Sei in: Home › Attualità › Notizie › Marcon: L’accordo con Tsipras non si fa per motivi politici. Non volete che si creino crepe nelle politiche di austerità
Mercoledì, 1 luglio 2015

Marcon: L’accordo con Tsipras non si fa per motivi politici. Non volete che si creino crepe nelle politiche di austerità

atene

L’intervento di Giulio Marcon alla Camera dei Deputati durante la discussione dell’informativa del ministro dell’Economia Padoan sulla situazione dell’accordo tra Commissione Europa e Grecia

Gentile Ministro,

il governo italiano si sta facendo complice imbarazzato ma disciplinato di una linea sbagliata verso la Grecia, del fallimento politico europeo, di una possibile crisi dell’euro, di un ritorno della sofferenza economica e finanziaria in Europa, dell’assassinio sociale ed economico di un intero popolo: di scelte che rispondono più all’obbedienza ideologica ai dogmi neoliberisti che al buon senso di una politica autenticamente riformatrice ed europeista.

Avete seguito la linea della rottura dei falchi austerici (per dirla con Krugman) piuttosto che la linea della mediazione.

In Grecia non c’era e non c’è altra possibilità che un compromesso fondato sulla rinegoziazione del debito e sulla possibilità per il paese di riprendere a crescere e a combattere la povertà.

Schauble detto no anche alle controproposte presentate alcune ore fa da Tsipras, si continua a dire di no a ogni mediazione.

Noi chiediamo al governo italiano di cambiare posizione, di sostenere le ragioni dell’accordo.

Si volevano e si vogliono imporre alla Grecia delle misure draconiane. Si vuole togliere l’assegno di solidarietà per le pensioni più basse, si vuole raddoppiare l’IVA sul cibo, si vuole una legge sui licenziamenti di massa, si vogliono salvare i profitti delle grandi imprese impedendo di tassare gli extra-profitti sopra i 500mila euro, si vogliono far pagare la crisi ancora una volta ai cittadini e ai lavoratori.

Con rara ipocrisia è stato proposto alla Grecia di ridurre la spesa militare di qualche centinaio di milioni di euro quando ancora poco tempo fa avete costretto la Grecia a spendere quattro miliardi di euro per comprare i sommergibili tedeschi U214 dalla Merkel.

Ma se siete così ansiosi di far tagliare la spesa militare alla Grecia, perché non lo facciamo anche noi tagliando qualche F35?

Si vorrebbe in definitiva, ancora una volta, cancellare la sovranità del popolo greco, disconoscere la volontà popolare delle elezioni democratiche, mettere in difficoltà e fare cadere il governo Tsipras.

Renzi ha detto che il referendum del 5 luglio non è un derby tra Tsipras e Commissione Europa, ma tra l’Euro e la Dracma.

No, è un derby tra chi vuole le politiche di austerità e chi vuole contrastarle. E’ un derby tra chi vuole l’Europa della finanza e chi vuole l’Europa del lavoro. E’ un derby tra chi vuole far dominare i tecnocrati e chi vuole far decidere i cittadini. E’ un derby tra chi vuole far opprimere l’Europa dai falchi liberisti e chi vuole liberarla con le riforme e la democrazia.

Noi quel derby lo giochiamo sì, ma nella squadra dei cittadini e della democrazia, voi lo giocate nella squadra dei finanzieri e dei mercati.

Voi dite che le regole vanno rispettate.

Ma perché non fate rispettare le regole alla Francia che sfora il PIL al 4,1% ?

Perché non fate rispettare le regole alla Germania che sfora da anni di 2 punti l’avanzo della bilancia commerciale? Perché non fate rispettare le regole a quel paradiso fiscale -una manna anche per gli evasori nostrani- che si chiama Lussemburgo, di cui Juncker è stato premier per tanti anni? Perché non fate rispettare le regole sociali (il lavoro, l’istruzione, la ricerca) degli obiettivi della strategia Europa 2020, completamente disattese da metà dei paesi membri dell’Unione europea?

Perché i potenti le regole le possono sempre disattendere e i poveri, se non le rispettano, sono mandati all’inferno?

Questa è la politica dei “due pesi, due misure”, questa è la politica del più forte, questa è la politica dell’ipocrisia.

La politica economica europea è fallimentare.

In 7 anni di crisi e di politiche di austerità il debito dell’eurozona è passato dal 65% al 95% del PIL, la disoccupazione è aumentata di 5 punti, i poveri sono arrivati a 30 milioni.

Vi spaventano i 330 miliardi di euro di debiti della Grecia, ma non vi hanno spaventato i 280 milioni persi dai risparmiatori in un giorno l’altro ieri per il crollo delle borse per il mancato accordo della Grecia.

L’Europa, tra i soldi che ci ha messo e quelli che ha perso per la conseguenza delle sanzioni ha speso più soldi per l’Ucraina che per la Grecia.

Ma a voi importa di più l’Ucraina, perché dovete metterci la NATO o la Grecia che è la culla dell’Europa, della democrazia e della civiltà di questo continente?

Ma è possibile tutta questa miopia?

Che ci sia Tsipras, Samaras o Papandreu, che i greci siano ribelli od obbedienti all’austerità voi sapete benissimo che la Grecia non riuscirà mai a restituire, nemmeno nel medio e lungo termine, tutti quei soldi.

Soldi -attraverso gli interventi di salvataggio dell’Europa e del Fondo Monetario- che sono stati prestati in questi anni non per risollevare il paese, ma per permettere di pagare i creditori. Soldi prestati per fare un favore alle banche francesi e tedesche non ai cittadini greci.

Come ha ricordato stamattina Mariana Mazzuccato su Repubblica, con la Grecia non solo avete sbagliato la terapia, ma anche la diagnosi. Il problema del’Unione monetaria non è che alcuni paesi -tra cui la Grecia- sono troppo spendaccioni e hanno troppo debito; il problema è che gli squilibri regionali sono troppo marcati e rendono impossibile la costruzione dell’Unione monetaria, che non c’è una politica fiscale ed economica comune, che non si può fare un’Europa in cui alcuni pesi sono competitivi a spese degli altri. Applicate pure la cura tedesca alla Grecia: ma la cura degli investimenti pubblici non quella dei tagli al welfare.

Voi volete farci credere che l’accordo con la Grecia non si fa perché non vi siete messi d’accorso sull’IVA sul cibo e sulla tassazione dei profitti delle imprese. Balle. L’accordo non si fa perché voi non volete che ci sia un precedente vittorioso contro le politiche di austerità.

L’accordo con Tsipras non si fa per motivi politici. Non volete che si creino crepe nelle politiche di austerità, non volete che si incrini il dominio dei sacerdoti del pareggio di bilancio.

Non volete che la sovranità e la democrazia di chi si oppone a quelle politiche possa prevalere.

Il vostro obiettivo non è il rispetto delle regole, ma la fine di Tsipras, che si contrappone alle vostre politiche.

Ma perché l’Europa deve seguire le fobie e le fisime di un falco del neoliberismo come Donald Tusk, che ha dimostrato tutta la sua statura diplomatica dichiarando ai negoziatori greci “the game is over” ?

Dal premier italiano al presidente del Consiglio Europeo, il bullismo politico che sia in salsa fiorentina o in salsa polacca è ormai purtroppo di moda.

Ma perché l’Europa deve seguire le fobie e le fisime di un questurino dell’austerità come Dusselbloem, che dal laburismo di cartapesta dei tulipani è passato all’ipocrita puritanesimo monetarista degli strozzini del Fondo Monetario?

Il piano Europa 2020 è stato un fallimento, il piano Juncker non andrà da nessuna parte -e anche se avesse successo- aumenterà gli squilibri regionali, mentre il quantitative easing di Draghi tra poco più di un anno fa finisce: un pannicello caldo a scadenza. Nel frattempo non avete messo in campo politiche fiscali ed economiche comuni, non avete fatto un piano di investimenti pubblici, non avete mutualizzato il debito, non avete fatto gli eurobond per finanziare la ripresa, non avete fatto una vera tobin tax per colpire la speculazione. Non avete costruito l’Europa. Così non si va da nessuna parte.

Noi vi contestiamo non in nome dell’isolazionismo, dell’egoismo, della chiusura, noi vi contestiamo in nome dell’Europa, della democrazia, dei cittadini. Voi agite per accontentare mercati e finanza e siete in preda ai vostri fantasmi che vi hanno guidato in 7 anni di fallimenti. Possibile che non vi rendiate che dall’inizio della crisi le vostre politiche sono state un completo disastro?

Voi così non andare da nessuna parte. Distruggerete la Grecia, ma distruggerete anche l’Europa.

Renzi fa finta di criticare l’austerità. Tutte balle, arrivati al dunque ne sostiene le scelte come un soldatino. A Tsipras avrà regalato una cravatta, ma alla Merkel le ha ceduto tutto il vestito.

Renzi ed il governo sono subalterni alle scelte di leader europei che ci porteranno a sbattere.

Ripensateci. Cambiate posizione, sostenete in queste ore decisive le ragioni del compromesso e dell’accordo.

Forse, qualsiasi sia il risultato il prossimo 5 luglio -e potrebbe vincere anche il sì per il terrore della gente di fronte al panorama ignoto del default- la barca di Atene potrebbe affondare.

Ma guardate, che anche il Titanic di Bruxelles sta rapidamente avvicinando l’Europa al punto di collisione. E mentre ci stiamo avvicinando anche noi all’iceberg che ci potrebbe fare inabissare, voi -i vostri Tusk, i vostri Schauble, i vostri Dusselbloem- continuate a fare nella vostra cambusa i conticini sui vostri taccuini con la partita doppia. Voi non fate più politica economica, voi pensate di costruire l’Europa sul “dare-avere” di qualche ragioniere.

E quanto a Juncker, quando è stato lucido, ha completamente fallito: per questo lui si deve dimettere e gli incarichi della Commissione devono essere azzerati.

Cari colleghi,

è ora di cambiare i capitani del Titanic, prima che sia troppo tardi; cambiamo equipaggio, cambiamo la rotta.

Viva l’Europa, viva la democrazia, viva il popolo greco.