Parliamo di Venezia…
Parlare di Venezia, io credo sia lecito e opportuno sempre, e in ogni luogo, e non soltanto, oggi, in virtù del terremoto giudiziario che nelle ultime settimane ha travolto la città (e l’intero paese) e della conseguente crisi politica etica e civile, che l’attraversa e sconquassa.
E non, semplicemente, perché Venezia oltre che a se stessa appartiene al mondo intero (vuoi per la sua vocazione culturale ed economica, vuoi per il nesso inscindibile che lega il suo ambiente al contesto globale) ma, soprattutto, perché ciò che avviene a Venezia diventa paradigma, e non soltanto ora, dell’Italia migliore e di quella peggiore.
Venezia diventa, così, uno di quei luoghi emblematici in cui si annuncia il futuro o lo si nega.
Le vicende, che hanno coinvolto Venezia, sono state, in queste ultime settimane alla ribalta di tutti i media nazionali, ma la Magistratura (che la Venezia migliore invocava da anni) ha, soltanto, disvelato un’articolata rete di corruzione, tangenti e riciclaggio e un mostruoso sistema di potere, realizzato con una massa enorme di denaro pubblico, conferito dallo Stato al Consorzio Venezia Nuova, per finanziare i lavori del Mose, opera non ancora terminata, e considerata da molti, nella migliore delle ipotesi, inutile, in quella peggiore, e con ogni probabilità più realistica, dannosa.
L’arresto e poi le dimissioni del Sindaco Orsoni hanno aperto una crisi istituzionale che ha fatto saltare la Giunta e il Consiglio Comunale e, in questi giorni, ha consegnato la città nelle mani di un Commissario (quando, è bene precisarlo, l’amministrazione comunale, ad esclusione del suo ex-sindaco, arrestato per finanziamento illecito della propria campagna elettorale, era completamente estranea a questi fatti).
Tutto ciò pone la città in uno stato di emergenza democratica. Tanto più grave in quanto, con ogni probabilità, la città tornerà alle urne soltanto nel mese di marzo del 2015, nonostante gli esponenti politici veneziani, più attenti e sensibili, da Casson a Bettin, si siano espressi per le elezioni in autunno e la stessa cosa sia stata chiesta a Renzi, martedì 8 luglio, in occasione della sua visita a Venezia per la Digital WeeK, dal comitati NO GRANDI NAVI e NO MOSE, attraverso un documento, consegnato al Premier, in quel frangente. Ma Venezia non è posta, soltanto, di fronte ad un’urgenza democratica, ancor più drammatica è l’emergenza economico-finanziaria.
Il Mose, infatti, come ha scritto il giornalista Renzo Mazzaro nel libro I padroni del Veneto è stato una spaventosa “macchina mangiasoldi”, un’idrovora che ha sottratto a Venezia i soldi della Legge Speciale, quella legge che, a partire dalla sua istituzione nel 1973, doveva servire a difendere la città lagunare e concepiva la sua salvaguardia come protezione dell’intero ecosistema che la circonda e necessità di garantirne la sopravvivenza sociale ed abitativa. Legge istituita (è bene ricordarlo) sulla scia dell’enorme impatto, anche emotivo, che ebbe la grande alluvione del 1966.
Ebbene, dal 1973 ad oggi, grazie alla Legge Speciale, sono stati stanziati, dallo Stato per Venezia, 11 miliardi di euro. Di questi miliardi, quasi metà, a partire dal 2003, se li è mangiati il Mose e si è stimato che 9 (degli 11 miliardi) siano stati complessivamente gestiti dal Consorzio Venezia Nuova.
Oggi, Venezia non gode più di quei finanziamenti della Legge Speciale, risorse che, invece, sono indispensabili per la sua stessa sopravvivenza. Oltre al danno, la beffa.
Venezia, con i suoi 57.000 abitanti nel Centro storico, 21 milioni di turisti l’anno, 450 kmq. di laguna, non può, infatti, reggersi sola, con le sue sole entrate, sotto l’urto della pressione di un mercato sempre più aggressivo,
Ciò che, oggi, il Commissario s’appresta a fare è tagliare, dal Bilancio Comunale, la bellezza di 47 milioni di euro in 20 giorni, cosa che, senza imporre nuove tasse e difendendo l’attuale sistema di welfare (tra i migliori del Paese), è, matematicamente, impossibile fare.
Quello che il governo e il suo Premier devono, perciò, capire è che Venezia, e i suoi abitanti, non devono essere ulteriormente martoriati, ma, al contrario, immediatamente risarciti, perché essi, a partire dal taglio delle risorse della Legge Speciale, sono stati le prime vittime di questo malsano e corrotto sistema di potere.
Gli esorbitanti costi di realizzazione, gestione e manutenzione del MO.S.E. hanno, insomma, inciso in maniera pesante su quel debito pubblico che la città non può e non deve rimborsare e che andrebbe, invece, addebitato a quei poteri incontrollati che l’hanno prodotto.
Venezia ha, perciò, bisogno di un immediato intervento straordinario del Governo, e del Premier Renzi, che risponda alla situazione d’emergenza in cui versa, a cominciare dall’eliminazione della penalizzazione di 17 milioni di euro, inferta alla città per aver sforato il Patto di stabilità.
Subito dopo, andrà ripreso l’esame parlamentare delle proposte di riforma della Legge Speciale, a partire dal disegno di legge presentato dal Senatore Casson.
A Venezia, una vasta coalizione di forze democratiche chiede, inoltre, il superamento del regime di “concessionario unico” per le opere finalizzate alla Salvaguardia della città, l’abrogazione delle norme della Legge Obiettivo che consentono di limitare le procedure di Valutazione d’impatto ambientale e di superare i pareri delle comunità locali interessate dalle grandi opere, il superamento dell’attuale struttura del Magistrato alle Acque e il trasferimento dei suoi poteri, e competenze, al Comune di Venezia, la costituzione di una commissione d’inchiesta parlamentare sul Consorzio Venezia Nuova (richiesta fatta propria dal nostro deputato Giulio Marcon).
Solo così la città migliore, quella che da anni si oppone a questo sistema di potere corrotto, subdolo e potente, e quella nuova, che in (e da) queste macerie sta nascendo, potranno uscire allo scoperto e avere la forza catartica di generare una nuova coalizione sociale, civile e politica, capace di liberare e governare Venezia e di prefigurare un futuro diverso per l’intero Paese.
Renata Mannise
Coordinatrice Venezia Centro-Storico e isole
Componente Assemblea Nazionale SEL