I due gruppi protagonisti della riforma dei partiti politici, il Partito democratico e il Movimento 5 stelle, «realizzano un compromesso a ribasso, che consente loro di rimanere come sono. Si potrebbe utilizzare la parola ‘inciucio’». Alfredo D’Attore, deputato di Sinistra italiana-Sel, ex esponente della minoranza Pd torna a criticare il suo procedente partito e il M5s, intervenendo in aula alla Camera durante la discussione generale sulla riforma dei partiti. Secondo il deputato, nel testo approvato dalla commissione Affari costituzionali alla Camera (inizialmente presentato dal relatore Matteo Richetti) «c’è un elemento di inciucio» perché «l’accordo non viene fatto alla luce del sole. È stato fatto in maniera furbesca, in particolare dal M5s, sulla base di un sostanziale scambio politico, che è evidente».

Per D’Attorre «da un lato, il Pd ottiene la rinuncia a una regolamentazione più stringente e severa dei finanziamenti privati e del rapporto tra partiti e fondazioni. Dall’altro, il Movimento, con soddisfazione a stento trattenuta, ottiene la rinuncia a una regolamentazione della vita interna” dei partiti. “Ottiene il via libera a procedere a una modalità ‘ademocratica’, antidemocratica, postdemocratica. Sicuramente non corrispondendente ai canoni indicati dalla Costituzione. Questo è lo scambio politico non dichiarato, definibile inciucio, sul quale questa legge si fonda».