Non si può restare indifferenti. Non si può
È morto mentre lavorava nei campi pugliesi. Raccoglieva uva da ore sotto il sole. Era arrivato molti anni fa dalla Tunisia e da molti anni viveva a Fasano, in Puglia. Fa fresco a Fasano, anche d’estate. Lui viveva lì con la moglie e quattro figli.
Lavorava nei campi vicino Polignano. È bella Polignano, ci vengono turisti, tantissimi turisti. Vanno a mare, girano per i vicoli bianchi a strapiombo sul mare, prendono il gelato, cercano refrigerio. Fa caldo a Polignano, ma nessuno muore per quello, a meno che tu non stia da ore sotto il sole, con i caporali a controllarti, l’uva, i pomodori, le angurie da raccogliere per pochi euro, spesso (pare non sia questo il caso) senza neanche acqua, zuccheri, pause e zone d’ombra, il tutto nella silenziosa accondiscendenza delle imprese della filiera agroalimentare.
Non è morto di caldo. È morto di lavoro, è morto di fatica, è morto di sfruttamento come Mohamed e Paola nei giorni scorsi
È il terzo morto in dieci giorni nei campi pugliesi.
Non si può restare indifferenti. Non si può.