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Mercoledì, 3 dicembre 2014

Nella legge di stabilità ancora tagli alla formazione per finanziare assunzioni e scuole private

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Uno dei primi sintomi dell’annuncite del governo Renzi_Alfano aveva riguardato proprio la scuola: basta tagli, finalmente investimenti. E tutti (quasi) a credere si trattasse della scuola pubblica, invece le misure sulla scuola contenute nel ddl di stabilità 2015 contengono altri tagli al formazione e ricerca, come già annunciato nel nostro precendente articolo 

In particolare per la scuola:

–       bloccato il rinnovo del contratto;

–       costituzione delle commissioni degli esami di maturità con soli membri interni (e questa volta senza compenso) sul modello delle fabbriche private di diplomi;

–       cancellazione degli esoneri e semiesoneri dei collaboratori del dirigente scolastico;

–       taglio di oltre duemila collaboratori scolastici;

–       prioritario utilizzo dei fondi del miglioramento dell’offerta formativa per la copertura dei docenti assenti, a scapito dei progetti e del recupero degli alunni in difficoltà;

–       tagli alle supplenze per docenti, amministrativi e ausiliari, nessuna supplenza più per gli assistenti tecnici;

–       nessun intervento per il diritto allo studio.

Considerando che a questi tagli si sommano quelli a danno dei comparti università e ricerca, quel miliardo stanziato per la stabilizzazione di una parte dei precari nella scuola è il risultato non di investimenti, ma ulteriori tagli, insomma di una partita di giro tra le briciole destinate alla formazione.

Naturalmente per le scuole paritarie invece le risorse sono state trovate: saranno erogati direttamente dal Miur 472 milioni: 272 milioni previsti dalla legge di bilancio triennale e 200 milioni aggiunti dal Governo quest’anno, con tanto di soddisfazione bipartisan della deputata PD Rubinato – “in questo modo viene semplificata la procedura e garantita la certezza dell’erogazione” – e di Gigli del Gruppo per l’Italia “Fermo restando che i fondi sono del tutto insufficienti e che in Italia non si può ancora parlare in alcun modo di libertà di scelta educativa, l’aver messo in sicurezza i fondi disponibili permetterà almeno alle scuole di programmare investimenti e attività in un quadro di certezze economiche.”

Beati loro… perché della certezza dell’erogazione alle scuole pubbliche nessuno nella maggioranza si fa carico, a dispetto degli annunci. La nostra battaglia a difesa della scuola pubblica continua ora al Senato

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