Scuola, tagli, sempre tagli ancora tagli
Non passa giorno che in interviste, post e tweet gli esponenti dell’attuale maggioranza, a partire dalla ministra Carrozza, non ribadiscano di aver rimesso la scuola, l’università e la ricerca al centro dell’agenda per lo sviluppo e annuncino provvedimenti legislativi finalizzati al raggiungimento degli obiettivi Europa 2020; gli obiettivi in cui, per capirci, l’Italia si è presa in pagella un’insufficienza in tutte le materie, dalla competenza nella lettura a quelle in matematica e in scienze, dall’abbandono scolastico alla percentuale di diplomati e laureati, dall’educazione degli adulti alla formazione continua.
La realtà è tutt’altra cosa e, dopo la soppressione di discipline e la drastica riduzione di didattica laboratoriale e organici prodotte dalla controriforma Gelmini, nei fatti nessuna inversione di marcia. Mentre all’università si inasprisce il numero chiuso e, a fronte del fallimento del fondo per il merito, non ci sono misure sufficienti a sostenere il diritto allo studio, per la scuola gli stanziamenti in alcuni settori, insufficienti rispetto ai reali bisogni (ad esempio solo 15 milioni di euro dati complessivamente a tutte le Regioni per la lotta alla dispersione scolastica, quando la sola Regione Puglia con il progetto Diritti a scuola più volte lodato dal ministero, grazie ai fondi europei ne ha stanziati 35 lo scorso anno, ridotti a 25 per l’anno in corso) mascherano ulteriori tagli: ai fondi per il miglioramento dell’offerta formativa (MOF), ai diritti del personale della scuola (blocco degli scatti di anzianità, taglio delle posizioni economiche ATA, mancato pagamento delle funzioni superiori docenti e ATA, mancato riconoscimento retributivo delle reggenze dei DSGA) e con altri espedienti, quali l’estensione degli appalti a ditte esterne per i servizi ausiliari, con carichi di lavoro insostenibili per il personale Ata e messa a rischio del regolare funzionamento della scuola.
L’ulteriore riduzione al MOF, per pagare gli scatti di anzianità arretrati di docenti e Ata, costringe di fatto i lavoratori della scuola (che già così, a parità di carico di lavoro, sono i peggio pagati d’Europa) o al volontariato o ad azzerare per mancanza di fondi tutti quei i progetti indispensabili ad arricchire la didattica curricolare, oramai anacronistica, curare i bisogni educativi individuali, sostenere l’eccellenza e combattere l’insuccesso scolastico, assicurare la relazione con i genitori e l’interazione della scuola con le esigenze e le ricchezze del territorio.
E in questo quadro drammatico di tagli ai diritti degli studenti e dei lavoratori, ancora nessun piano di stabilizzazione per l’esercito di precari e Ata che ogni giorno garantiscono il funzionamento delle nostre scuole, con il medesimo carico di lavoro del personale a tempo indeterminato, ma non sanno se e quando riceveranno lo stipendio e le ferie non godute, né se e quando potranno ottenere l’abilitazione. Non possiamo che unirci alla loro manifestazione indetta dalla Flc Cgil per domani giovedì 13 febbraio 2014, dalle ore 10,00 alle ore 13,00, davanti al MIUR. Le nostre senatrici De Petris e Petraglia hanno presentato una interrogazione parlamentare per garantire il maggior numero possibile di corsi abilitanti PAS in tempi compatibili per l’inserimeno nelle graduatorie d’istituto.
Quo usque tandem, ministra Carrozza?
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Cosimo De Nitto