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Giovedì, 10 luglio 2014

Palestina/Israele nel baratro della guerra. Il popolo della pace torni protagonista in Italia ed in Europa

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Israele bombarda. Hamas reagisce. E mentre i palestinesi continuano a morire per i bombardamenti dell’aeronautica di Tel Aviv – l’ultimo bilancio parla di 52 morti, tra cui 8 bambini – centinaia di razzi continuano a lasciare scie nei cieli di Israele, lanciati dalla Striscia e minacciando anche la centrale nucleare di Dimona.

Una situazione drammatica che rischia di precipitare verso una strada di non ritorno. La radicalizzazione delle posizioni sta portando ad un acuirsi del conflitto che infetterà inevitabilmente anche i paesi limitrofi, a partire dal Libano e dalla Siria. Israele deve fermare immediatamente l’escalation militare.

Ieri il capogruppo alla Camera di Sel Arturo Scotto e Francesco Martone del dipartimento Esteri hanno incontrato l’ambasciatrice palestinese Dott.ssa Mai Alkaila. Dopo l’incontro Sel ha chiesto al ministro degli Esteri italiano Federica Mogherini di adoperarsi per un’iniziativa immediata a livello europeo per un cessate il fuoco, e l’apertura di corridoi umanitari per l’assistenza alla popolazione palestinese. L’Europa non può stare a guardare.

Questo naturalmente non basta. Sel vuole mettersi a disposizione per immaginare uno sforzo comune e riportare al centro della discussione politica sulla Palestina il tema della pace, di come costruirla, di quali prospettive. A maggior ragione ora che l’Italia è presidente di turno dell’Unione Europea.

Sinistra Ecologia Libertà incontrerà all’inizio della prossima settimana molte tra le associazioni pacifiste per verificare la possibilità di un impegno largo e comune al fine di rimettere il tema della Pace al centro dell’agenda politica italiana ed europea.

Ma non c’è tempo. Occorre fare qualcosa subito. Invitiamo tutti e tutte a fare un gesto, pubblicando sui social le proprie considerazioni e la bandiera della pace, e invitando gli amici a fare lo stesso.

Tiriamo fuori dai cassetti le nostre bandiere arcobaleno e torniamo ad esporle di nuovo dai balconi. Facciamolo. Eravamo milioni nel 2003, siamo milioni ancora oggi, solo più sperduti e disorientati. Avevamo milioni di motivi per dire ‘no alla guerra’, ci chiamarono ‘utopisti, radicali, sognatori’ ma a distanza di un decennio si vede in Iraq, in Afghanistan, in Medio Oriente da che parte erano le ragioni e da che parte i torti. Diamo nuova vita a quel gesto, mettiamo le bandiere per dare nuova voce alle nostre ragioni.

Facciamoci sentire. Per Israele e per la Palestina non c’è pace senza giustizia. #restiamoumani 

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Commenti

  • DavideBusetto

    Capisco che il conflitto tra Palestina ed Israele ha un qualcosa di “romantico” a sinistra, ma non è ora di finirla con queste sceneggiate?

    Dove era il popolo della pace mentre la Siria rischiava l’invasione da parte della NATO? Semplice. Tifava invasione. Invasione pacifista e civilizzata sia chiaro, ma pur sempre invasione. Nel mentre il rischio di una guerra veniva disinnescato dalla presenza lungo le coste siriane delle navi militari russe e cinesi.

    Dove era il popolo della pace quando in Ucraina i gruppi nazisti prendevano il potere? Semplice. A sostenerli. Perché i colpi di stato, se fatti contro gli alleati della Russia, non sono poi così negativi.

    Dove era il popolo della pace quando la Libia veniva bombardata? Semplice. A protestare sotto l’ambasciata libica. La pace è importante, ma Gheddafi era cattivo e poi era amico di Berlusconi quindi bombardare un popolo era tutto sommato accettabile.

    Si potrebbe andare avanti per ore.
    L’odierno “pacifismo” è un’arma dell’imperialismo.
    La pace è essenziale per il mondo ma il termine “pace” mette sullo
    stesso piano aggressori e aggrediti. Gli aggrediti hanno tutto il
    diritto di potersi difendere!
    Fosse per le bandiere colorate oggi la Siria sarebbe una distesa di sabbia!

  • José Fazari

    Secondo me, caro signor Busetto, Lei non ha ben chiaro cosa vuol dire il termine pace, forse perché non si è mai trovato in uno scenario di guerra, o a dover vivere con la paura che un F-16 dell’aviazione israeliana bombardi la sua casa perché vicina ad una sede di Hamas.. La pace è quel sentimento e quel desiderio di poter vivere e lasciare vivere gli altri, è la base per la convivenza civile, e purtroppo non è così nella stragrande maggioranza dei paesi del mondo, tra cui lo Stato Palestinese, tutt’ora non riconosciuto nei fatti da Israele e dagli Stati Uniti. Signor Busetto, io sono di sinistra, ma non ho mai appoggiato l’invasione dell’Ucraina da parte dei gruppi neonazisti pilotati da Usa ed Europa, non ho mai appoggiato l’attacco alla Libia da parte della NATO e men che meno la guerra civile pilotata e creata ad arte dagli Stati Uniti, per spodestare il governo di Assad, legittimamente eletto. Queste sono soltanto fesserie dette da qualcuno che, tentando di discreditare un movimento che non è solo SEL, ma molte altre associazioni per la pace e la cooperazione vera, che danno la vita per la causa del popolo palestinese. Sappiamo anche che la pace con Israele non sarà mai possibile fino a che il governo sionista continuerà a costruire insediamenti nelle zone palestinesi.
    Volere la pace è imperialista? L’imperialismo fonda la sua esistenza sulla guerra e sulla devastazione dei popoli per rubare la sovranità popolare ed impadronirsi degli stati, si informi e studi meglio, prima di parlare.

  • Uccio Levante

    Caro Davide, la carta geografica che indica la Palestina dal 1946 ad oggi ” parla” un linguaggio comprensibile a tutti. Il territorio dello Stato Palestinese è in mano Israeliana per circa il 90%. E’ giusto ?

  • francesco

    Una Sinistra coerente e credibile sta sempre dalla parte degli oppressi. Nel caso specifico gli oppressi sono senza ombra di dubbio i palestinesi a cui Israele nega il diritto di vivere in pace nella loro terra dal lontano 1948, anno in cui è stato concepito quale gendarme medio-orientale dagli anglo-americani.
    L’esposizione della bandiera della pace (anzichè quella palestinese) da parte di Sel dalla finestra della Camera è un gesto equivoco e gattopardesco che sa di “ma anche…” di matrice veltroniana.
    Si prenda lezione dall’ebreo Moni Ovadia.

  • francesco

    Il “pacifismo” che non sa distinguere il torto dalla ragione fa solo gli interessi del più forte, cioè dell’imperialismo. Mi scuso con Davide se mi permetto di interpretare il suo pensiero.

  • Uccio Levante

    Caro Francesco, forse confondi la Camera dei Deputati con la sede di SEL .

  • alessandro

    Ma perchè x una volta che tiriamo fuori un po di grinta mezzo sito si lamenta? La solita mania della sinistra:si passa il quorum alle Europee ma tanto è “solo” il 4%, Sel si allea col PD doveva andare con Ingroia, si fa una lista con Rifondazione e siamo minoritari! Ragazzi su un po di brio!

  • francesco

    Stiamo parlando della finestra degli uffici di Sel alla Camera dei deputati, dove è stata esposta una bandiera che non è quella dei palestinesi…

  • francesco

    Non vedo alcuna grinta da parte del gruppo dirigente di Sel, nonostante la fuoriuscita di deputati e dirigenti che si sono palesemente dimostrati filo renziani. Sta di fatto che senza chiarezza di posizione e di schieramento (come la questione palestinese) si rischia di esporsi al …ludi-brio di tutta la galassia della sinistra.

  • Elena Castellani

    la bandiera da esporre è quella della Palestina, non quella della pace. Israele sta compiendo un genocidio e bisogna urlarlo forte e chiaro

  • alessandro

    Diciamo che degli sforzi(perfezionabili,migliorabili a volte timidi) di Sel non viene notizia alcuna,…dire così è più onesto…la galassia di sinistra ha mostrato in questi anni tutta la sua inesistenza.Preferisco mille volte provare a coinvolgere chi ha votato M5S o PD..

  • francesco

    La galassia della sinistra che stenti a vedere è presente nei conflitti molecolari della società. Unica assente è proprio Sel, ormai confinata nei piani opachi e confortevoli delle istituzioni nella marginalità più assoluta, a vivere di rendita all’ombra dei maneggioni vecchi e nuovi del Partito Democratico.
    .

  • Leopoldo

    A proposito della definizione della pace, il capo dello stato provvisorio della neonata repubblica italiana Enrico De Nicola diceva: la pace non è l’assenza della guerra. Per me la dice lunga, cioè la parola pace ha un significato più profondo. Ciò che mi preoccupa, pur essendo sempre stato incondizionatamente pro-palestinese, è che a lungo andare da una parte e dall’altra, al di là di tutte le implicazioni descritte da più ottiche sul fronte del contenzioso israeliano-palestinese, ci possa essere una assuefazione all’inevitabilità del pericolo, che è il lato più deleterio, come in tutti i casi della vita. E’ ora che soprattutto il popolo israeliano dica basta all’uso della forza così spropositata, irrazionale e mortifera, visto che nemmeno raggiunge i desiderati obiettivi militari.

  • alessandro

    Forse non sono l’unico che stenta a vederla,visti certi risultati…comunque non voglio cercare la polemica con lei a tutti i costi.La vera domanda che dovrebbe porsi è: c’è la possibilità di costruire una sinistra che realmente parli a tanti se poi si è i primi a tirarsi martellate e a incartarsi in mille polemiche su ogni iniziativa?Non c’è per caso il rischio di rimanere quattro insopportabili gatti litigiosi che se la contano fra loro?