Manicomio criminale. In visita all’OPG di Montelupo
“Bonjour”, così il Capitano della polizia penitenziaria dell’ OPG di Montelupo saluta un giovane francese. Poi spiega che è poco più che ventenne senza fissa dimora arrestato per una rissa a seguito di un conto non pagato al ristorante a Ventimiglia. Un giovane che avrebbe bisogno di essere seguito da servizi di salute mentale meno che mai essere “internato” in un “non luogo” in cui si parla una lingua che non conosce e in cui non potrà certo migliorare la sua condizione.
Uno dei casi di soggetti non socialmente pericolosi, ma anzi dimissibili, se solo ci fossero strutture in grado di prenderle in carico.
Eppure gli OPG come quello di Montelupo sono ancora aperti per il vergognoso ritardo delle Regioni tra cui non si distingue la Regione Toscana.
Una realtà che getta un’onta sulla tradizione di questa nostra terra che si è distinta da sempre per affermare diritti umani fondamentali. Questa sfida di civiltà la Toscana per ora l’ha persa.
Purtroppo è necessario che il Governo proceda al commisariamento delle Regioni inadempienti che non hanno ancora dato ai/ alle pazienti soluzioni alternative, costringendoli così a restare in Opg.
Il necessario commissariamento è una sconfitta della politica dopo un passo importante come quello dell’approvazione della legge legge 81 che non si limitava a far chiudere gli Opg.
Essa andava oltre.
Indicava, infatti la strada buona da seguire: Regioni e Asl collaborando con la Magistratura, devono costruire l’alternativa all’internamento delle persone in Opg e nelle Rems: con progetti di cura e riabilitazione individuale, potenziando i servizi territoriali di salute mentale che oggi versano in una penuria di risorse e investimenti.
Una legge civile che la sentenza della Corte Costituzionaleo ha confermata nella sua legittimità e nello spirito innovatore.
La chiusura dei manicomi anche per ultimo quelli criminali ha aperto la breccia di sfida umana e civile: costruire nelle comunità l’alternativa all’esclusione sociale.
E allora il superamento, della logica manicomiale che sostiene gli Opg deve essere completo, bisogna anche andare oltre le stesse Rems (Residenze per l’esecuzione della misura di sicurezza), strutture detentive che stanno diventando l’unica soluzione alla chiusura dei manicomi giudiziari e che la magistratura sta riempiendo con internamenti di persone in misura provvisoria.
La misura alternativa all’internamento in Rems deve essere la norma e non l’eccezione per garantire la cura e la riabilitazione delle persone, come prescrive la legge 81/2014 riconvertendo le risorse e i progetti destinati alle Rems, a favore, invece, dei dipartimenti di salute mentale nel territorio.
Di tutto ciò siamo ancor più convinti dopo la visita all’OPG di Montelupo con Alessia Petraglia, i Consiglerri regionali di Si Tommaso fattori e Paolo Sarti e i Consiglieri comunali di Montelupo e della Zona Empoli-Valdarno.
Quando il cancello si chiude alle nostre spalle, risuonano le domande di chi abbiamo incontrato” quando usciamo?”. Non è più possibile rimandare.
E allora ne consegue una questione.
Cosa avverrà di questa splendida e prestigiosa Villa Medicea che fino ad oggi ha ospitato l’OPG, in parte ristrutturata con investimenti pubblici che hanno permesso di migliorare le condizioni degli internati e dei detenuti dopo che la Commissione di inchiesta di Ignazio Marino aveva disposto la chiusura diparti inumane?
Qui è possibile un progetto di interesse pubblico attraverso un uso misto sia carcerario che turistico ricreativo. Potrebbe divenire una struttura all’avanguardia per il reinserimento sociale di detenuti a fine pena e a custodia attenuata.
Questo è l’obiettivo e questo sarà il nostro impegno.
Nella foto la delegazione delle parlamentari di SEL-Sinistra Italiana on. Marisa Nicchi e sen. Alessia Petraglia e i consiglieri regionali di Sì-Toscana a Sinistra Paolo Sarti e Tommaso Fattori