Mercoledì 10 giugno a Bruxelles il parlamento vota il TTIP
Business Europe, la lobby industriale alla cui presidenza siede Emma Marcegaglia, scrive agli europarlamentari che “grazie alla mobilitazione di Stop-TTIP aumenta il controllo dei cittadini sulle posizioni sul Trattato dei parlamentari europei”. E’ indice dell’importanza che riveste il voto del Parlamento europeo alla Risoluzione Lange del 10 giugno prossimo a Strasburgo, in cui esprimerà il suo parere sul negoziato commerciale transatlantico tra Stati Uniti e Unione Europea.
In una lettera inviata il 1 giugno scorso agli Europarlamentari e nello specifico a Gianni Pittella, eurodeputato PD presidente del gruppo parlamentare dei Socialisti e Democratici (S&D), il direttore generale di BusinessEU Markus Beyer chiede insistentemente che si mantenga il compromesso raggiunto alla Commissione Commercio internazionale dove si è lasciato lo spiraglio per l’inserimento dell’ISDS, l’arbitrato internazionale nel TTIP. Chiede anche che l’Europa non si concentri sulla sostenibilità.
In questo momento tra i diversi emendamenti proposti in vista del voto in plenaria solo uno, il numero 27, chiede esplicitamente l’esclusione di qualsiasi arbitrato internazionale privato o pubblico che sia, rimandando ogni contenzioso alle corti nazionali come insistentemente chiesto dalle Campagne Stop TTIP europee e statunitensi: una posizione fatta propria da 134 eurodeputati di cui 22 italiani.
Ma le criticità del TTIP non si risolvono con l’esclusione dell’ISDS. In un recente comunicato stampa, un nutrito gruppo di esperti delle Nazioni Unite ha sottolineato come gli Accordi di Libero Scambio (Free Trade Agreements, FTAs) possano avere pesanti implicazioni sui diritti umani e la sostenibilità e come per il TTIP sia necessario aumentare la trasparenza, coinvolgere tutti i portatori di interesse, portare avanti studi di impatto ex-ante ed ex-post per monitorarne gli impatti sui diritti umani, inserire clausole vincolanti sul rispetto dei diritti umani, inserire robuste clausole di salvaguardia per la loro tutela.
Prosegue nel frattempo la mobilitazione della società civile e della Campagna Stop TTIP Italia che, con l’organizzazione di decine di eventi di sensibilizzazione e di raccolta firme in tutta Italia e con l’invio di centinaia di email agli Europarlamentari sta contribuendo allo sviluppo di un dibattito ampio e informato sul TTIP nel nostro Paese.
«Alcuni degli emendamenti presentati dagli eurodeputati, così come il riposizionamento di alcuni europarlamentari, stanno dimostrando che la pressione dei movimenti cittadini funziona e ha risultati» sottolinea Monica Di Sisto, tra i portavoce di Stop TTIP Italia, «smentendo peraltro tutto ciò che il Viceministro Calenda e la Commissaria UE Malmtrom hanno sempre sostenuto sulle critiche come miti frutto di complottismo, visto che stanno diventano nero su bianco emendamenti alla Risoluzione Lange che vedono la convergenza di europarlamentari di diversi schieramenti, anche dei Socialisti e Democratici».
«La nostra posizione» conclude Di Sisto «si basa su 5 emendamenti presentati dalla Campagna Stop TTIP che chiediamo di prendere in blocco, tra cui un no chiaro all’ISDS e un’esclusione totale dei servizi pubblici dal negoziato, se così non fosse l’unica opzione è votare contro la Risoluzione: piuttosto che una pessima risoluzione, meglio nulla. Ribadiamo comunque che il lavoro sugli emendamenti per noi è un modo per tamponare i rischi, ma la vera soluzione è bloccare definitivamente il negoziato con gli Stati Uniti».
«La Campagna Stop TTIP Italia in stretto coordinamento con le reti internazionali ha lanciato una crescente campagna di pressione sugli Europarlamentari» aggiunge Elena Mazzoni, tra i coordinatori della coalizione italiana, «per dimostrare che nonostante i tentativi di tenere sotto silenzio il negoziato transatlantico, la società civile è in grado di riprendere in mano le redini del controllo democratico senza nessuna delega in bianco. Le ultime rivelazioni di Wikileaks sul corrispettivo trattato transpacifico (TPP) dove si evidenzia come persino le bozze di trattativa dovessero rimanere secretate per altri quattro anni dopo l’eventuale conclusione, dimostra quanta strada ci sia da fare per assicurare una vera trasparenza e partecipazione, come sottolineato dal comunicato degli esperti dell’ONU. D’altro canto – conclude Mazzoni, – è possibile raggiungere una maggiore armonizzazione delle normative in modo democraticamente controllato e partecipato e senza il TTIP, dove i settori produttivi diventano merce di scambio, come il recente accordo sull’esportazione dei salumi italiani negli Stati Uniti ha dimostrato».
La Campagna Stop TTIP Italia in vista del voto a Strasburgo rilancia per martedì 9 giugno il #TTIPTuesday, la campagna di invio di tweet agli europarlamentari a cui si può partecipare collegandosi all’account twitter @StopTTIP_Italia e ritwittandone i contenuti.
Per tutta la giornata di mercoledì 10 giugno, durante il dibattito e il voto sulla Risoluzione Lange, la Campagna Stop TTIP Italia coprirà l’evento e contribuirà a una informazione puntuale sui lavori dell’Europarlamento tramite il suo sito , il suo profilo facebook e il suo account twitter.