Muore un terzo bracciante nelle campagne pugliesi. L’interrogazione Sel: il governo accolga le proposte di #FilieraSporca
Ancora una vittima del caporalato. Un lavoratore tunisino di 52 anni è morto per il caldo e la fatica mentre lavorava in una azienda agricola di Polignano a Mare in provincia di Bari. Secondo le prime notizie era impiegato in modo regolare. L’uomo si sarebbe sentito male in tarda mattinata alla fine di un lungo turno di lavoro nei campi. Sul posto sono intervenuti il personale del 118 e dello Spesal e i carabinieri. Il migrante, che stava caricando cassette di uva, risiedeva a Fasano, in provincia di Brindisi.
Si tratta della terza morte sospetta di lavoratori stagionali in Puglia. Nelle scorse settimane sono deceduti un immigrato sudanese nelle campagne di Nardò, in provincia di Lecce, e una donna italiana originaria di San Giorgio Jonico (Taranto) impegnata nelle campagne di Andria. Proprio oggi pomeriggio alle 16 nella sede della Presidenza della Giunta Regionale, a Bari, è stata convocata dall’assessore al Lavoro, Sebastiano Leo, una riunione con i sindacati di categoria Cgil, Cisl e Uil per definire e meglio puntualizzare le norme e le misure di contrasto al lavoro nero ed ai fenomeni d’illegalità.
«Apprezziamo l’immediato intervento dell’assessore regionale al lavoro Sebastiano Leo sulle morti dei lavoratori stagionali nelle campagne pugliesi. L’impegno da parte delle istituzioni e delle parti sociali nel contrasto al caporalato deve essere forte e deciso» dichiara l’on. Ciccio Ferrara, coordinatore regionale di Sel Puglia.
«La riunione convocata oggi dall’assessore Leo con i sindacati è un primo passo importante per trovare una strategia comune per definire misure di contrasto più idonee a combattere il lavoro nero e l’illegalità cui spesso sono sottoposti i lavoratori e le lavoratrici delle campagne che pagano, anche a costo della propria vita, situazioni di pesante sfruttamento», conclude Ciccio Ferrara.
Sinistra Ecologia Libertà ha presentato una interrogazione parlamentare sull’ennesima morte nelle campagne italiane.
“Non si tratta di fatti di cronaca ma di morti per schiavitù e caporalato. scrive sul suo blog Celeste Costantino deputata di Sel e firmataria dell’interrogazione. Nell’anno dell’Expo è questa la realtà che ci circonda: molti dei prodotti che acquistiamo al supermercato provengono da una filiera sporca, fatta di sfruttamento nei campi e grandi guadagni per le multinazionali dell’agricoltura. Esistono degli strumenti – proposti da Terra! onlus, Associazione daSud e terrelibere.org nel dossier #FilieraSporca. Il Governo accolga queste richieste e preveda subito nuovi strumenti di tracciabilità, la pubblicazione dell’elenco dei fornitori, l’adozione delle etichette narranti per tutti i prodotti e la responsabilità solidale delle aziende della filiera agroalimentare”.
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Antonio Fabi
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Leopoldo