Nichi Vendola: Ora il centrosinistra pugliese non venga inquinato. Per Sel la pratica non è chiusa
Intervista al presidente della Regione Nichi Vendola sul Corriere del Mezzogiorno sul suo futuro, quello di Sel e del centrosinistra.
Sul centrosinistra pugliese
«Io confermo la mia storia. Starò qui a battermi perché la Puglia non sia riconsegnata alla destra. E perché il centrosinistra pugliese non sia l’ancora di salvezza per pezzi di ceto politico di destra. Voglio il consenso degli elettori di destra, non i suoi capibastone. Il nuovo capo del centrosinistra pugliese è Emiliano e sul piano della politica farò tutto quello che è necessario per sostenere il centrosinistra e il suo leader. Ma i rapporti personali sono un’altra cosa. Da questo punto di vista, il mio telefono resterà muto».
Sul futuro di Sel
«Quella comunità è nata, l’ho detto più volte, non tanto per aprire un partito ma per riaprire una partita. Sel e la mia persona entrano nella storia politica italiana in un modo che rende paradossale il rapporto tra percentuale elettorale e peso specifico sulla scena politica. La Puglia da 10 anni è guidata con rara stabilità ed è divenuta laboratorio di cultura di governo. Il risultato della partecipazione alle primarie ne è testimonianza. E ancora: senza l’iniziativa di Sel, il sindaco di Milano sarebbe ancora Letizia Moratti. Lì e altrove Sel ha avuto la capacità di spezzare i giochi consueti del partito più grande del centrosinistra. Dopo la fuoriuscita di alcuni deputati da Sel, gli agit-prop del renzismo hanno intonato il de profundis a me e al mio partito. Si è raccontata la storia che il leader era depresso e si andava a rifugiare all’estero. Sel non è morta, la pratica non è chiusa».
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