Migranti, stragi senza fine. Scotto: ripristinare subito Mare Nostrum e canali umanitari
Erano almeno quaranta i bambini su quel barcone affondato nel giro di un’ora giovedì sotto gli occhi delle centinaia di migranti ammassati sull’imbarcazione gemella che, con una fune, trainava nel Canale di Sicilia l’altra che aveva cominciato a imbarcare acqua inabissandosi velocemente.
Sono drammatiche ma concordanti le testimonianze dei superstiti di questo ultimo naufragio raccolte nella notte dagli investigatori delle squadre mobili di Ragusa e Agrigento dove, divisi su diverse navi di soccorso, sono arrivati i superstiti di una tragedia che avrebbe fatto almeno quattrocento morti, quaranta dei quali bambini, molti neonati. In trecento, quelli che avevano pagato di meno ed erano stati fatti entrare nella stiva, sono morti intrappolati senza neanche sapere quello che stava accadendo in superficie. Sono oltre dodicimila i migranti sbarcati in una settimana. Secondo l’agenzia dei rifugiati dell’Onu, l’Unhcr, sarebbero oltre 700 le vittime di tre naufragi nel Mediterraneo in questi ultimi giorni. La stima, secondo quanto riferisce l’Unhcr, è data dalle testimonianze dei sopravvissuti.
Arturo Scotto capogruppo di Sinistra Italiana a Montecitorio commenta: «Ora basta. Sono giorni che contiamo morti. Una vera e propria ecatombe che impone un’azione più decisa. Ha ragione il Presidente Mattarella: aprire canali sicuri, corridoi umanitari. La nostra netta contrarietà alla fine dell’operazione Mare Nostrum, sostituita dall’operazione Triton, ne vede oggi drammaticamente spiegate le ragioni, sia umanitarie che di inefficace risposta ad un fenomeno non congiunturale. Chiediamo al governo di ripristinare l’operazione Mare Nostrum per ridurre drasticamente le morti in mare e di intraprendere tutte le iniziative possibili per affrontare l’evidente inadeguatezza dell’operazione Triton. Lo faccia l’Italia, anche se l’Europa traccheggia. Subito. Sarebbe un segnale di profonda umanità e concreta risposta ai fenomeni migratori, anche in vista della ricorrenza della nascita della Repubblica. Andiamoli a prendere. Questi morti sono anche i nostri morti. Non si può trasformare il Mediterraneo in un cimitero».