No triv, da Ancona un no forte e chiaro allo Sblocca Italia
Si è tenuta ad Ancona la prima manifestazione regionale marchigiana contro le trivellazioni in Adriatico e su terraferma organizzata dal gruppo “Rete Trivelle Zero Marche”. Nel capoluogo delle Marche nello scorso Agosto sono iniziate le perforazioni di pozzi con le due piattaforme ENI Bonaccia NW e Clara NW e anche per questo, oltre che per la spinosità della tematica che ha creato anche nei marchigiani una sensibilità forte, in tanti erano presenti tra comitati, centri sociali, associazioni per il territorio, sindacati, Cobas e politici locali. Tra loro anche 100 attivisti del Coordinamento No-Ombrina, S.O.S Adriatico, Legambiente.
Il Coordinamento No-Ombrina commenta in una nota: “Quella di Ancona è una manifestazione regionale, la prima ad essere organizzata sul tema della deriva petrolifera nelle Marche dopo alcune iniziative su progetti specifici come lo stoccaggio gas di S. Benedetto del Tronto. Il Coordinamento No Ombrina dopo Lanciano ha partecipato a numerose iniziative di informazione e formazione, un lavoro intenso che ha toccato una quindicina di città marchigiane suscitando una grande attenzione e partecipazione. Il Coordinamento No Ombrina crede fermamente nella solidarietà tra le lotte e allo scambio di informazioni ed esperienze per la costruzione di un fronte comune volto a contrastare i sogni petroliferi del Governo Renzi sui mari italiani e sulla terraferma. L’Adriatico è un golfo di un mare chiuso, il Mediterraneo. Un eventuale incidente, su Ombrina e la sua meganave raffineria così come sulle altre piattaforme, danneggerebbe tutti, non solo i cittadini e l’ambiente di una regione specifica. L’inquinamento non si ferma sui confini amministrativi!”
“Una manifestazione quella di sabato ad Ancona contro lo Sblocca Italia e le trivelle, importante per presenze e composizione popolare.” Così il Consigliere Comunale di Ancona Francesco Rubini, di Sinistra Ecologia Libertà, racconta la manifestazione “Erano più di 2000 le persone scese in Piazza per ribadire alla politica il loro no a devastazioni e saccheggi ambientali. Un no forte e chiaro che non potrà più essere inascoltato. Le anime del corteo intanto ripetono che è solo l’inizio.”
E di inizio sicuramente parliamo anche alla luce del via libera della Corte di Cassazione che con due ordinanze adottate lo scorso 26 novembre ha accolto i sei quesiti referendari posti dalle Assemblee Regionali di Basilicata, Abruzzo, Marche, Campania, Puglia, Sardegna, Veneto, Liguria, Calabria e Molise.
Il Coordinamento Nazionale No-Triv nel suo comunicato precisa le scadenze: “Prossima tappa intermedia sarà l’incontro a Roma, il 9 dicembre prossimo, tra i delegati delle Assemblee delle dieci Regioni che hanno deliberato la richiesta di referendum ed i rappresentanti delle associazioni promotrici del Referendum: in quella sede verranno messi a fuoco i principali aspetti organizzativi e discusse le prime soluzioni che dovranno portarci al voto di primavera. La strada è tracciata. Adesso tocca percorrerla tutti assieme per arrivare al risultato per anni inseguito: liberare il mare e la terraferma da nuove trivelle ed aprire la strada ad una nuova politica energetica, economica ed ambientale”.
Marco Furfaro responsabile nazionale ambiente di Sinistra Ecologia Libertà che sta seguendo da vicino la sfida dei No-Triv afferma con chiarezza: “Un secondo risultato quello del via libera della Corte di Cassazione che ci porta sempre di più in clima referendario. Non sarà facile portare a casa il referendum, ma noi saremo a fianco del Coordinamento Nazionale No-Triv pronti a mettere in campo le nostre energie, in un campo largo, per far sì che i nostri territori ritrovino una dignità democratica e non vengano vituperati dalle lobby dei petrolieri e dagli interessi politici ed economici di chi darebbe un valore di mercato anche a un proprio familiare pur di riempirsi il portafoglio.”