Parte anche in Italia la raccolta firme contro il TTIP
Prende il via anche in Italia la raccolta di firme europea contro il TTIP, il Trattato Transatlantico tra Unione europea e Stati Uniti per l’apertura della più grande area di libero scambio conosciuta. Un negoziato condotto lontano dagli occhi indiscreti dell’opinione pubblica e dei parlamenti e che porterebbe ad una messa in discussione di standard e normative ambientali e sociali, considerate troppo spesso come impedimenti tecnici al libero commercio. Gli ambientalisti sono schierati in prima fila perché il Ttip tutela massicciamente gli interessi delle compagnie petrolifere. Si pensi al ruolo di Isds (Risoluzione delle controversie tra investitore e Stato), quegli accordi di tutela delle multinazionali che, nel caso di leggi o provvedimenti ritenuti sconvenienti, possono citare gli Stati presso organismi di arbitrato sovranazionali. L’Italia per esempio è uscita dall’Energy Charter Treaty – creato per sostenere un mercato unico dell’energia – per non dover subire ricorsi, forse intimorita anche dalle denunce che alcune aziende del fotovoltaico avevano presentato all’arbitrato contro la decisione del Governo italiano di ridurre i finanziamenti al settore.
Quindi Ttip consoliderebbe la possibilità per ogni impresa, energetica in particolare, di trascinare un Governo in tribunale – aggirando quindi ogni Corte nazionale o europea – in caso di modifica delle condizioni di investimento, per esempio nelle concessioni per le estrazioni.
Un’autostrada di privilegi e abbattimenti di diritti e tutele. Un calvario sul piano dell’autonomia e della trasparenza perché questi tribunali, oltre a considerare come puri ornamenti i diritti umani, il diritto del lavoro, dell’ambiente e della salute, sono privati, semisegreti e attraversati da un dilaniate conflitto di interessi. Un Isds nel Ttip violerebbe la nostra Costituzione, innanzitutto all’articolo 41.
La raccolta di firme, sostenuta da tutte le campagne Stop TTIP che sono nate e si sono consolidate nell’ultimo anno in tutti i Paesi membri dell’Unione Europea, ha ormai raggiunto il milione di firme, consegnate al nuovo Presidente della Commissione Europea Juncker lo scorso ottobre, come regalo per il suo compleanno, ed è cresciuta giorno dopo giorno arrivando a superare il milione e quattrocentomila firme.
“Pensiamo sia nostro diritto come cittadini dell’UE di avere voce in capitolo sulle questioni che ci riguardano” sottolinea Simona Maltese, di Asud una delle organizzazioni che promuovono la campagna Stop TTIP Italia, “il TTIP come il CETA avrà profondi effetti sulle nostre vite e la nostra società. Con questa iniziativa stiamo offrendo ai cittadini europei la possibilità di esprimersi”.
“L’iniziativa dei Cittadini Europei autogestita promuove un’idea di commercio e degli investimenti alternativa e più democratica perché pensata per e con le persone. Come Campagna Stop TTIP Italia daremo il nostro contributo all’obiettivo due milioni di firme in tutta Europa entro ottobre, per dimostrare ancora una volta che il TTIP non va firmato”.
La Campagna Stop TTIP Italia nasce nel febbraio 2014 e conta oggi più di 140 organizzazioni aderenti e una quarantina tra comitati e contatti locali nei vari territori.