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Mercoledì, 28 gennaio 2015

Paglia-Tagliani (Sel): La ‘Ndrangheta colonizza l’Emilia Romagna. Troppi ritardi, ecco le conseguenze

Che la ‘ndrangheta fosse estremamente radicata nel territorio emiliano romagnolo lo denunciavamo da tempo tuttavia si fa fatica ad accettarne la capillarità che emerge dalla portata dell’operazione Aemilia.

Lo affermano l’on. Giovanni Paglia e la coordinatrice regionale di Sel Elena Tagliani.

Ogni settore della vita pubblica è coinvolto: dalle professioni alle imprese, dalla politica alle forze dell’ordine, dai giornalisti all’inquinamento delle elezioni amministrative in diversi comuni.

Nonostante la grande attenzione della legislazione regionale – proseguono gli esponenti di Sel – la ‘ndrangheta è entrata negli appalti per la ricostruzione post terremoto.

“In Emilia Romagna abbiamo scoperto la mafia imprenditrice”, ha osservato il procuratore di Bologna Alfonso. Osservazione pertinente e finalmente certificata – incalzano Paglia e Tagliani – peccato che il radicamento delle cosche in Emilia Romagna e il legame tra queste e pezzi dell’imprenditoria locale sia stato pesantemente sottovalutato dalle istituzioni in questi anni; di “mafia imprenditrice” scrisse Pino Arlacchi nel lontano 1983, evidentemente un trentennio è passato invano.

È necessario quindi che la politica vada oltre gli strumenti finora adottati e promuova la formazione di una coscienza collettiva – concludo Paglia e Tagliani – la lotta alle mafie non è da affrontare in modo circoscritto ma deve diventare una forma mentale per ogni ambito dell’agire umano.

Questo è l’unico passo possibile affinché la ‘ndrangheta non divori le porzioni di società eticamente sane.

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