insieme contributo di idee, rafforzamento di un’organizzazione, sostentamento finanziario così indispensabile allo sviluppo territoriale e centrale della nostra iniziativa. Questo è il momento della generosità e dell’impegno di ciascuno e sono certo che insieme sapremo dare la risposta giusta.

Per questo chiedo a ciascuno di iscriversi ora a Sel e di fare iscrivere altri, da avvicinare con la forza della ragione e della passione di una scommessa che possiamo vincere. Diamo a noi, prima di tutto, la possibilità di migliorarci, e a chi ci guarda con interesse quella di contribuire al nostro cambiamento: iscriversi, entrare e cambiare questa nostra forza di sinistra ancora giovane e fragile ma portatrice di una grande idea. Sel vuol essere la chiave d’accesso per un ‘login’ che ci porta alla sfida più grande: quella di dare al paese una sinistra dinamica, non subalterna, all’altezza delle sfide della società contemporanea.

A tutte, a tutti, sento il bisogno di dire grazie per aver affrontato questo passaggio con un senso né di rivalsa né di rivincita ma di costruzione di una prospettiva comune che ha nella qualità e nella pratica di una buona politica la più vera ragione di speranza per il cambiamento del nostro Paese.

 

Commenti

  • Daniele

    Appena RINNOVATA la tessera! En Avant !

  • Luca Angeli

    Già fatto! E in tempi non sospetti!

  • Emilia

    Tessera già rinnovata a febbraio….quando arriverà?….le avete stampate?….

  • Lucilla Calabria

    Airaudo come è messo, si tessera? Io l’ho rinnovata in aprile, la quinta.

  • Maria Serena

    Io mi sono iscritta giusto poche settimane fa. Spero sia l’inizio di una bella condivisione!

  • Dario

    Per curiosità, la tessera è plastificata, resistente?

  • Davide Nelli

    Tessera già rinnovata è già ricevuta. Per il quarto anno!!!

  • Emanuele De Chellis

    no è di cartoncino, ma leggermente più robusta della precedente…. :)

  • Eugenio

    Ho pagato il tesseramento per il 2014 e non mi è arrivata mai la tessera…

  • http://pinociraci.blogspot.com Pino Ciraci

    HO FATTO SEMPRE LA TESSERA, HO FATTO LE PRIMARIE PER NICHI NEL 2005, 2010, 2013, HO DATO TANTISSIMO A QUESTO PARTITO CHE SENTO ANCHE MIO, MA STAVOLTA LA FACCIO SE MI SARA’ PERMESSO DI PARLARE CON NICHI VENDOLA, PERCHE ANCHE IO VOGLIO ESSERE UN VOLTO “VERO”. IN QUESTO MOMENTO LA FIDUCIA POLITICA E’ UNA COSA SERIA, ED IL PROGRAMMA DI SEL QUALE SARA’ NEL FUTURO? VERSO QUALE ORIZZONTE? SPERO IN UN POSSIBILE COLLOQUIO

  • TB

    Chiedetela ai rifondaroli ululanti nei comitati per Tsipras. Io, dopo tre anni, con voi ho chiuso.

  • Misha Vivarelli

    Cambia? Prima va cambiata proprio SEL. Io sono iscritto dallo scorso anno e partecipai con voi, come candidato indipendente, per le amministrative 2012. Dissi subito che c’era una cosa da fare, ovvero dare ascolto agli elettori. Chi era già dentro mi disse che prima c’era una piattaforma dove si potevano presentare le proprie idee e discuterle, poi fu chiuso tutto. Ecco, visto che un partito dovrebbe essere espressione di una parte del popolo, questi dovrebbe poter dire la propria e gli eletti portarla avanti nelle sedi istituzionali. Cose talmente semplici che dovrebbero essere sottintese, specialmente da chi si ritiene di sinistra, eppure vanno ripetute e a gran voce.
    Non so se rinnoverò la tessera, viste anche le ultime vicende che non mi sono piaciute per niente.

  • Marco Baggioli

    Ho rinnovato per il quarto anno la tessera, sempre più convinto!
    Caro Vendola concordo su tutto, ma è necessario porre la questione del lavoro al centro delle nostre proposte. Abolizione della legge 30, eliminazione della lege Fornero, diciamo qualche cosa di sinistra anche sul lavoro ?
    Possibile che l’unica proposta , una volta si diceva “di classe”, la stia portando avanti la Lega con il referendum contro la legge Fornero ? Esistono anche i diritti dei lavoratori, dei pensionati, dei precari dei disoccuopati .
    Quindi avanti amici e simpatizzanti è giunta l’ora, per la sinistra, contro l’omologazione del sistema “Renzi Berlusconi” che sta pre stravolgere la Costituzione e redere sempre più difficile il pluralismo e la partecipazione democratica, E’ NECESSARIO ISCRIVERSI ORA A Sinistra Ecologia Libertà , tre parole, tre programmi!

  • Giovanni Moccia

    cambiate nome per cortesia verso l’Ecologia

  • Mgiovanna

    In famiglia, nonostante tutto, le rinnoveremo in 3. Ma non saranno cambiali in bianco. E a quello che ci invita a rivolgerci ai rifondaroli dico che fa bene a non iscriversi a Sel perché non ha capito una mazza

  • Marco Baggioli

    Mai aver paura di confrontarsi a sinistra, la dialettica è il “pane” della buona politica.

  • Mario

    Mi sono convinto a rinnovare la tessera solo dopo le conclusioni dell’ultima assemblea nazionale. Rimango per constrastare in tutti i modi la “sinistra salottiera, garantita e dalla pancia piena” che ha preso in mano, con l’avvallo di Vendola, il volante di SEL. Non abbandono la nave anzi, mi batterò fino in fondo per recuperare la strada smarrita di un partito che vuole essere protagonista, di sinistra e di governo e per creare le condizioni affinchè i compagni che, “capisco ma non giustifico”, ci hanno momentaneamente lasciato.

  • claudio

    Caro Nichi, le tue sono parole molto belle ma assomigliano sempre più ad un camuffamento utile a nascondere l’inadeguatezza e l’incapacità nostra di affrontare le sfide che il presente ci pone davanti.
    Parole che si temo si siano oramai trasfrormate in una maschera che non ci permette più di vedere il (vero) volto (ovvero le intenzioni reali) di voi classe dirigente ed impedisce a voi di vedere il nostro (ovvero i nostri bisogni che sempre più si divaricano da quelli del secolo scorso).
    Oggi servono si diritti, ma soprattutto che ciascuno di noi si assuma i proprio doveri, abbandonando furbizie, familismo (diffuso anche a sinistra) e l’elusione degli obblighi; atteggiamenti diffusi a tutti i livelli e che interessano (quasi) tutti i cittadini, di “destra” come di “sinistra”, benestanti e non abbienti.
    Come serve dalla politica (come ossigeno) soprattutto concretezza, fatti che incidano (anche parzialmente) sulla carne viva delle nostre esistenze; e se per farlo occorre misurarsi con forze più grandi di noi è preferibile correre il rischio di essere risucchiati (ed annullati) in esse che rifugiarci in una sterile rappresentanza minoritaria ed illusoria che scambia un paese di poche centinaia di migliaia di abitanti (la Grecia) per un esperienza rilevante (e dunque da seguire) di un continente che di abitanti ne conta decine di centinaia di milioni.
    La mera rappresentanza non solo non basta più, semplicemente non serve, come non serve l’illusione di un sole dell’avvenire rimandato sempre a dopodomani.
    Siamo qui oggi ed oggi, in questo presente, la politica deve dare risposte (anche accettando di condividere le responsabilità di governo con altri se non si raggiunge da soli una rappresentanza istituzionale sufficiente a governare autonomamente) e non narrazioni.
    Speravo di trovare in SEL, in te, queste risposte.
    Non le ho trovate e non le scorgo neanche all’orizzonte che mi è dato vedere.
    Per questo ci salutiamo qui; e non credo sia un arrivederci ma è più probabile si tratti di un addio.
    Un abbraccio sincero

    claudio fondelli

  • Marco Baggioli

    A parte il fatto che la Grecia non è un paese ” di poche centinaia di migliaia di abitanti …”, ma di più di 11 milioni , il problema è capire come il PD abbia in questi anni assecondato il peggio dei governi di “larga intesa” in materia di politiche sociali.
    Basta osservare le conseguenze dei TAGLI LINEARI AI BILANCI, la “controriforma” delle pensioni FORNERO, le “belle” politiche di questo nuovo ministro del lavoro “paracadutato dalle coop”, che ripropongono più precarietà per risolvere i problemi dell’occupazione.
    Ma domandiamoci, dopo vent’anni di politiche per rendere il lavoro più flessibile e più precario si sono generati nuovi posti di lavoro ? La risposta unanime è NO !
    Il PD è omogeneo alla linea del rigore e del pareggio di bilancio con tutte le conseguenze devastanti sulle condizioni sociali del paese.
    Una sinistra attenta e di governo deve essere antagonista alle politiche distruttrici dei “GOVERNI DELLE LARGHE INTESE”.

  • claudio

    “Una sinistra attenta e di governo” non alimenta una voragione dei conti pubblici che rischia di far saltare il paese riducendolo appunto come la Grecia (che è la principale colpevole della propria condizione – terribile – attuale), il resto discende da lì.
    Giudicare le scelte del PD, i tagli alla spesa pubblica o la riforma delle pensione promossa dall’ex Ministro Fornero come se si trattase di arbitri svincolati dal contesto dei conti pubblici non è semplicemente sbagliato è puerile e ridicolo e soprattutto masochistico.
    Si può ragionare quanto si vuole sui colpevoli dello stato psemi-fallimentare in cui si trova il nostro paese, o su quanto sia immorale (e lo è) il comportamento della finanza internazionale e l’eccessiva rigidità sulle leggi di bilancio di alcuni paesi del nord europa (Germania in primis) ma non rendersi conto che la sopravvivenza del nostro Stato, dunque l’erogazione dei servizi, come degli stipendi pubblici e delle pensioni (ed il pagamento dei debiti della PA che strangola tantissimi professionisti, fornitori ed imprese che ad oggi devono ancora ricevere i compensi maturati da olter un’anno e rischiano di fallire per aver servito lo Stato) dipende dalla nostra capacità di indebitamento, dunque dall’affidabilità della nostra gestione pubblica e dalla nostra capacità di essere solventi nel medio periodo (dunque mantenedo un saldo positivo tra entrate da un lato e spesa corrente più interssi passivi dall’altro) che si traduce in continuità nell’acquisto di titoli di stato ed in tassi d’intersse contenuti (così da non alimentare troppo il debito) è indice di un’immaturità che si commenta da sola.
    Il resto sono chiacchiere, in linea con quelle di un partito che si è ridotto ad una residualità inutile quanto sterile.

  • luciano li causi

    Ho rinnovato la mia tessera, anche per quest’anno. Non mi sento tuttavia ‘anguilla’, nè voglio rimanere troppo a lungo nella terra di mezzo; può trasformarsi in palude. SEL è preziosa ed importante, ma deve portarci alla costruzione della Sinistra, in tempi ragionevoli. Se abbandoniamo al loro destino i Comitati Tsipras, con l’idea di coltivare la nostra autonomia come soggetto politico, perderemo ancora una volta.

  • Vischetti Danilo

    Caro Niki , mi spiace ma solo se me lo chiede Barbara Spinelli ed il suo gruppetto di “intellettualoidi” di sinistra rinnovo la tessera. L’ultimo sforzo fatto per SEL è stato fare il Rappresentante di Lista alle Europee senza che ci fosse il nostro simbolo da votare.

  • Marco Baggioli

    La differenza è che la voragine dei conti pubblici in Italia è stata generata da governi di destra, dai governti del pentaparito ( Craxi, Andreotti e compagnia cantando) , gli unici atti di aggiustamento sono stati sporadicamente condotti da Prodi e dal centrosinistra con un contenimento relativo del deficit di bilancio e dell’indebitamento.
    Quando vuole la sinitra può fare politica di governo oculata, ma la sinistra deve esserci non rinunciale alla propria politica sociale.
    In Grecia la voragine economica stata generata nell’ordine da governi di destra o da governi socialisti ( aderenti al PSE ), favori in cambio di voti, con la conseguente devastazione dello stato ( sociale e non ).
    La Grecia non doveva fallire, poichè le banche tedesce molto presenti in grecia detenevano e detengono quote consistenti del debito greco, la Grecia doveva essere commissariata e così è stato.
    Il paradosso sarebbe stato da un punto di vista politico escludere dalla UEE la Grecia, la culla storica dell’Europa, la cultura che ha coniato il nome “Europa”.
    Tsipras rappresenta la RISCOSSA DEL POPOLO GRECO contro le politiche della destra e del PSE (uniti nella devstazione).

  • Marco

    Sono d’accordo con te nel modo più assoluto tanto che per un momento non ho creduto ai miei occhi. Riportare la questione del lavoro al centro delle proposte di Sel o di qualunque soggetto politico si voglia mettere in campo.

  • Marco

    Concordo, va fatta una riflessione seria nel partito e e nell’area sociale e politica che ha sostenuto la lista Altra Europa sulla questione della forma-partito: modalità di organizzazione del partito, partecipazione degli iscritti e dei simpatizzanti alla vita del partito, democrazia interna, eccetera.

  • claudio

    Vedi Marco, sti chiamo per nome per affinità ideale (anche se divergiamo sul merito di alcune questioni e sulla prospettiva che dovrebbe assumere la sinistra) ciò che dici è vero (non ha caso nella mia risposta ho premesso che la riflessione di merito prescindeva dalla questione delle responsabilità) sulle colpe del dissesto del paese ma il punto è che in democrazia la responsabilità delle azioni di governo (di qualsiaisi governo pro-tempore) è in ultima istanza assunta dai cittadini (comunque essi si siano espressi col voto). Certamente fà rabbia doversi assumere le responsabilità di scelte scellerate che taluni di noi (minoranza nel paese) hanno cercato di contrastare (politicamente ed elettoralmente), ma ciò non toglie che ci se ne debba obbligatoriamente farsene carico dato che comunque condizionano ed ipotecano il presente ed il futuro. Non c’è alternativa credimi a meno di non voler rinunciare alla democrazia che, con tutti i limiti che presenta (aggravati nel nostro caso da un sistema elettorale sconclusionato) è di gran lunga migliore di ogni alternativa reale esistente. In merito alla Grecia la questione è molto più complessa di come la tracci. Anche in quel caso (con tratti simili a quelli italiani ma in forme molto più degenerate) la spoliazione delle risorse pubbliche e l’indebitamento enorme fuori controllo non sono colpa semplicemnete di chi ha governato ma di tutta la popolazione (con evidenti minoritarie eccezioni) e della sinistra anche extra-parlamentare che ha tollerato ed avvalorato indirettamente la maggioranza di quelle scelte volte (al netto delle corruttele che sono state enormi ma che sono l’effetto e non la causa delle scelte di economia pubblica elleniche) ad assicuare più diritti possibili (giusti in linea di principio) senza in alcun modo preoccuparsi delle risorse per sostenerli ed anzi tollerando un’evasione fiscale diffusa che al confronto gli italiani sembrano dei tedeschi in materia di fedeltà contributiva.
    Questa la ragione del dissesto ingestibile ed in conseguenza di ciò la Grecia è stata commissariata (cedendo volontariamente una parte delle sue prerogative in materia alla UE) in cambio di massicci aiuti finanziari ed una rinegoziazione (in corso) del debito dove la controparte (banche estere e fornitori internazionali) rinunceranno ad una parte (introno al 20-30%) del dovuto. La Grecia ha scelto questa strada e non il “fallimento conclamato” perchè è il male minore dato che se avesse rifiutato di pagare i debiti e fosse uscita dall’euro non avrebbe avuto nessun aiuto economico (o la UE avrebbe dovuto regalare altri soldi senza contropartita? Tu regaleresti soldi al tuo ficino in difficoltà che li ha spesi trutti in alberghi di lusso, vacanze e auto sportive?) non sarebbe stata in grado neanche di pagare gli stipendi e le pensioni (l’Italia era quando si è dimesso Berlusconi da presidente del Consiglio in una situazione non molto migliore – o vogliamo credere che si è dimesso per generosità? – e Mario Monti, con tanti errori e talune scelte discutibili, ha messo almeno una toppa che ci ha permesso di “passare a nuttata”. Se vuoi ti spiego come la UE ci finanzi dal 2011 sul mercato secondario dei titoli comprando il nostro debito e regalandoci così ossigeno …..ovviamente in cambio del nostro paese di rimetetre in ordine la nostra finanza pubblica così da poter domani onorare gli obblighi conseguenti ai titoli che la UE ci acquista) e non gli servirebbe a niente stampare una propria moneta che varrebbe come carta straccia essendo in default il paese (se bastasse stampare moneta, se fosse sufficiente un foglio di carta per produrre ricchezza – mentre la moneta è solo uno strumento di scambio di un valore altro, la ricchezza economica di un paese – allora non esisterebbe la povertà in nessuna parte del mondo. Ma come vedi non è affatto così). Tspras, con tutto il rispetto personale è, magari in buona fede, poco più che un avvoltoio che punta a vincere (elettoralmente) grazie al malcontento che le politiche attuali stanno creando e creeranno e non grazie a capacità o idee proprie (praticabili nel contesto dato e non mere enunciazioni di principio), incurante delle sofferenze della gente. Nel 2013 dopo le elezioni politiche nazionali in Grecia è stato chiamato a far parte di un governo di emergenza nazionale per fronteggiare la crisi del paese ed ha rifiutato non per incompatibilità (se non ideologica) con le altre forze ma perchè, consapevole che non c’era altra strada se non quella dolorosamente intrapresa, ha preferito lasciare agli altri il lavor sporco così da potersi presentare domani (questa è la sua scommessa) come forza politica incolpevole. Ma l’ignavia, il rifuggire le responsabilità è davvero così incolpevole? Quando (come accade per i greci) si vive sulla propria pelle la sofferenza della privazione forse non si è in grado di capire fino in fondo se è il chirurgo che asporta il tumore o il medico che ti propone la “cura Di Bella” o altri pagliativi che ti stà salvando la vita, ma da fuori si.

  • Marco Baggioli

    Caro Claudio, definire Tsipras un “avvoltoio che punta a vincere…” mi sembra quanto meno ingeneroso.
    E chiamare a “correità” quella sinistra extraparlamentare sulle scelte avventurstiche dei governi a guida “Destra” e/o PASOK (PSE) in Grecia non mi sembra una analisi compiuta delle colpe.
    A parte il fatto che c’era in quel paese anche una sinistra parlamentare oltre al PASOK (PSE) costituita dai comunisti, tuttora presenti in parlamento insieme SYRIZA ( la lista di Tsipras), che non ha goduto delle utilità del “voto di scambio” e non può essere chiamata complice.
    Le politiche del “ti favorisco in cambio del tuo voto” sono state praticate da chi ha esercitato il potere.
    Tsipras si è assunto una responsabilità precisa, ha detto no ad un governo delle larghe intese, poichè anche in un momento di grave crisi economica non c’erano le condizioni politiche per una intesa su di un programma condiviso con la destra.
    E sarebbe anche importante capire le contropartite economiche e politiche determinate dalle condizioni poste dal Fondo Monetario Internazionale, dalla Banca Centrale Europea e dalla dirigenza UEE.
    Il pericolo della deriva economica nei paesi del sud-Europa era o doveva essere già noto quando questi aderirono al “patto” per l’euro, garantendo con “carte false” lo stato di salute delle proprie economie, questo vale per Grecia, il Portogallo, la Spagna, per l’Italia stiamo ancora cercando di capire l’utilità politica ed economica dell’Eurotassa di prodiana memoria (poi in parte restituita).
    Essere accettati nel “club esclusivo” dell’Euro comporta onori ed oneri.
    La scelta dell’euro non è contestata da Tsipras, che non porpone l’uscita dalla moneta unica.
    Di certo è necessario un nuovo protagonismo della Banca Centrale Europea, nuovi meccanismi per la valutazione del rapporto deficit-pil, dare la possibilità agli stati sovrani di attuare politiche per lo sviluppo, agevolare il credito a famiglie e imprese, che tutto sommato è esattamente quello che dovrebbe fare una banca.
    Invece in Italia abbiamo banche che prestano soldi o creano fondi neri per gli amici degli amici, per partiti politici (600.000 € giunti bel belli al PD dal Monte dei Paschi di Siena) , banche che hanno nei consigli di amministrazione gli amministratori delegati delle società a cui prestano ingenti somme, banche che si fondono con altre pagando il doppio del dovuto la “fusione” (calda o fredda, poco importa) a danno dei correntisti e degli azionisti.
    La sinistra non può esimersi dal porsi il problema del governo del paese, ma prima ancora deve comprendere quali interessi deve difendere.
    Dobbiamo porci il problema di chi vogliamo rappresentare.
    Lavoratori, disoccupati, precari, pensionati, attigiani, piccoli imprenditori, se questa è la platea del nostro popolo occore definire una politica coerente per rappresentarli.
    Tutelare, difendere, espandere i loro diritti dovrebbe essere il compito di una forza di sinistra per il cambiamento.
    Operare questo cambiamento è possibile farlo ora con il PD e ALFANO ? Tu Claudio asserisci di sì io non lo credo.

  • claudio

    Caro Marco la mia semplificazione può essere in parte ingenerosa su Tspras (di cui non metto in dubbio la buona fede) ma che abbia preferito lasciare agli altri il lavoro sporco è oggettivo e quella della mancanza di un programma politico condiviso quando le macro-scelte praticabili si riducono ad una (poi ovviamente su aspetti secondari si potevano assumere declinazioni diverse) è onestamente una scusa e non altro.
    Nel merito della mia chiama a correo di tutta la sinistra greca (anche extraparlamentare) al disatro dei conti pubblici, anche se è vero che essa non ha ovviamente responsabilità nel malaffare e negli sperperi dovuto alle politiche del voto di scambio, è corresponsabile (esattamente come per la sinistra italiana a partire dal PCI) di avre chiuso entrambi gli occhi fingendo di non vedere che quell’ordine di spesa non era sostenibile dal paese. Non lo ha fatto perchè della parte più consistente) di quella spesa ne beneficiavano (sotto forma di servizi pubblici) anche le “classi sociali” che rappresentavano.
    Faccio un esempio.
    In Grecia si riconosceva ai dipendenti pubblici un salario accessorio premiale a chi arrivava in orario, come a chi usava un compiuter.
    Su questo tipo di spesa assurda (enorme in quanto interesseva sostanzialmente tutti i dipendenti pubblici o quasi) la sinistra (anche extraparlamentare) non ha mai avuto niente da ridire dato che quella categoria prevalentemente vota i partiti di sinistra.
    Lo stesso vale in materia di erogazione di pensioni che in grecia (anche qui con il silenzio-assenso di tutta la sinistra) venivano riconosciute anche alle ragazze nubili dei dipendneti pubblici (hai capito bene era proprio così).
    Non è essere correi questo?
    Nel merito del cambiamento infine io non asserisco affatto che la composizione attuale del parlamento italiano lo permetta o la voglia (nel suo complesso) perseguire. Io sostengo che senza il PD non è possibile fare massa critica per poter arrivare a qualsiasi concreto cambiamento in senso progressista (certo il PD ha una platea di rappresentanza non corrispondente esattamente alla nostra, ma con esso è possibile trovare punti di incontro ed assumere delle decisioni che almeno in parte siano orientate a concretizzare i cambiamneti che auspichiamo). Non dico che con il PD tutto cambierà come vogliamo (dovremo mediare, e facendolo da una condizione di debolezza, ridimensionare le nostre aspettative), ma che senza il PD neanche ci sono le pre-condizioni per farlo (o non ci rendiamo conto che i movimenti sono fluttuanti e non è possibile impegnarli in un progetto di lungo termine e i partiti alla nostra sinistra sono solo grumi di dirigenti politici ed intelelttuali che non sono capaci di dare niente al paese che non sia retorica o mozione degli affetti (con l’intento di auto conservare un ruolo qualsiasi, anche di bastian contrario, pur di non essere ricacciati nell’anonimato che meritano). E se vogliamo avere un rapporto serio con il PD ed essere da esso rispettati non possiamo allearci quando ci fà comodo (giusto per entrare in parlamento) e poi sganciarci quando ci sono scelte impopolari e complicate fda fare (come un governo di larghe intese perchè non è uscita una maggioranza dalle elezioni, il M5S ha risposto picche e ancora siamo in una tale situazione di fragilità, sia in termini di credibilità internazionale che di conti pubblcii, che non possiamo permeterci alcuna vacanza).

  • Dario

    Quanto disprezza per delle persone perbene e di sinistra. Se non ci aiutiamo qui non si riesce a ricostruire nulla.

  • Dario

    Allora la prenderò. Avrei detestato qualcosa di fragile.

  • francesco

    Una vera e propria presa per i fondelli, nella “terra di mezzo”…

  • Marco Baggioli

    Pensa che fortuna hai avuto, ci siamo presentati con Tsipras ed abbiamo vinto!
    Se ci fossimo presentati come Sel, avremmo preso il 2 per cento e ce ne saremmo tornati a casa “con le pive nel sacco” come sempre!
    Per una volta che ti e’ andata bene…

  • Leopoldo

    Caro Nichi, ripartiamo da quella tua “nuova narrazione” per costruire una nuova sinistra che tanto affascinava! Condivido l’idea di guardare al campo largo dei problemi della gente, è questo che conta innanzitutto, non stare a rimorchio del PD ne tanto meno di un centrosinistra indefinito e indefinibile.

  • Marco Baggioli

    Potremmo continuare all’infinito questa piacevle discussione, ma evidentemente arriveremmo comunque a due conclusioni diverse.
    A proposito delle responsabilità del PCI sul dissesto economico perpetrato dai governi “degli altri” il dissenso è totale, le responsabilità hanno nome e cognome : Giulio Andreotti, Bettino Craxi, Giovanni Spadolini, Sivio Berlusconi.
    Chi governa decide, si assume la responsabilità delle scelte operate.
    Voi “folgorati sulla via di Damsco” dal renzismo, proponete di sostenere un governo RENZI – ALFANO, la controriforma della Costituzione del duo RENZI – BERLUSCONI, la nuova LEGGE TRUFFA del trio RENZI – BERLUSCONI – CALDEROLI , che penalizza tutti i piccoli partiti a parte la Lega (gurda caso).
    Ma vi rendete conto del vostro paradosso ?
    Titti Di Salvo chiama all’adunata i riformisti sotto la nuova sigla “LED”, buona fortuna!
    Di tutto ha bisogno la sinistra fuorchè di un lampeggiante.

  • Marco Baggioli

    Preferisco un “indipendente” che rimane coerente con l’impegno preso con il partito e gli elettori, che dieci iscritti “naufraghi” che si dimettono dal gruppo di SEL, senza dimettersi da parlamentare e quindi senza rinunciare a quel piccolo stipendio di circa diecimila euro al mese.

  • ophios

    Magari se lo chiedi senza urlare….

  • Maurizio

    “Vinto” è una parolona… diciamo che abbiamo superato il quorum.

  • Marco Baggioli

    Abbi fede, anche a me un anno ritardò parecchio.
    Sono i rischi del tesseramento on-line. Un prezzo alla modernità bisogna pur pagarlo.
    Hai comunque il modulo in formato pdf.

  • sergio

    sono stato tra i fondatori di SEL nella mia città e ora mi sono arreso, nel vedere la scarsa qualità culturale di chi dirige localmente questa formazione che più che avvicinare allontana, da 132 iscritti di partenza siamo arrivati a una quarantina e non si fa più azione di autocritica tutti vanno per conto loro e non si è più capaci di stare insieme, è questo il nodo, studiare Gramsci studiare Gramsci studiare Gramsci! Sergio

  • Mimmo

    Pagata la tessera, ora però mi aspetto che in breve si definisca una serie di punti programmatici convincenti .Non possiamo sprecare altro tempo .O ci rilanciamo quest’anno coinvolgendo la sinistra orfana di rappresentanza, o saremo travolti.Alle prossime politiche spariremo se non ci diamo subito una mossa.Mj vien da sogghignare quando penso a chi qualche tempo fa aspettava Civati…

  • alberto ferrari

    Caro Nichi, condivido molto di quanto hai scritto. Guarda però che qui i venti di contrasto, di cui tu parli, ce li siamo costruiti da soli .Da quando tutti abbiamo partecipato alla costruzione di SEL avevamo, se non un “manifesto politico” almeno una linea che per dirla con un fortunato libro di Recalcati, ci portava ad abbandonare Edipo per guardare a Telemaco. Poi al congresso ci siamo “fermati”. Una pausa di “crescita”? Può darsi. Se si vuole esse4re clementi. Ma se la conferenza di programma non scioglierà i nodi delle vele e la nostra barca resterà nel porto sicuro della pura contestazione per la paura di prendere il largo allora il filo, di cui tu parli, sarà servito a ben poco.

  • alberto ferrari

    caro Baggioli, chi si accontenta .. gode. Non vedo nessuno di SEL in Europa.

  • francesco

    Gramsci appartiene al ‘900, già rottamato da Vendola con la nascita di Sel.
    Ti devi accontentare di una “sinistra larga”, non identitaria, nelle “terre di mezzo” che conducono a zig-zag verso il grande PD.

  • Marco Baggioli

    Certo . . . Migliore, Titti Di Salvo e compagnia cantando dimostrano una spaccatura nel gruppo dirigente che non ha aiutato. Comunque in quel 4, 030 per cento ci siamo anche noi. E con un Renzi “pigliatutto” è giusto dire che non è stata una vittoria. . . ma un miracolo!
    Compagni un po’ di brio, vi sento mogi e disfatti su con la vita

    “Avanti o popolo alla riscossa
    Bandiera rossa, bandiera rossa
    Avanti o popolo alla riscossa
    Bandiera rossa trionferà

    Bandiera rossa la trionferà
    Bandiera rossa la trionferà
    Bandiera rossa la trionferà
    Evviva il comunismo e la libertà

    Avanti popolo tuona il cannone
    rivoluzione rivoluzione
    avanti popolo tuona il cannone
    rivoluzione vogliamo far

    Rivoluzione noi vogliamo far
    Rivoluzione noi vogliamo far
    Rivoluzione noi vogliamo far
    Evviva il comunismo e la libertà

    Degli sfruttati, l’immensa schiera
    La pura innalzi rossa bandiera,
    O proletari, alla riscossa
    Bandiera rossa trionferà

    Bandiera rossa la trionferà …

    Dai campi al mare, alla miniera,
    All’ officina, chi soffre e spera,
    Sia pronto, è l’ora della riscossa.
    Bandiera rossa trionferà

    Bandiera rossa la trionferà …

    Non più nemici, non più frontiere,
    Lungo i confini rosse bandiere.
    O comunisti alla riscossa
    Bandiera rossa trionferà

    Bandiera rossa la trionferà …

    Info

  • elettore

    Caro Presidente, anche quest’anno rinnoverò la tessera sia per coerenza che per rispetto della sua persona. Però quello che che stà verificando in SEL meriterebbe una attenta e puntuale analisi per modificare comportamenti che hanno determinato uno sfaldamento proprio tra coloro che hanno dato vita al sogno e alla speranza di SEL sin dalla sua nascita. Qualche crepa si aprì già nelle primarie per le candidature alle politiche dove alcune scelte di capilista e di appoggio da parte del partito su alcuni candidati che nemmeno erano iscritti a SEL, certo era per allargare il campo ma il campo si allarga con persone che almeno abbiano un certo consenso e non con chi sfrutta il consenso già acquisito del partito. Poi gradirei una sua parola chiara sulla composizione della giunta di BARI, perchè se Maselli è stato sponsorizzato dal partito ritorniamo a quanto sopra descritto, se invece è stato scelto dal Sindaco, SEL ha preso uno schiaffo magari fatto apposta per gettare scompiglio in SEL in vista della prossima campagna elettorale. Un consiglio per il futuro, candidare,sponsorizzare, aiutare, delegare, “nominare” iscritti, sostenitori e fondatori di SEL non per chiudersi ed arroccarsi, ma per dimostrare che la coerenza ed il “lavoro” pagano. Se un giovane vede che il suo impegno alla fine paga si iscrive se invece vede candidato capolista magari un Rettore che non è un valore aggiunto ma che bisogna votare allora non si iscrive. Con l’augurio di lunga vita a SEL attendo parole chiare o prese di posizione da parte del Presidente o quantomeno della dirigenza SEL PUGLIA:

  • claudio

    Caro Marco non credo che nessuno di noi voglia convincere l’atro (o chi eventualmente ci legge) non io senz’altro. Come non è mia intenzione continuare all’infinito con la pur piacevole discussione. Ciò che mi sono limitato e mi limito a fare è di contribuire ad un arricchimento degli elementi di discussione per favorire decisioni sempre più consapevoli (qualunque esse siano).
    Evidenziare gli errori e le responsabilità avute (anche) dalla sinistra non è una forma di denigrazione ma serve semplicemente a contestualizzare meglio la realtà per agire in essa. Quando a partire dagli anni ’80 del secolo scorso il debito pubblico del paese ha iniziato a crescere vertiginosamente nessuno si è opposto neanche il PCI (non lo ha fatto perchè non è stato – neanche lui in grado di cogliere le ripercussioni che avrebbe avuto per le generazioni future; non certo per malafede o incapacità ma per insufficiente lungimiranza).
    Un esempio plastico di quanto affermo è l’atteggiamento tenuto dalla sinistra (PCI prima e PRC dopo) in materia di pensioni nella PA. Hanno sempre sostenuto un allineamento di queste con quelle private anche se il monte dei contributi era molto più basso. Morale della favola credo nel 2011/2012 l’INDAP (l’istituto di previdenza pubblica) è stato assorbito dall’IMPS (istituto di previdenza, sempre dello stato, ma che gestiva le pensioni dei lavoratori del settore privato) accorpandoli in un unico ente così da coprire la voragine del debito dell’IMPDAP con il i conti molto più allineati (in saldo positivo) del vecchio IMPS (dato che i privati versano da sempre molti più contributi). Certamente in linea di principio, a parità di mansione, è giusto che dipendeti pubblici e privati abbiano lo stesso trattamento pensionistico (diritti) ma sarebbe stato giusto anche che fosse analoga la quantità di contributi versati (doveri). Però, anche il PCI lo ha sempre sostenuto, pur di assicurare il rispetto di un diritto senza avere il coraggio di chiedere pari doveri per non perdere voti (dato che l’elettorato dei dipendneti pubblici era parimenti distribuito prima tra DC e PCI e poi, dagli anni ’90 in poi, prevalentemente orientato a sinistra) la morale è che chi andrà in pensione nei prossimi decenni avrà una pensione molto più bassa in proporzione ai contributi che avrà versato (e non per colpa della Fornero ma del debito accumulato nei decenni precedenti). Altra colpa del PCI è – a livello locale (dove ha governato diffusamente) – si è comportato non molto diversamente da come si comportava la DC a livello nazionale (non certo rubando a man bassa come il pentapartito ma “pilotando” i concorsi pubblici per assumere non i migliori ma persone fedeli o vicine al partito, creando aziende per la gestione dei servizi dove assumere direttamente, dato che per esse non vigeva l’obbligo del concorso, in modo selettivo ed in quantità molto superiore alle reali necessità indebitandosi enormemente, etc.). Sia chiaro sono azioni coerenti con il periodo storico in cui sono state compiute, non c’era alcuna volontà di dolo o altro, anche assumere persone vicine al partito apparteneva alla logica della contrapposizione politica ed era visto in funzione del rafforzamento del proprio blocco sociale e non certo come forma di corruttela. Il punto però è che queste scelte – il presente lo dimostra – non sono state lungimiranti visto che hanno ipotecato il nostro futuro (i debiti pesano e non si cancellano con una legge o con un colpo di spugna, perchè hanno delle ripercussioni nei rapporti con gli altri e dato che la nostra società è interdipendente non possiamo sopravvivere da soli; Pensa all’energia ad esempio. Per più di due terzi del proprio fabbisogno l’Italia dipende dall’estero. Se il paese non pagasse i propri debiti, se fallisse, secondo te continuerebbero a fornirci petrolio o metano con il rischio di non essere pagati? sicuramente no e noi sopravviveremmo senza? come faremmo funzionare i macchinari delle aziende? come accenderemmo la luce nelle case e nelle strade? come ci riscalderemmo d’inverno?, etc.) ed è importante averlo presente per non ripetere gli stessi errori e per comprendere che oggi, se vogliamo avere comunque un futuro (anche se in tono minore a quello che avremmo voluto) dobbiamo soprattutto e prima di tutto farci carico (distribuendolo e dilazionandolo nei modi migliori possibili) del debito che abbiamo ereditato per non lasciare a nostra volta un deserto come futuro a chi ci succederà.

  • Attila

    Forse qualcuno di SEL no, ma ci sono 3 deputati di sinistra italiani, non è forse un buon risultato? quale sarebbe la grossa differenza tra un deputato di SEL e gli altri 3 della Lista Tsipras? Differenze programmatiche, intendo…gradirei una risposta.

  • Attila

    Ha chiuso per confluire con la melma piddina? Auguroni!